GERUSALEMME, 25 GIU - E' scontro a Gerusalemme fra il sindaco ebreo ortodosso della citta' Uri Lupolianski e le associazioni di omosessuali e lesbiche sulla Gay Parade israeliana programmata per il 30 giugno prossimo, ma che il municipio vuole vietare.
La polemica sta divampando ormai da alcuni giorni. Gli organizzatori hanno annunciato un ricorso contro il sindaco davanti alla Corte Suprema, che dovrebbe pronunciarsi nei prossimi giorni, e hanno ricevuto l'appoggio del minsitro degli interni laburista Opher Pines.
La vicenda interviene poche settimana dopo l'annullamento del Gay Pride Mondiale, previsto quest'anno, in agosto, pure a Gerusalemme. La manifestazione mondiale e' stata pero' rinviata di un anno, per la concomitanza con le operazioni di ritiro da Gaza previste dalla meta' agosto, che mobiliteranno buona parte dei servizi di sicurezza israeliani, e rischiano di dare vita a forme di guerra civile.
IL NO DI PATRIARCHI, RABBINI E SCEICCHI - Accantonando divisioni e tensioni plurisecolari i rappresentanti delle tre religioni monoteiste il 30 marzo avevano lanciato insieme un appello contro l'organizzazione a Gerusalemme del World Gay Pride, che avrebbe dovuto durare una decina di giorni.
L'appello era stato sottoscritto dai due rabbini capo di Israele, Shlomo Amar e Yehuda Metzger, dal Patriarca latino Michel Sabbah, da quelli armeno Turkum Manoogian e greco-ortodosso Ireneos, dagli sceicchi musulmani Bouchari, Abu Ali e Abed El Salem Menasera.
Rinviato il World Gay Pride, la mobilitazione cresce ora anche contro la manifestazione annuale israeliana - giunta alla quarta edizione - di dimensioni piu' ridotte, prevista nel centro di Gerusalemme giovedi prossimo. Il direttore generale del municipio Eitan Meir ha scritto nei giorni scorsi a nome del sindaco agli organizzatori, riuniti in seno a una 'Open House', annunciando l'opposizione delle autorita' comunali alla manifestazione.
''Non sarebbe giusto autorizzare la marcia e le relative festivita' a Gerusalemme - ha scritto Meir - senza tenere conto del fatto che potrebbe costituire una provocazione per molti residenti e visitatori della citta', ferendone i sentimenti, con il rischio di perturbazioni all'ordine pubblico''.
Ma il direttore della Open House Hagai Elad ha subito respinto le ragioni del sindaco affermando la determinazione degli organizzatori a tenere comunque il Gay Pride che, ha affermato, e' gia' stata autorizzata dalla polizia.
GLI ORGANIZZATORI, SFILEREMO COMUNQUE - ''Il Gay Pride si svolgera' il 30 giugno come previsto: anche l'anno scorso il sindaco aveva cercato di impedire la sfilata, senza successo'' ha detto Elad.
La Open House ha ricevuto ora l'inaspettato appoggio del ministro degli inetrni Ofer Pines, stella nascente del partito laburista del vicepremier Shimon Peres.
Pines che si e' pronunciato per la tenuta del Gay Pride, bacchettando il municipio di Gerusalemme e il sindaco ultra-ortodosso, e membro del Likud del premier conservatore Ariel Sharon: ''ha il dovere - ha detto il ministro - di garantire la liberta' di espressione di tutte le componenti della popolazione''.
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