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Assemblea nazionale di soddisfazione domenica a Roma per Gayleft, la consulta degli omosex Ds: le prime pagine dei giornali parlavano dei pacs e dell'iniziativa organizzata da Alessandro Zan e da Aurelio Mancuso in Piazza Farnese con l'appoggio di quasi tutte le altre sigle del movimento omosex e trans. È la prova che «riusciamo a parlare alle piazze», ha sottolineato una delle pacsate, Agata Ruscica, che il riconoscimento dei diritti civili è «la cartina al tornasole del grado di modernità di un paese», ha sottolineato Grillini. Di qui, i balzi in avanti.
L'assemblea ha eletto un doppio portavoce nazionale: Andrea Benedino, confermato, viene affiancato da Anna Paola Concia, un'altra delle unite in pacs sabato pomeriggio, responsabile per lo sport nella direzione Ds. Da domenica Anna Paola Concia è rappresentante delle donne della consulta. Un segnale di parità e di cultura che contrasta i residui di un pregiudizio latente, quello che vede la questione omosessuale un territorio di competenza maschile. Della conferma di Benedino e della elezione di Paola Concia, che fa parte anche del coordinamento nazionale delle donne Ds, si congratula Barbara Pollastrini e considera la figura dei due portavoce, «paritari nella leadership», «atto innovativo e simbolico» nella direzione della intoccabilità dei principi laici dello Stato.
«Mancano meno di 90 giorni a un traguardo cruciale per il Paese - ha aggiunto Pollastrini -. Dobbiamo farcela e aprire un New deal del Paese fatto di rispetto delle persone, di uguaglianza nei diritti, di leggi sagge e avanzate, come quella dei Pacs». Nel clima di soddisfazione di domenica tante erano le questioni sul tappeto: le candidature alle prossime elezioni politiche e amministrative e la forza che all'interno del partito assume la questione dei diritti civili. E qui in primo piano è emersa una annotazione sofferta: Benedino ha parlato di presenza sottotono dei dirigenti ds nella giornata della manifestazione per i pacs, Mancuso ha rilanciato: «Se non avessimo fatto questa manifestazione, ne avremmo viste di altre, ma non sui pacs, sui matrimoni gay. Noi abbiamo dato una risposta riformista a una forte esigenza di piazza, sostenendo il partito. Ma il partito nella giornata dei Pacs è stato zitto. Se viene ignorata questa manifestazione vuol dire che qualcosa non funziona». E Lo Giudice: «Il silenzio dei dirigenti Ds non aliena i consensi al centro sinistra, ma li toglie alla Quercia». Grillini ha ribadito che gli omosex Ds sono «la punta di diamante della cultura libertaria della Sinistra» e che si trovano naturalmente dalla loro parte la Sinistra che ha una formazione giuridica. Di qui l'importanza di garantire forti presenze nelle istituzioni.
Ma la domanda centrale di Gayleft restava: la nostra causa è vista o no dal partito come una causa comune? Vittoria Franco, della Segreteria Ds, ha risposto «che è stato fatto un passo avanti in più nella convinzione che si tratta di una battaglia nostra». Luciano Violante, sottolineando che la manifestazione di sabato ha segnato il passaggio dal pittoresco al politico, ha analizzato la posizione della Chiesa, rilevando che la questione omosessuale pone alla Chiesa un problema di rottura delle gerarchie. Ha parlato del valore della presenza di Grillini in Parlamento: «Ha arricchito la convinzione che di omosessualità si può parlare». Poi, ha indicato due linee guida: incrementare le rappresentanze e far maturare la cultura dei diritti civili dentro il partito. E il silenzio di dirigenti? «Propongo un incontro sui temi del Pacs tra gli esponenti della Segreteria, insieme ai capigruppo di Camera e Senato, con i due portavoce di Gayleft», ha concluso Violante. |