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Grillini e il sesso: l'intervista.

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2005 18:40
17/06/2005 18:40
 
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La vita sentimentale dei politici? Un disastro. Così, per il fondatore di Arcigay, è cominciata l'avventura in rete.
Con nickname tipo Dioniso o Apollo ha incontrato
ignari fan e una volta persino un collega. Morale: farlo online è (quasi) meglio.
"Uomo robustello e molto impegnato cerca compagno molto paziente". Se per caso, una sera, vi capita di girovagare per le chat italiane, in cerca di un sollievo per il vostro cuore solitario; se per caso vi succede di finire all'indirizzo http://me.it.gay.com e di cliccare sul nome Trillini, beh, non fate un salto sulla sedia.
L'«uomo robustello» che vi fissa sorridendo dalla pagina, sopra lo slogan «da soli si sta bene, in due si sta meglio», è proprio un deputato della Repubblica.
Cinquantenne, prosperoso.
«Rivoluzionario» di professione, anche se in alternativa avrebbe «fatto volentieri l'asino, come si dice a Bologna», ossia il comico.
Franco Grillini, fondatore e presidente onorario dell'Arcigay, diessino spiritoso e soddisfatto di sé, è single, e stufo di esserlo. Perciò: avendo poco tempo per cercare l'anima gemella; essendo un arcinoto maniaco del computer; essendo, oltretutto, un cultore sfegatato delle chat, ha fatto quel che fanno migliaia di altri italiani. Ha aperto una pagina web e si è messo «sul mercato amoroso» online. E ora racconta a Panorama la sua esperienza di chattatore sentimentale.

Perché il nome Trillini? Un tentativo di depistaggio?

Ma no, Trillini è il nomignolo che mi ha affibbiato Vanity Fair per via della mia passione sfrenata per la tecnologia e per i cellulari, che mi suonano di continuo. Da allora è diventato il mio nick-name ufficiale.

E quello ufficioso?

Confesso che non sono originalissimo. Uso nick di carattere mitologico (ride): Dioniso, Apollo, Enea, Ulisse...

Quali sono le sue chat preferite?

I canali Irc: gay Emilia-Romagna, gay Roma, gay Bologna, gay Milano. Mi piace Irc perché ti consente di chattare con dieci persone contemporaneamente. Ma devi diventare un virtuoso della tastiera, perché la gente si scoccia se tardi molto a rispondere.

Con quali categorie umane va a chattare un signore di 50 anni?

Mah, io butto la rete e vedo cosa si raccoglie. Perché la mia intenzione non è solo lubrica.

No?

La chat a me serve per vedere cosa c'è nel mondo. Per scambiare foto, filmati, documenti. Per fare campagna elettorale. E per incontrare persone interessantissime, che non avrei mai conosciuto in un altro modo. Perché, diciamocelo: come fa un politico a conoscere gente nuova? Soprattutto se è un presenzialista come me, che sta alla Camera anche 10 o 12 ore al giorno?

E sesso niente?

Il tempo è pochissimo.

Con qualche collega, magari?

Non mi è mai capitato. E poi, onestamente, a fare sesso sui posti di lavoro vengono sempre fuori dei guai.

Meno male che ci sono le chat, allora. Quante ore al giorno naviga?

lo vivo letteralmente attaccato al computer, perché gestisco due siti, il mio personale, www.grillini.it, e www.gay¬news.it, e li aggiorno in continuazione. Anche in aula. Tengo una chat sempre aperta, come una finestra spalancata sul mondo, e ogni tanto mi affaccio a dare un'occhiata.

Da quanto tempo?

Una decina d'anni.


E quanti fidanzati ha trovato?

Fidanzati è una parola grossa. Diciamo che in chat si trovano...

... amanti?

Oddio, ci sono persone che si sono conosciute in rete e stanno insieme da una vita, ma non è questa la regola. Diciamo che ogni 100 contatti rimedi un numero di telefono. Ogni 100 numeri incontri due-tre tizi. E con uno diventi amico, fai sesso, fai qualcosa di interessante.

E quando i suoi corrispondenti scoprono che Apollo è Franco Grillini?

Ah, ci sono scene divertentissime. Perché nelle chat c'è una forte presenza di «velate», persone che mai e poi mai direbbero che sono gay, e sono terrorizzate dalla mia notorietà, per la paura di essere additate come miei fidanzati (sospiro). E poi c'è un altro meccanismo, tipico del sesso gay, che mi gioca contro: il gusto della «scopata senza cerniera» come la chiamava Erica Jong, la cui caratteristica base è l'assoluto anonimato dei partner. E di me tutto si può dire tranne che io sia anonimo... (risatina). Così, per esempio, non ho grandi chance coi padri di famiglia che vanno in cerca di un'esperienza gay.

E che lei aspetta al varco?

Non è detto. Non faccio sesso dalla mattina alla sera. Io non sono un assatanato, la mia media perfetta è una-due volte la settimana.

Da cinquantenne medio italiano.

