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Imma Battaglia: Sui diritti sempre ultimi in Europa

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2005 03:54
09/07/2005 03:54
 
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A che punto è l'Italia? Imma Battaglia, il volto schietto, le parole affilate e intelligenti, volutamente lontane da qualsiasi ambiguità, mi guarda sconsolata e dice: all'ultimo posto. A pari merito con la Grecia. Siamo sedute a un tavolo del Gay Village, a Roma, e io sto cercando di capire come sono regolamentati, da noi, i rapporti di convivenza tra le persone. Parliamo di quanto è appena accaduto in Spagna. Zapatero, come tutti sanno, è appena riuscito a far approvare una legge che permette alle coppie omosessuali di sposarsi e in questo modo accedere a tutti i diritti (e i doveri) derivanti dal matrimonio. Compresa l'adozione di figli. Una vera rivoluzione culturale. Da questo momento in Spagna, la definizione di matrimonio diventa "istituzione che sancisce l'unione tra due persone". Non un uomo e una donna, ma due coniugi. E anziché di padre e di madre, da questo momento si dovrà, si potrà, parlare di "genitori". Vladimir Luxuria, ex animatrice delle notti di Mucca Assassina, creatura la cui identità sessuale è un giardino di sentieri che si biforcano, mi aveva appena detto una cosa serissima: in Italia, ciò che fa scandalo è l'affetto non il sesso. Fin quando l'omosessualità pratica un territorio di confine, notturno, trasgressivo, fin quando non entra in contatto con il quotidiano ma si limita a offrire prestazioni da intrattenimento carnascialesco, non da fastidio. Feste, locali notturni, stilisti e ballerini, parrucchieri e cantanti rock. Ma un insegnante? O un medico, o un'avvocata o una direttrice di banca. Gli omosessuali sono accettati, tollerati, solo in quanto clandestini. Riconoscere loro il diritto a un'affettività "normale", significa riconoscere loro uno statuto di "normalità" a tutti gli effetti. Passare dalla tolleranza all'uguaglianza, è la vera rivoluzione. Paola Concia, dirigente nazionale dei Ds e Vanni Piccolo, preside gay di una scuola media romana (come lui stesso scherzosamente si definisce), sono d'accordo sul fatto che, come propone Grillini (presidente di Arci Gay) dalle nostre parti sia meglio procedere per gradi. La cosa da fare, adesso, è ottenere che lo stato riconosca le unioni civili. Battere almeno la Grecia, insomma, e mettersi al pari delle altre nazioni d'Europa. Un unione civile, mi spiega Paola, garantisce i conviventi in una serie di situazioni: accesso all'eredità, estensione della cittadinanza. Permette al proprio partner di essere riconosciuto come tale durante i ricoveri ospedalieri o nelle mille occasioni nelle quali lo si vorrebbe accanto. Finora uomini o donne per di accedere al letto del proprio compagno malato, devono fingersi cugini, lontani parenti. Diritti civili che non toccano la questione dei figli. Per intendersi, non permettere alle coppie omosessuali di accedere alle norme che regolano la convivenza civile, sarebbe più o meno come impedire loro di fare un contratto di affitto, o pagare le tasse, o ricevere assistenza medica. Discriminazioni che ci fanno rabbrividire, che riportano alla mente l'orrore e la deriva di ogni razzismo. Nessuna democrazia dovrebbe vincolare i diritti sociali alle scelte sessuali. Ma Imma Battaglia dice un'altra cosa che mi fa pensare a lungo. Parla di inclusività. Una legge dovrebbe partire da quello che accade dentro una società e includere non solo la norma ma anche le sue eccezioni. E' in questo modo, mi dico, che il mondo va avanti. Che dalla giungla siamo arrivati alle città, procedendo un passo dopo l'altro ma forzando ogni volta la mano nella direzione delle eccezioni che riteniamo accettabili. Ogni eccezione, una volta inclusa, diventa in fretta una nuova normalità. Pensate al divorzio, alla contraccezione, ai diritti delle donne. Tutte cose che sembrano appartenerci da sempre per quanto profondamente acquisite, e invece fino a pochi anni erano eccezioni delle eccezioni. Penso alle lesbiche che hanno sfilato a Milano per mano ai loro figli. Quei figli esistono. E ne nasceranno altri. Nessuna legge può impedire a una donna di avere un figlio. Zapatero, coi matrimoni omosessuali e le adozioni, ha regolamentato, ha incluso nella società, qualcosa che di fatto esiste già. Possibile che in Italia non ci sia un politico tanto intelligente da volersi prendere il merito di aver proposto per primo una legge che sarà presto inevitabile? Nessuno, neanche a sinistra?.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=33184
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