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Latina: ancora un No per la coppia gay di sposi

Ultimo Aggiornamento: 13/06/2005 23:06
11/06/2005 03:10
 
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LATINA – Il Tribunale di Latina ha oggi confermato il diniego di trascrizione in Italia dell’atto di matrimonio civile regolarmente ottenuto da Antonio Garullo e Mario Ottocento all’Aja. In un primo momento la loro richiesta era stata rigettata perché ritenuta “contraria all’ordine pubblico”. Nella sentenza di oggi si legge che “Allo stato dell'evoluzione della società italiana il matrimonio tra persone dello stesso sesso contrasta con la storia, la tradizione, la cultura e la comunità italiana, secondo una valutazione recepita dal legislatore e trasfusa nelle norme di legge sia di rango costituzionale che ordinarie”. Secondo il Tribunale inoltre “non esiste alcun trattato, convenzione europea, regolamento comunitario o norma di diritto internazionale che impongano l’automatico riconoscimento di atti formati all’estero.”

“In un certo senso ci siamo resi conto che le argomentazioni delle controparti, ovvero Comune, Procura della Repubblica e Avvocatura Generale dello Stato, erano praticamente delle fotocopie” ha detto Antonio Garullo a Gay.it. “Speravamo che potessero avere un po’ più coraggio. Secondo noi hanno perso una buona occasione, mancando totalmente di vedere quello che si muove nella società italiana. C’è una totale chiusura sulla questione.”

Cosa succede adesso? “Naturalmente non ci fermiamo. Col nostro avvocato Alessandro Mariani lavoriamo subito per l’appello da presentare alla Corte d’Appello di Roma, ci sono dieci giorni di tempo utile. Il nostro obiettivo ultimo è sempre quello di portare il nostro caso alla Corte Europea dei diritti umani. La corte di Latina in realtà poteva direttamente rimettere il caso a quella europea, ma chiaramente si è guardata bene dal farlo, hanno preferito prendere tempo. Ma questa era solo la prima battaglia, siamo solo all’inizio...”.

http://it.gay.com/view.php?ID=20371
11/06/2005 03:49
 
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"Allo stato dell'evoluzione della società italiana il matrimonio tra persone dello stesso sesso contrasta con la storia, la tradizione, la cultura e la comunità italiana, secondo una valutazione recepita dal legislatore e trasfusa nelle norme di legge sia di rango costituzuionale che ordinarie".

Questa, in estrema sintesi, la sentenza, depositata poche ore fa, di Francesco Coniglio, giudice presidente della sezione civile di Latina, al ricorso di Antonio Garrulo e Mario Ottocento; due omosessuali che hanno contratto regolare matrimonio in Olanda.

I due avevano chiesto che il loro vincolo fosse riconosciuto, e l'atto di matrimonio trascritto, anche in Italia.

In prima battuta il Tribunale di Latina aveva giudicato la loro richiesta inammissibile perchè "contraria all'ordine pubblico".

Oggi, lo stesso Tribunale, ha risposto al loro ricorso con ragioni che paiono francamente pretestuose sostenendo, anche, che "non esiste nessuna norma di diritto internazionale" che imponga al nostro paese di riconoscere atti sottoscritti all'estero.

Solo qualche giorno fa, però. l'Unione europea si era pronunciata favorevolmente al matrimonio gay.

"E' solo il primo passo - commenta Antonio Garrulo raggiunto da Gaynews.it - e continueremo a battagliare. La sentenza non ci sembra recepire l'evoluzioni dei tempi e del costume e non è in linea con il comune sentire degli italiani".


http://www.gaynews.it/view.php?ID=32660
11/06/2005 11:38
 
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11/06/2005 14:12
 
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non mancherò ...
11/06/2005 15:55
 
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12/06/2005 02:55
 
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La Lega commenta il no del giudice di Latina
Latina, il giudice non riconosce il “matrimonio” tra due omosessuali celebrato in Olanda
«No alle nozze gay, sono contro la nostra cultura»