Si. In compenso mi piace moltissimo parlare di sesso. Sono un militante verbale della liberazione sessuale.

Cioè?

Nel senso che non milito per la liberazione sfrenata dei rapporti, perché fare troppo sesso diventa noioso. Il sesso bisognerebbe farlo in modo adeguato, lasciando passare il giusto tempo tra un rapporto e l'altro. In questo modo è sempre una sorta di prima volta. O no?

E quante prime volte ha avuto con le chat?

Non tantissime. Però ci sono state alcune avventure veramente fenomenali, di quelle che danno in intensità molto più di quello che altre danno in durata.

Esempi.

Non ne faccio. Racconto però di quel tizio che mi è entrato in casa ed è sbiancato, dicendo: ma tu sei... Sì, ho detto, sono io. E lui: ah, tu saresti un uomo perfetto per me, sei un vero mito, ma non possiamo fare sesso perché non si va a letto coi propri miti. Giuro.

E se n'è andato?

No, mi ha tenuto tutto il giorno inchiodato a parlare di politica. Al danno (ride) si è aggiunta anche la beffa.

Dicono che a volte, dopo aver agganciato qualcuno in chat, al primo incontro lei si sia presentato senza occhiali per non farsi riconoscere. Vero?

Verissimo. A me mancano 21 diottrie, e sono talmente schiavo degli occhiali che quando me li tolgo non mi riconosce nessuno. Ma in questi casi rischio pessime figure, come quella volta che, rimettendomi le lenti, mi sono accorto di aver fatto del sesso sfrenato con un tizio orrendo. Non certo il mio tipo.

Qual è il suo tipo?

Sicuramente non grasso.

Età?

Sui 30 anni.

Un cubista, magari, come il fidanzato del filosofo Gianni Vattimo?

Un cubista si mette in mostra e poi lo desiderano tutti: sai lo stress... Io vorrei una persona tranquilla. Che abbia sense of humour. Che sappia ridere e farmi ridere.

Attivo? Passivo?

Ma insomma, non è che dobbiamo proprio addentrarci nei particolari... Oltretutto oggi è politicamente scorretto parlare di ruoli, siamo tutti ambidestri.

Parafrasando Andreotti, l'omosessualità logora chi non ce l'ha.

In chat si è mai innamorato?

Si.

Ricambiato?

Ricordo una storia disgraziata, perché l'altro dopo doveva andare a vivere a 800 chilometri di distanza. E stata una storia bellissima, molto appassionata. Obnubilante. Abbiamo passato quei due mesi senza praticamente uscire.

Ha avuto molti fidanzati?

Qualcuno.

Presentati anche alla mamma?

Si.

Mai chiesto a qualcuno di sposarla?

Sì. Ma io sono un tipo molto autonomo e ogni tanto ho bisogno di stare da solo. Non è difficile: basta avere due ca-se. Si vive un po' da uno, un po' dall'altro. E quando si litiga ognuno va a casa sua, poi si fa pace. perfetto.

Come casalingo se la cava?

Mi piace fare il bucato, ma a cucinare sono un disastro. Ero bravissimo a 20 anni, poi ho disimparato.

Qual è stata la sua storia più lunga?

Con una ragazza, da giovane: ci sono stato per 6-7 anni, ma per motivi pura-mente erotici. Con un uomo la storia più lunga è di 4 anni. Ed è stata l'ultima.

Adesso è single?

Da due anni. Non per scelta (sospirone). Sono un single per forza, ma con svariate amicizie amorose. Diciamo che sono sul mercato.

Via chat.

Anche.

Amore in chat? Si corrono rischi?

Basta usare, oltre al preservativo un po' di buonsenso. Per esempio, quando si incontra per la prima volta un tizio conosciuto in rete, conviene darsi l'appuntamento in un posto affollato. Un bar una piazza.

Dove puoi confonderti tra la folla e, se l'altro non ti ispira abbastanza, puoi sempre dartela a gambe?

Beh, in effetti a me è capitato di rimanere lì ad aspettare qualcuno che, dopo avermi riconosciuto da oont éo a scappato come una lepre...

Le è mai capitato di peggio.

Ricordo un incontro molto laborioso con un tipo che in chat si era lasciato andare a fantasie sessuali assolutamente truculente. Tra parentesi: attenzione, in chat spesso si raccontano cose che dal vivo non si direbbero e non si farebbero mai. La rete è una specie di spazio franco della fantasia erotica.

Chiusa parentesi.

Allora, quest'incontro era stato preceduto da una trattativa lunghissima su come avremmo dovuto vestirci, come ci saremmo identificati, perfino cosa avremmo dovuto dirci per non ferirci nel caso non ci fossimo piaciuti.

E poi?

Poi ci siamo visti. E ci siamo riconosciuti: avevamo fatto politica insieme per anni, eravamo quasi una coppia di fratelli. La sola idea di fare sesso era incestuosa. Così siamo scoppiati a ridere, li, in mezzo alla strada, come due cretini. Due perfetti cretini, che hanno riso a crepapelle per mezz'ora.
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