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Ratzinger, un uomo, un papa, un perchè (????)

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2006 13:34
19/04/2005 19:16
 
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Non posso che essere totalmente dispiaciuto per questa scelta. Ci ritroviamo un papa aristocratico, un cultore dell'ortodossia che non ha mai fatto mistero delle sue posizioni ipertradizionaliste. Siamo tornati indietro di 500 anni, poveri noi




19/04/2005 19:20
 
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Biografia del nuovo papa
In quanto prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant'Uffizio) è il guardiano dell'ortodossia nella Chiesa cattolica. E' anche presidente della Pontificia commissione biblica e della Pontificia commissione teologica internazionale e Decano del collegio cardinalizio.

E' nato a Marktl am Inn (Germania) il 16 aprile 1927. Il padre, commissario della gendarmeria, proveniva da una antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera. Ordinato sacerdote nel 1951, studia filosofia e teologia nella università di Monaco e di Frisinga.

Insegna a Bonn, dal 1959 al 1969, Münster, dal 1963 al 1966, e Tubinga, dal 1966 al 1969. In quest'ultimo anno diventa professore ordinario di Dogmatica e di Storia dei dogmi nell'Università di Ratisbona e vice-presidente della stessa università. Intanto già dal 1962 acquista notorietà internazionale intervenendo, come consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia Joseph Frings, al concilio Vaticano II.


Nel 1969 diventa professore ordinario di Dogmatica e Storia dei dogmi all'Università di Ratisbona, dove è anche vice presidente.

Il 24 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nomina arcivescovo di Monaco ed il 28 maggio successivo riceve la consacrazione episcopale, primo sacerdote diocesano ad assumere, dopo 80 anni, la gestione della grande diocesi bavarese.

Il 5 aprile 1993 entra a far parte dell'Ordine dei cardinali vescovi.


Ratzinger è stato presidente della Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa Cattolica (1986-1992) ed è stato insignito della Laurea ad honorem in Giurisprudenza dalla Lumsa.

Apprezzato dai cattolici più ortodossi, è stato al tempo stesso criticato più volte dal mondo laico per alcune posizioni ritenute troppo dogmatiche.

Il sito degli amici di Raztinger è http://www.ratzinger.it



19/04/2005 19:31
 
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31/07/2003 Ratzinger contro le coppie gay
Fa discutere il documento presentato dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede "Il matrimonio è sacro, no alle coppie gay" La Santa Sede ai politici: legalizzare le unioni omosessuali è un atto gravemente immorale. Deciso rifiuto alle adozioni
L'obiettivo è scritto chiaramente nell'introduzione: "illuminare l'attività degli uomini politici cattolici" perché si oppongano a qualsiasi tipo di tutela legale delle unioni omosessuali. Non farlo sarebbe un "atto gravemente immorale".
Nel nuovo documento presentato ieri a firma del cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Vaticano ribadisce così il suo deciso 'no' alle unioni omosessuali, che definisce "nocive per il retto sviluppo della società umana" ed esorta appunto i politici a non commettere l'atto "gravemente immorale" di legalizzare in alcun modo le coppie gay. Inoltre - spiega la Santa Sede - non deve essere consentito alle unioni omosessuali nessun tipo di adozione di bambini: sarebbe un atto di "violenza" contro i minori, una "pratica immorale", in contrasto con i principi dell'Onu.
Nel testo, intitolato "Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali", Ratzinger usa toni piuttosto severi: le unioni omosessuali - si legge - non hanno alcun ruolo sociale, non "sono in condizione di assicurare adeguatamente la procreazione e la sopravvivenza della specie umana" e dunque non vi è alcuna ragione per il loro "riconoscimento legale".
"Il matrimonio è santo - osserva Ratzinger - mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati".
La Chiesa cattolica di oggi, osserva Ratzinger, esorta ad accogliere "con rispetto, compassione e delicatezza" le persone con tendenze omosessuali, ma esse sono chiamate alla castità. Le unioni non possono essere né incoraggiate, né tollerate, né tantomeno legalizzate. "Le unioni omosessuali non svolgono neppure in senso analogico remoto i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale".
"Riconoscere legalmente le unioni omosessuali - si legge nel testo - significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità".
[SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730]