«Il matrimonio tra persone dello stesso sesso contrasta con la storia, la tradizione e la cultura della comunità italiana». Per questo motivo il tribunale di Latina ha negato ieri la trascrizione del matrimonio sottoscritto da una coppia di omosessuali del capoluogo pontino, che aveva fatto ricorso contro il no del Comune di registrare l'atto per «motivi di ordine pubblico». Antonio Garullo, di 40 anni, e Mario Ottocento, di 32, sapevano che non sarebbe stato facile, sin da quando avevano cominciato la loro battaglia. Adesso sono delusi per la sentenza con la quale il tribunale di Latina ha negato la registrazione del loro matrimonio ma determinati a proseguire «fino alla Corte di giustizia europea».
I due si erano sposati all’Aja il primo giugno di tre anni fa. Già allora dissero che erano consapevoli del fatto che avrebbero fatto da apri pista. Uno di loro prese la residenza in Olanda, dove è consentito il matrimonio a persone dello stesso sesso, poi furono celebrate le nozze. La loro storia, del resto, va avanti da un decennio. I due sono già sullo stesso stato di famiglia al comune di Latina ma quando sono andati a chiedere di poter registrare l’atto di matrimonio la risposta è stata negativa. Il documento serviva per poter sottoscrivere un fondo patrimoniale e trasformare il loro laboratorio di ceramica in impresa familiare ma sulla scorta di un parere del ministero dell’Interno il Comune di Latina ha negato la registrazione «per motivi di ordine pubblico». Una decisione nei confronti della quale i due, attraverso l'avvocato Alessandro Mariani, hanno presentato ricorso. Ieri il tribunale di Latina, sezione volontaria giurisdizione, ha reso nota la sentenza di non accoglimento. Per il giudice Francesco Coniglio «allo stato evolutivo della società italiana il matrimonio tra persone dello stesso sesso contrasta con la storia, tradizione e cultura della comunità italiana». Appunto il concetto di «ordine pubblico» al quale si erano rifatti anche nel costituirsi al processo il Comune e la Procura di Latina.
«Avendo deciso di intraprendere questa strada avevamo e abbiamo grande rispetto della decisione assunta dalla magistratura, anche se ce la aspettavamo ovviamente diversa», hanno detto. Per Antonio e Mario, che avevano sostenuto anche di fronte al tribunale la loro posizione ribadendo che a Latina non hanno mai avuto problemi, con questa decisione «i giudici hanno perso un’occasione. Questo non vuol dire che ci fermeremo, il passo che abbiamo compiuto è solo il primo per arrivare fino alla corte di giustizia europea». E anche alla mancata presenza di una norma europea si è rifatto il tribunale: «L’assenza di una norma internazionale certa non può essere rappresentata come una sorta di rinuncia da parte dello stato italiano alla propria sovranità, specie quando un ordinamento straniero non si è posto il problema e ha celebrato il matrimonio tra cittadini di un altro stato nel cui ordinamento non è ammesso tra persone dello stesso sesso».
Per quanto riguarda la trascrizione c'è, nelle dieci pagine della sentenza, anche un riferimento al Concordato laddove si dispone che gli effetti civili del riconoscimento si hanno con la trascrizione nello stato civile. «Ci sarebbe piaciuto che non ci fosse, magari hanno voluto girarsi un po’ troppo dall’altra parte - hanno detto Antonio e Mario - ma accettiamo la sentenza».

http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=42207,1,1
12/06/2005 02:57
 
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MATRIMONIO GAY, UN AMORE NEGATO
Il tribunale di Latina ha rifiutato la registrazione dell’unione omosessuale tra Antonio Grullo e Mario Ottocento perchè “contrasta con la storia, la tradizione e la cultura italiana”

Alessia Tomasini (11 giugno 2005)

