Quel che riguarda la comunità glbt è la strabiliante vittoria pugliese di
Nichi Vendola: un'alternativa radicale, primaverile per le speranze omosessuali.
Nella stessa regione,
Nunzio Liso, candidato nella lista Ds è il primo dei non eletti, con 4600 preferenze. I numeri, in parte, ci raccontano un consenso che sta ancora maturando attorno alla comunità Glbt; raccomandano una maggiore coesione tra quanti spendono parte della loro vita al servizio dei diritti civili, la popolazione, gli stessi omosessuali che devono impegnarsi maggiormente per destinare rappresentanza pubblica e istituzionale ad altri omosessuali. Preoccupano i pochi voti (23) di
Carla Liberatore in Abruzzo, come quelli (9) di
Marco Jouvenal in Lombardia. Aprono a speranze future i 769 voti raccolti da
Fabio Croce nel Lazio, le 210 preferenze di
Gianni Zardini e le 161 di
Simonetta Brizzi nel Veneto, i quasi 800 voti di
Paolo Hutter a Torino e gli oltre 900 di
Gigi Malaroda sempre in Piemonte, i 695 raccolti da
Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay, in Lombardia.
«Quello che funziona bene nella sinistra e che non funziona nella destra è che nel momento in cui magari a denti stretti si prende una decisione, tutti si attengono a quella. E' questo che ha portato al successo Vendola. In Toscana, Alessandro Antichi aveva garantito al gay Mauro Vaiani che, in caso di vittoria, sarebbe stato assessore. Questo nella sinistra non è avvenuto. In futuro, a destra come a sinistra, i candidati Glbt devono contare di più», spiega Marco Jouvenal di GayLib.