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Padova, al via la discussione sulle coppie di fatto

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2005 05:28
03/07/2005 01:11
 
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Non più figli di un dio minore, almeno agli occhi dell’autorità municipale: per migliaia di coppie di fatto padovane, etero e omosessuali, si apre uno spiraglio nel campo dei diritti, finora totalmente negati. La novità si chiama Registro delle unioni civili, è un istituto legale destinato a parificare il loro trattamento rispetto alle coppie sposate nell’ambito, ridotto in verità, delle competenze comunali. Ieri il consigliere comunale diessino Alessandro Zan ha depositato una proposta formale in tal senso, sottoscritta da altri diciassette componenti dell’assemblea di Palazzo Moroni. Il Registro, al quale il sindaco Zanonato ha assicurato il sostegno, ha valore essenzialmente simbolico pur investendo settori quali la casa e la cultura.

Ma in che consiste, nel concreto, questo provvedimento? E’ un elenco «parallelo» e distinto rispetto all’ordinamento anagrafico o di stato civile che consentirà alle coppie che non hanno contratto matrimonio di fruire degli stessi benefici che il Comune riserva ai cittadini sposati, a cominciare dall’assegnazione degli alloggi pubblici. L’iscrizione, ovviamente volontaria e preceduta da una richiesta documentata, è consentita alle coppie «Legate da vincoli affettivi o da motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale che coabitino da almeno un anno e abbiano dimora abituale nel Comune di Padova». Il venir meno di questi requisiti comporterà la cancellazione dal Registro, che sarà gestito dal sindaco in collaborazione con l’assessorato ai Servizi Demografici.

Siamo lontanissimi dal radicalismo del Governo Zapatero - che introducendo il matrimonio gay e il diritto d’adozione alle coppie omosessuali ha suscitato la furiosa protesta dei cattolici di Spagna - eppure il significato civile dell’iniziativa resta evidente.

«E’ un’opportunità che intendiamo offrire a molti cittadini, donne e uomini, che vivono insieme, magari da anni, condividono affetti e responsabilità, anche nell’educazione dei figli, eppure sono totalmente ignorati dalla legislazione nazionale» commenta Alessandro Zan «questa negazione di diritti comporta ingiustizie e sofferenze, accade ad esempio che l’eredità lasciata al compagno o alla compagna di una vita sia impugnata da parenti, anche lontani ed estranei, e che il giudice dia loro ragione. Per non parlare dell’assistenza sanitaria o dell’estensione della cittadinanza all’eventuale partner straniero. Parliamo della vita e dei sentimenti di tantissime persone, partecipi a tutti gli effetti alla comunità padovana ma “invisibili” agli occhi dello Stato».

Il Registro non è un fulmine a ciel sereno. La sua istituzione era contemplata dal programma elettorale del centrosinistra e lo stesso Zan, all’epoca presidente di Arcigay, ne aveva fatto l’elemento distintivo della sua candidatura. Ma l’accordo nell’Ulivo non è unanime: nessun esponente della Margherita, al momento, ha sottoscritto il documento... «Hanno chiesto una pausa di riflessione e approfondimento» minimizza Zan «ma io sono fiducioso e anzi confido anche nell’adesione al progetto dell’ala liberale del centrodestra. Questa non è una scelta ideologica, è un tentativo di offrire pari dignità ai cittadina che va aldilà del colore politico e degli schieramenti di partito».

Prevedibili le perplessità, a dir poco, della Chiesa... «A Padova l’autorità ecclesiale ha dimostrato capacità di dialogo e pacatezza anche dinanzi alle questione più “scottanti”, semmai temo le reazioni di una certa destra che già ai tempi del Gay Pride cercò di innescare, per fortuna senza riuscirvi, una crociata».