Un matrimonio negato quello tra Antonio Garullo e Mario Ottocento. Dopo settimane e numerose manifestazioni è arrivata la risposta tanto attesa. Il tribunale di Latina ha negato la registrazione del matrimonio. La coppia omosessuale che si era sposata in Olanda il 1 giugno del 2002 non ha visto riconosciuta la propria unione. Antonio e Mario avevano fatto ricorso dopo essersi visti negare la registrazione dal Comune ''per motivi di ordine pubblico”. In Olanda le unioni tra gay non suscitano scalpore, anzi non lo hanno mai suscitato. Nel paese dei tulipani importa poco se a volersi sposare sono due persone dello stesso sesso. Nell’ ordinamento giuridico italiano non è possibile unirsi in un vincolo coniugale se si è omosessuali. Mario e Antonio lo sanno bene. E non chiedono che le leggi siano sconvolte. Le questioni in ballo sono tante. Dall’aspetto prettamente giuridico a quello morale, senza dimenticare il lato religioso. Hanno vinto gli altri, ha vinto la morale e la necessità di tutelare l’ordine pubblico da eventuali scompigli. Nella sentenza emessa dal giudice Francesco Coniglio, si legge che l'atto non può essere registrato poichè questo matrimonio non è accettabile dall'ordinamento dello Stato Italiano perché “il matrimonio tra persane dello stesso sesso contrasta con la storia, la tradizione, la cultura della Comunità Italiana". Il legale della coppia, l'avvocato Alessandro Mariani, presenterà ricorso alla Corte d’Appello contro la decisione entro 10 giorni. “Letta la motivazione rilevo che – spiega Mariani - il Tribunale ha esaminato la questione in diritto, dalle fonti, romane fino ad oggi, consacrando l'istituto del matrimonio come fondamento della società naturale che è la famiglia e che secondo l'art. 2 della Costituzione, dice il Collegio, rimane solamente eterosessuale”. La sentenza si trincera dietro il compito del Magistrato che è quello di interpretare le norme e non poterle modificare. “L'ordine pubblico – continua l’avvocato della coppia - coltivando l'espressione dell'art. 29 della Costituzione, è comunque da modularsi secondo i principi di quello internazionale e non limitatamente ai principi dì quello interno”. Una decisione che non tiene in considerazione la “bacchettata” arrivata qualche giorno prima dalla comunità Europea. In quel caso si notava come l’Italia in alcuni passaggi fosse distante dall’indirizzo assunto da tutti gli altri Stati membri. “Quale difensore – continua Alessandro Mariani - ho raccolto una sentenza della Corte di Giustizia e invocando il principio "iura novit curia" (il Giudice conosce il diritto), rappresenterò che in quel caso la restrizione legata alla condizione preliminare, indispensabile e preordinata, alla concessione dei diritti patrimoniali tra coniugi, che è il matrimonio, quando viene negata dalla legislazione nazionale, realizza una non conformità al diritto comunitario”. Sono due ragazzi europei. L’Italia fa parte della Comunità europea, ne gode i diritti e ne rispetta i doveri. Ma forse anche questo non basta per vedere riconosciuto il proprio amore.

http://www.ilterritorio.info/df/dportal/index2.php?cmd=dettaglio&ident=4271&tipo=notizia
12/06/2005 03:11
 
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Belillo (PdCI): sentenza che sa di ventennio
MATRIMONIO GAY: BELLILLO, SENTENZA CHE HA SAPORE DI VENTENNIO
"la tradizione del nostro paese e' quella di continuare a seminare sofferenza e discriminazione tra migliaia di suoi cittadini"

(ANSA) - ROMA, 10 giu - ''Quella emessa dal Tribunale di Latina e' una sentenza che ha il sapore e i toni del ventennio.

Se la tradizione del nostro paese e' quella di continuare a seminare sofferenza e discriminazione tra migliaia di suoi cittadini, che si vada avanti fino alla Corte di giustizia europea''.

Lo ha dichiarato, in una nota, Katia Bellillo, gia' ministro per le Pari Opportunita' nel governo di centrosinistra, dopo la sentenza emessa dal Tribunale di Latina che ha rigettato il ricorso presentato da Antonio Garullo e Mario Ottocento per il riconoscimento del loro matrimonio celebrato in Olanda l'1 giugno del 2002, giudicandolo ''in contrasto con la storia, la tradizione e cultura della comunita' italiana''.

''La tradizione italiana contrasta con i diritti e le liberta' della persona - ha concluso la parlamentare - nonche' con la sua stessa Carta Costituzionale. In quella sede sara' possibile ragionare secondo gli schemi di una 'tradizione europea' che, nel terzo millennio, ha oramai sdoganato, e da tempo, simili medioevali retaggi''. (ANSA).

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32662
12/06/2005 11:48
 
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Re: La Lega commenta il no del giudice di Latina

Scritto da: zon@ venerdi 12/06/2005 2.55
Latina, il giudice non riconosce il “matrimonio” tra due omosessuali celebrato in Olanda
«No alle nozze gay, sono contro la nostra cultura»




sono contro la loro cultura (di merda)



12/06/2005 20:16
 
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dici bene ...
13/06/2005 23:06
 
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Re:

Scritto da: zon@ venerdi 12/06/2005 20.16
dici bene ...


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