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Buoni consigli per trovare i cioccolatieri migliori

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2006 21:31
10/01/2006 21:31
 
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Se amate il cioccolato e vi capita di passare a Napoli non potete non concedervi un ritaglio di tempo per fare una visita alla “Gay Odin” la più antica cioccolateria della città: un piccolo negozio dall’apparenza discreta, all'insegna del "fleury", con arredo perfettamente conservato che la annovera tra i Locali Storici d’Italia. Vi investe subito all’entrata un aroma di cacao che manda in estasi e poi è tutto un gaudio della vista, un trionfo di squisite ghiottonerie. Quante forme può assumere il cioccolato in tutte le sue varietà, dal latte all’extrafondente, alla nocciola, ai frutti esotici, alle spezie! Le sapienti mani di ar-tigiani fanno rivivere ogni giorno antiche ed esclusive ricette per la gioia dei palati più esigenti: ecco le diverse varietà dei "Nudi”, dal gusto dolce-amaro, privi di rivestimento nella carta, ripieni di creme, liquori (Chicchi al caffé, Tripolini, Scricchioli, Giapponesi, Navette, Cozze, Nugatine, Trifoglio, Scorzette, Tarallini, Limoncello, Cremini…), le tavolette nelle più svariate qualità, le cialde profumatissime (Noci, Ghiande, Wafer, Ostri-che, Coni…)
Avete l’acquolina in bocca, vero? e non ho ancora parlato del “Vesuvio”, a foggia di vulca-no, e della “Foresta”, un bel pezzo di cioccolato al latte disposto in strati delicati, simile alla corteccia rugosa di un albero, che si sfalda in sfoglie e si scioglie lentamente in bocca regalando attimi di paradiso.

Vi stupirà scoprire che ad aprire la bottega, verso la fine dell’800, era stato uno della no-stra terra: Isidoro Odin, cioccolatiere ad Alba, giunto a Napoli con poche lire, una valigia piena di intraprendenza e tanta voglia di riuscire. Sapeva bene il suo mestiere e avrebbe potuto lavorare anche nella sua città, ma come dipendente, presso i Ferrero, che stavano fondando un impero, o qualche altra azienda.
Napoli lo aveva affascinato da subito, era tutta da conquistare, qui avrebbe aperto il suo negozio-laboratorio e dato sfogo alla sua creatività. La scelta del luogo era stata feli-cissima: all'inizio di via Chiaia, tra negozi di moda, eleganti caffé e nel raggio di pochi metri i circoli di ritrovo più esclusivi. Ben presto al primo negozio si aggiunsero gli altri due di via Toledo, e poi, nel '22, la fabbrica, nel cuore della città, a pochi metri dal palazzo del princi-pe D'Avalos, nei pressi di Via dei Mille, dove risiedeva la migliore borghesia.
Intanto il nostro intraprendente giovanotto si era sposato con Onorina Gay, sua compae-sana e collaboratrice, e per omaggio alla signora aveva cambiato la ragione sociale: na-sceva così la Gay-Odin e cominciava la leggenda.
La signora, come Juliette Binoche nel film “Chocolat” di Hallström, aveva fascino e usava la seduzione dei suoi prodotti tanto che in breve divenne un rito per la gente spingere la passeggiata giornaliera fino al suo negozio.

La leggenda continua ancora. Sull’etichetta dei prodotti sono elencati, come d’obbligo, tutti gli ingredienti, ma nessuno sa con quali sottili alchimie si fondano tra loro. I segreti di Odin sono di generazione in generazione giunti fino all’attuale proprietario, Giuseppe Maglietta, un gentiluomo di vecchio stampo, coadiuvato dalla moglie e dai figli. L’azienda ha conservato modeste dimensioni per non far perdere qualità al prodotto che viene seguito in tutte le sue fasi: dai chicchi di cacao che giungono dall’America centrale, alla tostatura, alla macinazione, alla lavorazione ed alla vendita.
Se andate a Napoli, mi raccomando, non mancate di fare una visita allo storico negozio di Odin e, magari, anche alla sua fabbrica, dove vi accoglieranno con amicizia. E portatevi via un po’ di dolci souvenir. Se avete l’imbarazzo della scelta fatevi preparare una bella scatola di prodotti misti, che sarà anch’essa in rigoroso stile retrò, ma fatela sigillare con cura se non volete girare per le strade con mani, bocca, abiti impiastricciati e spolverizzati di cacao.
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