Ora la proposta dovrà affrontare l’iter consiliare e molto dipenderà dall’appoggio di Flavio Zanonato. In passato il sindaco era parso tiepido: «No, affatto, anzi ha sostenuto e difeso in molte occasioni, anche pubblicamente, questa scelta, già attuata in una ventina di città italiane. Che non tocca le famiglie esistenti e riconosciute, vuole solo aprire una spiraglio a quelle ingiustamente “sommerse”».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=33016
04/07/2005 19:04
 
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Padova apre a coppie di fatto e omosessuali
Diciotto firme, in testa quella del consigliere comunale diessino Alessandro Zan. E la benedizione ultralaica del sindaco della Quercia Flavio Zanonato. Padova apre ai gay e alle coppie di fatto: la città del Santo prova a imitare la deriva zapatera.

Diciotto firme, in testa quella del consigliere comunale diessino Alessandro Zan. E la benedizione ultralaica del sindaco della Quercia Flavio Zanonato.

Padova apre ai gay e alle coppie di fatto: la città del Santo prova a imitare la deriva zapatera. Per ora è solo un progetto, ma i diciotto consiglieri che l'hanno proposto hanno le idee chiare: vogliono istituire un registro delle unioni civili. Il primo, timido passo per avviare Padova sulla via della Spagna.

Con il registro le coppie otterrebbero un trattamento parificato rispetto a quelle regolarmente coniugate. Insomma, il Comune darebbe loro gli stessi benefici, a cominciare dall'assegnazione degli alloggi pubblici. L'iscrizione all'elenco, ovviamente volontaria e preceduta da una richiesta documentata, sarebbe consentita alle coppie «legate da vincoli affettivi o da motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale che coabitino da almeno un anno e abbiano dimora abituale nel Comune di Padova». In pratica, la proposta, scritta con linguaggio insieme pudico e burocratico, non fa distinzioni: sdogana in un colpo solo le coppie «miste» e quelle omosessuali. «È un'opportunità - spiega Zan - che intendiamo offrire a molti cittadini, donne e uomini, che vivono insieme, magari da anni, condividono affetti e responsabilità, anche nell'educazione dei figli, eppure sono totalmente ignorati dalla legislazione nazionale».


Il registro non è una novità assoluta. Anzi, dalle parti della sinistra, in bilico fra tradizione postcomunista e pensiero liberal, è un'opzione già sperimentata. Alcuni comuni rossi, come Bologna, Firenze, Pisa, hanno approvato dal '97 l'istituzione del registro per le unioni civili. A Piombino, altro bastione rosso, alla fine dell'anno scorso il Consiglio comunale ha votato all'unanimità, con l'appoggio dell'opposizione, lo stesso provvedimento. E il sindaco, il diessino Gianni Anselmi, ha salutato con la retorica delle grandi occasioni, l'arrivo dell'elenco: «Si è rispettata la tradizione di democrazia e inclusione della città di Piombino». Contemporaneamente, la Regione Toscana ha varato addirittura la prima legge a livello nazionale contro la discriminazione dei gay. L'articolo 7 riconosce il diritto per chiunque di stabilire chi debba prendere decisioni in caso di gravi malattie: dunque anche il compagno. Nelle Asl inoltre si prevede l'arrivo di task force di sessuologi e psicologi per assistere chi voglia compiere il grande salto e cambiare sesso.


Da anni, l'Ulivo - e non solo l'Ulivo - maneggia con cautela i Pacs: patti civili di solidarietà. Vale a dire un surrogato, se la parola non suonasse in qualche modo negativamente, dei matrimoni. Ora Padova, espugnata dalla sinistra nell'ultima tornata elettorale, prova ad accelerare. Il sindaco Flavio Zanonato sembra mettere le ali al progetto: «Ho sostenuto e difeso in molte occasioni, anche pubblicamente, questa scelta, già attuata in una ventina di città italiane». Ma l'idea ha già spaccato, silenziosamente, la maggioranza: fra i firmatari sette appartengono ai Ds, altrettanti allo Sdi, nemmeno uno alla Margherita. Che farebbe volentieri a meno di un tema così spinoso e politicamente scivoloso. E chiede tempo per «riflettere». Insomma, la calamita Zapatero fa sentire il suo effetto. Ma incanta, almeno per ora, solo la sinistra.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=33072
05/07/2005 17:54
 
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PADOVA. FORZA NUOVA BRUCERÀ IL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO
PADOVA - Per protestare contro la possibile "parificazione tra la coppia eterosessuale e quella omosessuale" i militanti di Forza Nuova di Padova annunciano che mercoledì prossimo bruceranno, in piazza Cavour, a Padova, un "registro delle coppie di fatto".