INSOMMA

Si tratta di una chiamata alle armi del mondo cattolico contro il riconoscimento della coppia gay, dato che "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le rela-zioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale".
Il ritornello è sempre il solito: gli omosessuali "in nessun modo possono essere approvati".
Ma allora dov'è la "novità"?
Perché qui non siamo di fronte al solito documento antiomosessuale vaticano.
Infatti rimane un'idea nuova, non presente nei documenti precedenti, e che è la vera ragion d'essere del testo. È l'intimazione a sabotare le leggi e le autorità dello Stato.

Proprio così. L'ingiunzione fatta ai cattolici che lavorano nello Stato è esplicita: "Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiu-ste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza".

RAGAZZI IN BOCCA AL LUPO A TUTTI! :Sm19:



19/04/2005 23:33
 
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Re: 31/07/2003 Ratzinger contro le coppie gay
[SM=x432742]




19/04/2005 23:44
 
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... non generalizzate, vedrete che ha avuto un buon maestro!



20/04/2005 00:12
 
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Re: ... non generalizzate, vedrete che ha avuto un buon maestro!
purtroppo i fatti smentiscono quello che dici... spero di sbagliarmi, lo spero caldamente, ma per adesso non posso che essere disgustato da questa scelta antiprogressista e retrograda



20/04/2005 14:46
 
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Ma smettiamola di farne una tragedia!! Solo perchè Giovanni Paolo II andava tra i giovani e sapeva come ingraziarsi la massa lo si ritiene tanto diverso da questo attuale.
E invece la linea è sempre la stessa...
No all'aborto,no ai divorzi,no al progresso affidato agli studi di genetica (quindi niente agevolazioni per quando riguarda la fecondazione assistita),no ai metodi anticoncezionali e soprattutto no ai gay!!
Non è Ratzinger...è proprio la dottrina cattolica che propina da secoli una serie di NO.



20/04/2005 15:07
 
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I tabloid inglesi contro ratzinger


“THE SUN” BRUCIA IL NUOVO PAPA: “DALLA GIOVENTU’ HITLERIANA AL PAPA RAZTI”
I TABLOID INGLESI NON SI INGINOCCHIANO: “ERA NOTO COME IL ROTTWEILER DI DIO”
VITA ROMANA DI UN BAVARESE TRA BORGO PIO, BEETHOVEN E PRINCIPESSE NERE



20/04/2005 15:19
 
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Per Dolcemicio
Sono perfettamente d'accordo con te quando dici che la chiesa da sempre è contraria su molte questioni come l'aborto, l'eutanasia e l'omosessualità.
il fatto nuovo e tragico è che ratzinger è ancora più ostile, rispetto all'ostilità nota della chiesa.
Ecco cosa scriveva qualche anno fa proprio sull'omosessualità il nuovo papa [SM=x432719]
La lettera è lunga, se non hai tempo, leggi solo le parti sottolineate. Si vede chiaramente come ratzi sia contro la troppa apertura della chiesa ai gay e gridi apertamente contro il disordine e il peccato omosessuale... è un oltranzista.

Congregazione per la dottrina della fede
(10 ottobre 1986)

1. Il problema dell'omosessualità e del giudizio etico sugli atti omosessuali è divenuto sempre più oggetto di pubblico dibattito, anche in ambienti cattolici. In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l'insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale. Di conseguenza questa Congregazione ha ritenuto il problema così grave e diffuso da giustificare la presente Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, indirizzata a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica.

2. Naturalmente in questa sede non può essere affrontata una trattazione esaustiva di tale complesso problema; si concentrerà piuttosto l'attenzione sul contesto specifico della prospettiva morale cattolica. Essa trova conforto anche in sicuri risultati delle scienze umane, le quali pure hanno un oggetto e un metodo loro proprio, che godono di legittima autonomia.

