Negli anni Settanta è stato uno dei personaggi più attivi e impegnati nell’allora nascente movimento gay; il suo nome oggi è legato soprattutto all’omonimo circolo romano, ma pochi sanno chi era veramente.
Mario Mieli nasce a Milano nel 1952 e vive a Como fino al suo 16° compleanno, quando decide di tornare nel capoluogo. Comincia a partecipare alle attività del Fuori!, con cui collabora fino al 1974 quando il gruppo si associa al Partito Radicale. Mieli non condivide la scelta di legarsi ad un gruppo politico preciso e lascia, preferendo passare ai COM (collettivi omosessuali milanesi), coi quali realizza lo spettacolo teatrale La traviata norma, da cui viene anche tratto un libro.
Sempre in campo editoriale, nel 1976 è autore di Elementi di critica omosessuale, riscrittura della sua tesi di laurea in Filosofia pubblicata da Einaudi, che viene tradotto in inglese e spagnolo; col passare degli anni, il testo diverrà uno dei “classici” del movimento, ancora tenuto in considerazione a trent’anni dalla prima edizione. In seguito si occupa di alchimia e parapsicologia, progettando di scrivere altri libri (un’autobiografia e un lungo racconto sulla reincarnazione di Gesù dal titolo Le avventure del Messia) che però vengono rifiutati dall’editore. Entra in un periodo di depressione e, nel marzo 1983, inaspettatamente si toglie la vita a soli trent’anni.
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Concludiamo riportando un paio di stralci da Elementi di critica omosessuale (il volume è stato recentemente ripubblicato da Feltrinelli): «Anche tra i gay che partecipano alle attività del movimento di liberazione non tutti si sono resi pienamente conto della necessità di condurre la lotta in una prospettiva totalizzante e rivoluzionaria, volta all’emancipazione umana invece che all’emancipazione politica. […] La repressione dell’omosessualità è direttamente proporzionale alla sua importanza nella vita umana e per l’emancipazione umana».
Da Clubbing