"Il consigliere comunale diessino Alessandro Zan - spiega una nota diffusa oggi dal coordinatore nazionale di Fn Paolo Caratossidis - il 30 giugno 2005 ha depositato la mozione per l' istituzione del registro delle coppie di fatto nel Comune di Padova, che ha ricevuto le firme di sostegno di tutti gli esponenti di Ds, Sdi, Rifondazione, Verdi, Padova per Padova".

"Adesso - prosegue la nota - toccherà alla presidente del consiglio Milvia Boselli metterlo all' ordine del giorno in una delle prossime riunioni del consiglio comunale, che dovrà essere a luglio oppure a settembre". In vista della discussione in aula, Forza Nuova intende quindi "contrastare l' istituzione anche a Padova di uno strumento, che lungi dall' essere utile per la cittadinanza, rischierà di essere il trampolino di lancio per la parificazione tra la coppia eterosessuale e quella omosessuale".

In occasione del Gay Pride del 2002 a Padova, Forza Nuova aveva organizzato una contromanifestazione per ribadire "il primato della famiglia naturale tradizionale e per denunciare lo strisciante lobbismo omosessuale che vuole imporre dei modelli antieducativi e offensivi della morale Comune".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=33104
06/07/2005 18:49
 
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PADOVA. RESPINTA LA MOZIONE ANTI ZAPATERO
Il consigliere dell’Udc Foresta paladino del documento che cita il Papa, il dizionario e Bush

Coppie gay, la maggioranza si spacca in due

La Margherita vota con il centrodestra ma la mozione dell’opposizione è bocciata

PADOVA. Per un voto la mozione a sostegno dei diritti della famiglia presso il Parlamento europeo (e di fatto contro il riconoscimento paritario delle famiglie omosessuali) non è stata approvata lunedì sera in consiglio comunale. 14 i voti contrari, 13 i favorevoli: un margine risicato per il sì dei consiglieri della Margherita. Ma lo «zoccolo» duro della maggioranza (Rifondazione, Ds, Sdi e Verdi) l’ha spuntata, rimandando al mittente la mozione battezzata «anti Zapatero».

Il primo firmatario Antonio Foresta, consigliere dell’Udc, ha preso la parola dopo le 23: un intervento enciclopedico sul significato di matrimonio (ben 2 i dizionari citati), con riferimenti alle politiche contro le coppie omossessuali del presidente americano Bush, attaccando senza mezzi termini la decisione del premier spagnolo Zapatero di riconoscere le unioni gay, aggrappandosi alla dottrina di fede di Benedetto XVI e chiudendo con un tocco naif: le dichiarazioni rilasciate dall’attore Ruper Everett, appartenente alla comunità omossessuale inglese. «È un’occasione persa, la minoranza su un tema forte come quello della famiglia non si è dimostrata unita: Menorello, Riccoboni, Marin, Carabotto e Zanon se ne sono andati prima della votazione. Saia e l’ex sindaco Destro erano assenti. Sarebbe bastato che almeno due fossero rimasti e la mozione sarebbe passata. Se per Riccoboni e Carabotto rispetto la loro posizione liberal, per gli altri non ci sono scuse».

Prima di arrivare al voto i consiglieri della Margherita avevano presentato un emendamento che di fatto eliminava le premesse della mozione originale, tanto criticate dalla maggioranza per una nemmeno tanto velata discriminazione nei confronti della comunità omossessuale. «Alla fine è stato votato il testo emendato che manteneva soltanto un richiamo forte alla tutela dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio - continua l’eponente dell’Udc - Purtroppo è stato chiaro che i Ds avrebbero votato no per il semplice motivo che un loro sì avrebbe creato qualche difficoltà quando in aula si dovrà votare la mozione Zan sul registro delle coppie di fatto».

