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Canada: il pacs è legge per tutti

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2005 01:17
03/07/2005 01:17
 
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TORONTO - Questo matrimonio s'ha da fare. La controversia sulle nozze tra persone dello stesso sesso in Canada si è risolta definitivamente martedì sera, nella Casa dei Comuni, con 158 voti a favore e 133 contrari, subito dopo la settimana dedicata all'orgoglio gay, che si è conclusa domenica con la celebrazione del Gay Pride. «Il voto di questa sera - ha commentato a caldo il primo ministro Paul Martin, riferendosi alla Charter of Rights canadese - riguarda la Carta dei diritti. Siamo una nazione di minoranze e in una nazione di minoranze è importante non avere ineguaglianze di diritti. Un diritto è un diritto ed è di questo che stiamo parlando». Il testo della legge, anche per non scontentare le numerose credenze religiose, si riferisce soltanto alle unioni civili e non parla di matrimoni omosessuali in chiesa.



Il disegno di legge, sostenuto dal primo ministro Paul Martin, passerà all'esame del senato, dominato dai liberali, per l'ultimo voto che lo trasformerà in legge entro luglio. Si tratta di un passaggio pressoché formale, poiché il senato non è un organo elettivo e solo in casi rarissimi ha bloccato delle leggi.



Il Canada è il terzo Paese al mondo ad autorizzare le nozze omosessuali, dopo Belgio e Olanda, nonostante l'opposizione dei deputati conservatori e delle autorità religiose. Il matrimonio gay era già legale in sette province canadesi, compresi Ontario, British Columbia e Quebec, ma il testo approvato estende alle coppie omosessuali di tutto il Paese gli stessi diritti civili di quelle eterosessuali. Grazie al concetto di federalismo canadese, comunque, se una delle dieci province intende opporsi può ancora farlo, ma deve percorrere un complesso iter legislativo che si appella alla clausola «notwithstanding» (letteralmente, «malgrado»), che corrisponde al cambiamento di una legge costituzionale.



La questione, a parte l'Ndp, il partito neodemocratico, ha diviso tutti i partiti: i liberali al governo, i conservatori all'opposizione, i separatisti francofoni del Bloc Quebecois. Ieri la diatriba ha anche fatto registrare una vittima in seno al governo Paul Martin. Senza sorpresa, Joe Comuzzi, ministro dello sviluppo economico del nord dell'Ontario, ha presentato le dimissioni, per poter votare contro la legge. Mossa che è stata considerata positivamente dai critici, a dimostrazione di correttezza nell'ambito di un partito che negli ultimi due anni è stato travolto dagli scandali. Il leader dei Tory, Stephen Harper, ha assicurato che il partito conservatore, se andrà al governo alle prossime elezioni, farà riesaminare la legge dal Parlamento.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=33025
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