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PRIMA COMUNICAZIONE. FRANCO GRILLINI È IL PARLAMENTARE DEL MESE
L'inarrestabile onorevole
C'è chi (almeno parzialmente) condivide le sue battaglie, chi (sempre parzialmente) ne parla con simpatia, chi (altrettanto parzialmente) non lo sopporta o addirittura lo teme.
Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay e deputato diessino portavoce dei Pacs, è quel che si dice una lingua lunga anche se il suo spettegolare pur malizioso non è mai violento né tanto meno ricattatorio.
Il che non vuol dire che non sappia essere crudele. Da questo si deduce che, sia come sia, Grillini non risulta indifferente a nessuno. Quando si siede sui divanetti del Transatlantico è uno di quei parlamentari che non rimangono mai soli.
La sua postazione diventa il catalizzatore di parlamentari, di destra come di sinistra, che a lui si rivolgono per i consigli più diversi: dal modello di telefonino da acquistare a come collegare il palmare con la propria casella e-mail, fino a interrogarlo su come i contratti di solidarietà per le coppie di fatto potrebbero tutelare la figlia che da anni convive con il fidanzato.
Sorriso a tutto tondo, occhiali spessi come due fondi di bottiglia e inarrestabile parlantina, Grillini non si sottrae a nessuna richiesta: potrebbe trascorrere ore a descrivere l'ultimo ritrovato tecnologico o a spiegare nel dettaglio che i Pacs non sono i matrimoni di Zapatero e che possono essere utilizzati anche da due amiche anziane che per bisogno decidono di vivere insieme.
Il tempo però non gli basta mai, impegnato com'è nei mille fronti della sua instancabile attività di comunicatore della causa omosessuale.
Dall'intervista (a Corriere Magazine) in cui rivela la percentuale di gay presenti nelle Camere e nel governo (ben 70 parlamentari, tre ministri e sei sottosegretari, sostiene, ma giura che non ne farà i no-mi nemmeno morto), al convegno per discutere di lobby ("Quando si parla di quelle omosessuali è solo per insultare", accusa), al collegamento radiofonico in cui per Caterpillar racconta la giornata politica.
"Rappresento l'ala edonista e godereccia della sinistra", dice di sé. Se Radiomaria lo dipinge come il moderno Satana, lui fa spallucce e divertito continua a presenziare a feste animate da drag queen e a rilasciare dichiarazioni contro l'omofobia della Chiesa.
Dissacratore, ma privo della provocazione di Aldo Busi e della spettacolarizzazione di Platinette, non si sottrae nemmeno alle domande sulla sua vita privata. Ed è con sottile ironia che descrive il dolore per il suo 'perduto amor', racconta i tanti incontri al buio che rimedia chattando pure dagli scranni dell'aula utilizzando lo pseudonimo Apollo e di come in gioventù amò per tre anni una donna dalla quale avrebbe voluto avere otto figli. "Però non vennero e io poi mi innamorai di un uomo", chiosa senza rimpianti. Tutto fa brodo pur di far notizia, creare dibattito, provocare scompigli, suscitare molti mal di pancia e perfino qualche riflessione: senza imbarazzi di sorta e con sapiente abilità politica.
Nato nella provincia emiliana 50 anni fa, laureato in pedagogia, psicoterapeuta e giornalista per hobby, è dalla gavetta delle lotte studentesche degli anni Settanta e dai banchi del consiglio provinciale di Bologna negli anni Ottanta che Grillini si è formato, faticando a farsi accettare pure nel suo partito, il Pci prima e i Ds poi, che solo nel 2001 - dopo la candidatura dell'87 alle politiche e del '94 alle elezioni europee - rompe ogni indugio e lo mette nella lista proporzionale per farlo eleggere in Parlamento. Nel frattempo fonda l'Arcigay e la Lila, periodici e centri d'informazione su Internet diventando un punto di riferimento politico per quella terza parte del cielo che è ormai la galassia omosessuale, organizzando migliaia di manifestazioni, impegnandosi in centinaia di battaglie per i diritti dei gay: dalla privacy ai tempi dell'Aids fino ai Pacs. "Anche nel mio partito non è stato facile imporre questi temi", racconta. Oggi invece i suoi contratti di solidarietà provocano inattese adesioni a destra e sorprendenti divisioni a sinistra. Con inimmaginabili trasversalità: il curiale Prodi li accetta, l'ex radicale Rutelli li rigetta e il post missino Fini non li esclude. Lui ne sorride soddisfatto. E infatti anche grazie al suo lobbismo stakanovista che è riuscito a spezzare granitiche rigidità: per tre anni ha tampinato i colleghi per ottenere la loro firma in appoggio alla proposta oggi al centro del dibattito politico. Li ha braccati, adulati, persuasi, scovando con sensi anche a destra e ottenendo udienza pure da Marcello Pera e Pierferdinando Casini.
Risultato: ben 161 firme poste in calce alla proposta di legge per regolamentare le convivenze, senza distinzioni di genere. Per conquistare ascolti e guadagnarsi la stima ha usato tuta) le armi, compresa quella tecnologica. Sempre disponibile, è lui che soccorre i parlamentari lasciati in panne dal proprio palmare o incapaci a far funzionare la fotocamera del telefonino: nessun apparecchio tecnologico ha segreti per Grillini. E se li ha, durano poco. Da bambino smontava le macchinine che gli regalavano per capirne il meccanismo e ora - tra una seduta parlamentare e l'altra - si diverte addirittura a scoprire i difetti dei prodotti sfornati dalla Nokia, piuttosto che dalla Samsung o dalla Ericsson. Tanto che anche la Camera lo ha chiamato come consulente per rinnovare il proprio parco tecnologico. Oggi l'onorevole Trillini, come è soprannominato, gareggia con l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga nell'accaparrarsi l'ultimo gadget. "Spesso ci sentiamo per segnalarci a vicenda i vari modelli", racconta divertito. Poi si fa serio e aggiunge che Cossiga fu il primo e unico presidente della Repubblica a ricevere al Quirinale una delegazione dell'Arcigay, da lui ovviamente guidata. Altri tempi.
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