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Grillini: per i Pacs ormai è solo questione di tempo
Franco Grillini, deputato Ds e primo firmatario di una proposta di legge sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, l'altra sera in sant'Ilario per dibattere sull'argomento, non è uomo da farsi illusioni ma neppure risparmia ottimismo sul futuro anche italiano di un istituto che all'estero, vedi Francia o Danimarca, è una realtà già da diversi anni: «La nostra proposta ha l'accordo di tutto il centrosinistra - assicura il parlamentare - speriamo addirittura in un consenso trasversale, e Prodi ha ufficialmente preso l'impegno del riconoscimento delle unioni civili nel programma elettorale».
Scarso rilievo avrà il rischio che, ad essere cestinato durante l'iter, possa essere il nome,
Pacs, che, ricorda Grillini, «a Rutelli e a Mastella non piace, siamo dunque disposti a rinunciarvi, anche se ci siamo affezionati», ammette sorridente il presidente onorario dell'Arcigay italiano, invitato a Piacenza dal circolo Arcigay locale ("L'atomo di Piacenza") e dalla sua presidente, Chiara Barbieri, per una serata sul tema "Vivere in Pacs - L'anomalia italiana ed i diritti negati" che ha avuto il patrocinio del Comune di Piacenza e la collaborazione dell'assessorato Pari opportunità (assente per precedenti impegni l'assessore Manuela Bruschini).
Con Grillini, al tavolo dei relatori, Francesco Bilotta, docente di diritto privato all'università di Udine. I Pacs, ovvero i patti civili di solidarietà, riguardano due categorie di cittadini, analizza il giurista, ovvero conviventi che non vogliono o non possono sposarsi, e coppie omosessuali.
«I Pacs - prosegue l'esperto - nella proposta di Grillini sono conformi alla Costituzione italiana, anzi, lo sono anche a quelle norme che informano la costituzione europea, vedi la Carta di Nizza del 2000, dove si dice, all'articolo 9, che tutti hanno diritto ad avere una famiglia e a sposarsi». Abbasso gli stereotipi o i pregiudizi, «i Pacs - sostiene infatti Bilotta - non sono matrimoni di serie B, ma un'opportunità in più offerta ai cittadini per cristallizzare dei diritti».
«Abbiamo puntato su una proposta capace di unire e non di dividere, avessimo parlato di matrimonio gay, in Italia, non avremmo portato a casa nulla - non nasconde l'onorevole Grillini - una proposta moderatissima, su cui pure la gerarchia ecclesiastica si è messa di traverso, ma è il minimo da fare sul terreno dei diritti individuali che devono essere riconosciuti anche verso terzi». «Ciò - ha concluso Grillini - implicherà una modifica del codice civile ma anche su questo, dalla Margherita di Rutelli, è venuto l'assenso». |