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Usa: legislazione sui gay

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2006 01:25
11/11/2005 17:28
 
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Giornate difficili per gli omosessuali americani, nonostante qualche piccola vittoria elettorale locale alle elezioni di martedì.

Una commissione del Senato degli Stati Uniti ha infatti approvato un emendamento contro i matrimoni gay e lesbici, aprendo la via -anche se l'iter sarà ancora lungo e difficile- ad una modifica della Costituzione federale degli Stati Uniti per definire il matrimonio "una unione tra un uomo e una donna".

Per entrare in vigore, una modifica costituzionale deve ottenere una maggioranza dei due terzi nei due rami del Congresso ed essere ratificata da almeno 38 parlamenti statali.

I gay e le lesbiche texani hanno subito, inoltre, una sconfitta alle elezioni di martedì. In Texas è stata infatti approvata ad ampia maggioranza una modifica della costituzione locale per proibire i matrimoni tra persone dello stesso sesso, diventando il 19.mo stato a farlo.

E' andata meglio nel Maine, dove la proposta di smantellare i diritti riconosciuti alle coppie omosessuali è stata bocciata, e anche nell'Ohio, dove una serie di candidati locali apertamente gay sono stati eletti.

A Cleveland Heights, il candidato gay Mark Tumeo ha seccamente sconfitto il reverendo Jimmie Hicks, che aveva messo in programma il bando del cosidetto registro civile della città, che riconosce le coppie non sposate, eterosessuali ed omosessuali.

Secondo il 'Gay and Lesbian Victory Fund', un un totale di 55 candidati apertamente omosessuali in tutti gli Stati Uniti, 33 sono stati eletti martedì, 22 hanno perso ed uno si è ritirato.
19/03/2006 01:25
 
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Nel nuovo regolamento l’omosessualità diventa uno dei motivi di discriminazione

IL DIAVOLO si nasconde sempre nei dettagli. Fallito miseramente il tentativo di far passare un emendamento costituzionale per mettere definitivamente al bando il riconoscimento dei matrimoni fra gay a livello federale, l'amministrazione Bush torna alla carica e per compiacere la destra religiosa sferra un altro colpo ai diritti civili degli omosessuali. L'occasione è stata offerta dal nuovo regolamento, appena diffuso dalla Casa Bianca, in cui vengono riscritti i criteri in base ai quali funzionari governativi e personale della pubblica amministrazione in genere possono avere accesso a documenti classificati. Si tratta della cosiddetta clearance, una sorta di nulla osta per la cui concessione vengono presi in considerazione fattori quali l'assenza di precedenti penali, di potenziali conflitti d'interesse e altri criteri che - pur con ampio margine di discrezionalità da parte degli esaminatori- attengono esclusivamente alla tutela della sicurezza nazionale.

Nel testo originale del 1977 era già presente un riferimento diretto all'omosessualità, ma con il chiaro intento di impedire forme di discriminazione. «L'orientamento sessuale non può essere motivo per il diniego del nulla osta - recita il documento né costituire di per sé un criterio oggettivo nel determinare se l'individuo in oggetto possegga i requisiti necessari per accedere a informazioni riservate». L'unica eccezione è rappresentata dalla possibilità che le attività sessuali del candidato lo rendano vulnerabile a «forme di ricatto, coercizione o sfruttamento». Questo valeva per tanto per le relazioni omosessuali che per quelle eterosessuali. In fondo un elementare principio di buon senso, visto che gli omosessuali rappresentano una minoranza della popolazione stimata appena fra il 5 e il 10%, e quindi la stragrande maggioranza delle relazioni, siano stabili o occasionali, è di tipo eterosessuale.

Il nuovo regolamento voluto dal presidente George W. Bush ribalta le carte in tavola per affermare che «l'accesso a documenti classificati di qualsiasi tipo non può essere negato esclusivamente in base all'orientamento sessuale di un individuo». Non solo, i rapporti omosessuali devono essere «strettamente privati, consensuali e discreti». Le organizzazioni che si battono per la parità di diritti per gli omosessuali sono insorte di fronte a questa formulazione da contratto capestro. Il primo campanello di allarme sta in un avverbio: se il nulla osta non può essere rifiutato «esclusivamente» perché il candidato è gay, resta il fatto che il suo orientamento sessuale può comunque incidere negativamente nella valutazione. In sostanza, se essere gay non è di per sé ragione sufficiente per essere tagliati fuori dai segreti di Stato, viene messo nero su bianco che è comunque un titolo di demerito. Il secondo elemento di palese discriminazione sta nel passaggio dove si sottolinea che l'omosessualità deve restare strettamente privata e discreta. Praticamente segreta. Un concetto che sembra ripreso pari pari dall'infame regola del «Don't ask, don't tell» (non chiedere, non dire) in vigore nelle forze armate Usa, al cui interno i gay ufficialmente non sono esclusi, a condizione che non facciano parola della propria omosessualità. Rompere la regola del silenzio significa andare inesorabilmente incontro a un congedo forzato con «disonore».

Scott McClellan, il portavoce presidenziale, ha sudato le proverbiali sette camice per assicurare che il governo non intende discriminare nessuno: «Non c'è nessun cambiamento nella nostra politica. Abbiamo semplicemente aggiornato il linguaggio per rendere la formulazione più comprensibile». L'opposizione democratica al Congresso non è parsa affatto convinta da queste argomentazioni. Tammy Baldwin, deputata del Wisconsin apertamente gay, ha chiesto alla Casa Bianca di rimangiarsi immediatamente il nuovo regolamento: «L'orientamento sessuale è irrilevante sotto il profilo dell'affidabilità di una persona e della sua capacità di proteggere informazioni riservate».
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