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Verona, a Lamagna tessera Arcigay

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2005 03:41
11/06/2005 03:41
 
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IL CORRIERE DEL VENETO

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La pace dopo la polemica: tessera Arcigay per lo scultore del Papa

L'opera « transex » , scultura che un mese fa aveva attirato su di sé moltissime polemiche dall'ambiente gay, sarà messa all'asta dall'artista. E il ricavato andrà alla ricerca e cura dei malati di Aids.

È il potere delle parole. Che possono allontanare, ma anche riavvicinare. È bastato un titolo, « Miserere » , alla mostra dello scultore della Santa Sede Ernesto Lamagna, per suscitare reazioni a catena.

Ed è bastata qualche frase, un chiarimento vis à vis, per fare pace. E ieri il maestro, inizialmente attaccato dall'ambiente gay per la sua opera « transex » , inserita fra le miserie dell'uomo, ha ricevuto da quelle stesse persone con cui aveva polemizzato, la tessera Arcigay ad honorem, simbolo della riappacificazione. E ha contraccambiato mettendo all'asta l'opera tanto attaccata. « Per quanto nelle mie facoltà, sono felice di aiutare la causa gay » , ha detto lo scultore. Un gesto importante, quello di Lamagna, come significativo è il dono dell'Arcigay. Una tessera di accoglienza, di riconoscimento della buona fede dell'artista. « È uno dei nostri ha detto Simonetta Brizzi, vicepresidente dell'Arcigay del Veneto e l'abbiamo capito quando ci ha spiegato che si identifica con ogni opera, anche con quella del transessuale ».

Venerdì 27 maggio, quando la fonderia « Artebronzo » di Villafranca aveva aperto le porte mostrando le opere di Lamagna, l'Arcigay di Verona si era presentato per discutere con l'artista, che li aveva « offesi » mettendo la sua opera « Transex » all'interno di una mostra sulle miserie umane. Poi si erano parlati. Lamagna aveva detto che il suo intento non era certo quello di offenderli e li aveva lasciati con un « vi voglio bene » . L'artista ha apprezzato molto la tessera: « È un bel gesto ha detto il maestro perché hanno capito che non volevo criticare né il mondo transessuale, né quello omosessuale, ma semplicemente puntare un riflettore sull'umanità in tutte le sue forme » . Per questo la mostra, che è stata richiesta anche a Madrid, cambierà nome. Si chiamerà « De humanitate » , proprio per non creare incomprensioni. E dopo Madrid, verso settembre, « Transex » approderà a Venezia, dove sarà appunto messa all'asta. Se avessero parlato solo le opere, probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto.

Francesca Lombardi



L'ARENA DI VERONA

Allo scultore Lamagna la tessera dell'Arcigay

Lo scultore dell’Accademia Pontificia Ernesto Lamagna, al centro di una polemica il mese scorso per una scultura transessuale all’interno di una mostra dal titolo «Le dieci miserie umane» ha incontrato ieri i rappresentanti dell’Arcigay del Veneto, per precisare le proprie posizioni che non volevano essere discriminatorie nei confronti di alcuno, bensì volte a una riflessione sulle difficoltà del vivere umano. L’incontro si svolto presso la fonderia artistica di Villafranca di Verona «Arte Bronzo». La discussione tra lo scultore e i rappresentanti dell’Arcigay ha toccato i temi dell’arte, della pluralità della condizione umana e delle discriminazioni che ancora oggi i cittadini omosessuali e transessuali subiscono per una loro condizione che corrisponde ad una variante naturale dell’uomo.

Lo scultore ha ricevuto poi la tessera onoraria Arcigay direttamente dal presidente dell’Arcigay veneto, Alessandro Zan che ricopre anche la carica di consigliere comunale a Padova; lo stesso scultore ha deciso di mettere all’asta presso Christies la statua raffigurante una transessuale devolvendo il ricavato all’Arcigay Veneto per un progetto sulla prevenzione e la cura dell’Aids.Erano presenti all’incontro anche il presidente e il vicepresidente di Arcigay Verona, Zeno Menegazzi e Simonetta Brizzi.

«Abbiamo voluto incontrarlo per capire e abbiamo trovato una persona decisamente disponibile, che ci ha spiegato come avesse inteso quella scultura come valorizzazione di un aspetto umano, ma abbiamo incontrato un uomo che ha preso le distanze dalla strumentalizzazione che da questo è derivata», spiega Alessandro Zan, «Per noi non vi è alcuna difficoltà a riconoscere che l’arte possa, e a volte debba, essere provocatoria, ci mancherebbe. Che sia elaborazione di un concetto non crea alcun problema ma quello che non abbiamo accettato è che possa “dare giudizi” che vanno al di là del rispetto delle scelte di ogni essere umano». «Giudizi e pregiudizi» che la disponibilità dello scultore ha abbattuto.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32647
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