La replica del consigliere diessino non si fa attendere: «I Ds hanno apprezzato il tentativo della Margherita di rendere presentabile la mozione, hanno fatto il loro lavoro, in totale e assoluta buona fede, soprattutto seguendo la loro sensibilità, ma la genesi di questa mozione era sbagliata e per questo si è deciso di votare no».

Diversa la versione del vicesindaco Claudio Sinigaglia che parla di incidente di percorso. «Abbiamo cercato di addolcire le premesse della mozione Foresta, nel testo votato sono state aggiunte alcune righe in cui si chiede al governo di attivare adeguate politiche a sostegno delle famiglie. A livello nazionale non c’è più nemmeno un accenno al sostegno dei nuclei familiari».

Sulla mozione il sindaco Zanonato si è astenuto e «l’incidente di percorso è tutto qui, i consiglieri Ds non hanno capito che dovevano astenersi anche loro» svela Sinigaglia che poi aggiunge: «Non c’era motivo di votare contro dopo l’emendamento della Margherita. In ogni caso non parlerei di spaccatura nella maggioranza, questi sono temi etici che non hanno nulla a che vedere con l’ambito amministrativo». Niente crepe nella maggioranza, almeno per ora. Almeno fino a quando non arriverà in aula la mozione Zan sull’istituzione del registro per le coppie di fatto. «È uno strumento amministrativo che non ha alcun valore con le leggi in vigore, chiederemo che venga ritirata».



Il presidente di An darà battaglia. Forza Nuova oggi in piazza Cavour

Zanon: «Andremo dal vescovo»

PADOVA. Contro il registro per l’istituzione delle coppie di fatto e in difesa della famighia: così si pronuncia il consaigliere comunale (anche presidente provinciale di Alleanza Nazionale) Gabriele Zanon. «Esprimo soddisfazione nel prendere atto di come, per l’ennesima volta, la maggioranza di centrosinistra che amministra Padova si sia divisa sulla mozione presentata in consiglio Comunale dal consigliere Foresta relativa alla difesa della famiglia e contro la costituzione del registro comunale sulle coppie di fatto. Mi rammarico - aggiunge - della poca sensibilità dimostrata dai questi amministratori che portano in discussione argomenti così importanti in momenti di scarsa partecipazione dell’opinione pubblica così a ridosso delle ferie». Zanon preannuncia che tutto il centrodestra riproporrà una nuova mozione sul tema. Alleanza Nazionale chiederà inoltre un incontro con il Vescovo di Padova. Intanto il coordinatore nazionale di Forza Nuova, Paolo Caratossidis, annuncia che oggi alle 12, in piazza Cavour, brucerà simbolicamente un registro delle coppie di fatto.



«Adozioni, contano i diritti del minore»

Oltre cento coppie padovane (sposate) si mettono in lista di attesa ogni anno

I diritti del bambino prima di quelli del genitore, o aspirante tale. Nel campo delle adozioni vige una distinzione netta tra l’interesse del minorenne, che risulta predominante, e la volontà dell’adulto, che viene assoggettata alle esigenze del bambino. Su questi perni ruota la legge italiana in tema di adozioni. Una normativa che attualmente prende in considerazione soltanto le coppie eterosessuali sposate, in grado di dimostrare un rapporto solido oltre che consolidato dal tempo. Nessun riferimento viene invece fatto su una possibile apertura delle adozioni alle coppie di fatto, né etero né omosessuali. «La legge sul tema è chiarissima - sostiene la responsabile dell’unità operativa dell’équipe adozioni dell’Usl 16 Alessandra Moro - e prevede che vengano considerate idonee per l’adozione le coppie sposate da tre anni o il marito e la moglie in grado di dimostrare una convivenza di almeno tre anni. Questa normativa riduce di fatto in maniera consistente tutte le possibili dissertazione sulle adozioni da parte delle coppie gay». I vincoli posti dalla legge valgono sia per quanto riguarda le adozioni nazionali che quelle internazionali. «I bambini che vengono dati in adozione sono molto provati dalla vita - prosegue Alessandra Moro -. Si tratta di individui che malgrado la giovane età hanno già sperimentato abbandoni, maltrattamenti, abusi e istituzionalizzazioni. Per tutti questi motivi hanno ancor più bisogno di un qualunque altro minorenne di avere delle figure di riferimento affettivo per crescere. Questi standard vengono individuati nelle coppie genitoriali. Una scelta che di conseguenza esclude non solo gli omosessuali, ma anche i single». Questo tipo di definizione, sostenuta dalla stessa letteratura per l’infanzia, non lascia spazio a possibili nuove aperture. «Questi bambini per crescere e maturare hanno bisogno di identificarsi in un genitore dello stesso sesso, con l’ulteriore possbilità, al tempo stesso, di imparare a rapportarsi con un adulto del sesso opposto - prosegue la responsabile dell’équipe dell’Usl 16 -. Nel caso delle adozioni si tratta di minorenni provati, che hanno diritto ad un’attenzione importante. Per legge i minori senza famiglia vengono dati in carico alla comunità che si impegna a trovare per loro la soluzione migliore per una crescita armonica ed equilibrata». L’adozione da parte di coppie gay non viene presa in considerazione nemmeno tra i bambini di 12-13 anni, dato che in questo periodo, nella cosiddetta età preadolescenziale, ai traumi tipici dei ragazzini abbandonati si sommano sollecitazioni sessuali molto forti e spesso confuse.

Ogni anno sono 130 le coppie che chiedono informazioni sulle adozioni; nell’arco di 12 mesi oltre 100 arrivano a dare la propria disponibilità per accogliere un bambino che in media ha tra i 4 ed i 5 anni. In tutto l’iter per la creazione di un nuovo nucleo familiare non dura meno di 3-4 anni. Ma mai nessuna coppia gay si è rivolta al consultorio per avere informazioni di alcun tipo: «Così come è concepita la legge non lascia spazio a dubbi - aggiunge la dottoressa Moro -. Nell’affrontare temi particolarmente delicati quali le adozioni da parte di coppie omosessuali, spesso si confondono i diritti dei genitori con quelli dei bambini. Noi non entriamo in merito rispetto ai singoli, ci occupiamo solo ed esclusivamente della tutela dei diritti dei bambini che sono la cosa più importante. L’obiettivo è creare un futuro che risarcisca i minori di quello che hanno passato garantendo loro una famiglia regolare».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=33132
24/07/2005 05:28
 
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Padova. Lega raccoglie firme contro le coppie gay.
"No alle coppie di fatto"



«Ritenuto indispensabile che anche il Consiglio Comunale di Padova realizzi iniziative di riconoscimento delle coppie di fatto disponendo la tenuta presso un apposito ufficio di un elenco dove poter iscrivere le persone legate da vincoli non legali ma solo da vincoli affettivi o di reciproca solidarietà».

Così il Consiglio Comunale di Padova, con la firma di Alessandro Zan (ex presidente provinciale di Arcigay, ora consigliere comunale Ds), chiede alla Giunta Comunale di istituire un "Registro delle unioni civili" presso un apposito Ufficio Comunale. Alla mozione chiamata "Registro delle coppie di fatto comprensivo delle coppie omosessuali", che doveva essere discussa in questi giorni in Consiglio comunale ed invece verrà affrontata a palazzo Moroni a settembre, la Liga Veneta-Lega Nord Padania dice no. «Romano Prodi - spiega il consigliere comunale Mariella Mazzetto - sta perdendo e prendendo tempo per decidere. Rispetto a questa mozione si registra una forte ambiguità, decisa a tavolino, per creare rumore e scalpore».

Anche a Maurizio Conte, segretario provinciale della Lega, la posizione della sinistra non piace. «La sinistra - spiega - sta tentando di provocare un decadimento della famiglia che è il nucleo fondante della nostra società. Noi ci muoveremo contro questo processo che è contrario alla morale della società in cui viviamo». Con questi intendimenti, la segreteria provinciale leghista di Padova ha deciso di promuovere una raccolta di firme sia contro le coppie omosessuali a cui la Lega Nord-Lega Veneta Padania non riconosce neppure il diritto di adozione sia contro il diritto di voto agli extra-comunitari.


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