La posizione della morale cattolica è fondata sulla ragione umana illuminata dalla fede e guidata consapevolmente dall'intento di fare la volontà di Dio, nostro Padre. In tal modo la Chiesa è in grado non solo di poter imparare dalle scoperte scientifiche, ma anche di trascenderne l'orizzonte; essa è certa che la sua visione più completa rispetta la complessa realtà della persona umana che, nelle sue dimensioni spirituale e corporea, è stata creata da Dio e, per sua grazia, chiamata a essere erede della vita eterna.

Solo all'interno di questo contesto, si può dunque comprendere con chiarezza in che senso il fenomeno dell'omosessualità, con le sue molteplici dimensioni e con i suoi effetti sulla società e sulla vita ecclesiale, sia un problema che riguarda propriamente la preoccupazione pastorale della Chiesa. Pertanto dai suoi ministri si richiede studio attento, impegno concreto e riflessione onesta, teologicamente equilibrata.

3. Già nella Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale, del 29 dicembre 1975, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva esplicitamente trattato questo problema. In quella Dichiarazione si sottolineava il dovere di cercare di comprendere la condizione omosessuale, e si osservava come la colpevolezza degli atti omosessuali dovesse essere giudicata con prudenza. Nello stesso tempo la Congregazione teneva conto della distinzione comunemente operata fra condizione e tendenza omosessuale e atti omosessuali. Questi ultimi venivano descritti come atti che vengono privati della loro finalità essenziale e indispensabile, come "intrinsecamente disordinati" e tali che non possono essere approvati in nessun caso (cf n. 8, par, 4).

Tuttavia nella discussione che seguì la pubblicazione della Dichiarazione, furono proposte delle interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale stessa, tanto che qualcuno si spinse fino a definirla indifferente o addirittura buona. Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata.

Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l'attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un'opzione moralmente accettabile.

4. Una delle dimensioni essenziali di un'autentica cura pastorale è l'identificazione delle cause che hanno portato confusione nei confronti dell'insegnamento della Chiesa. Tra esse va segnalata una nuova esegesi della Sacra Scrittura, secondo cui la Bibbia o non avrebbe niente da dire sul problema dell'omosessualità, o addirittura ne darebbe in qualche modo una tacita approvazione, oppure infine offrirebbe prescrizioni morali così culturalmente e storicamente condizionate che non potrebbero più essere applicate alla vita contemporanea. Tali opinioni, gravemente erronee e fuorvianti, richiedono dunque speciale vigilanza.

5. E vero che la letteratura biblica è debitrice verso le varie epoche, nelle quali fu scritta, di gran parte dei suoi modelli di pensiero e di espressione (cf Dei Verbum, n. 12). Certamente, la Chiesa di oggi proclama il Vangelo a un mondo che è assai diverso da quello antico. D'altra parte il mondo nel quale il Nuovo Testamento fu scritto era già notevolmente mutato, per esempio- rispetto alla situazione nella quale furono scritte o redatte le Sacre Scritture del popolo ebraico. Dev'essere tuttavia rilevato che, pur nel contesto di tale notevole diversità, esiste un'evidente coerenza all'interno delle Scritture stesse sul comportamento omosessuale. Perciò la dottrina della Chiesa su questo punto non è basata solo su frasi isolate, da cui si possono trarre discutibili argomentazioni teologiche, ma piuttosto sul solido fondamento di una costante testimonianza biblica. L'odierna comunità di fede, in ininterrotta continuità con le comunità giudaiche e cristiane all'interno delle quali le antiche Scritture furono redatte, continua a essere nutrita da quelle stesse Scritture e dallo Spirito di verità di cui esse sono Parola. E' egualmente essenziale riconoscere che i testi sacri non sono realmente compresi quando vengono interpretati in un modo che contraddice la Tradizione vivente della Chiesa. Per essere corretta, l'interpretazione della Scrittura dev'essere in effettivo accordo con questa Tradizione.

Il Concilio Vaticano II così si esprime al riguardo: "E' chiaro dunque che la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e congiunti da non poter indipendentemente sussistere, e tutti insieme, secondo il proprio modo, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime"(Dei Verbum, n. 10). Alla luce di queste affermazioni viene ora brevemente delineato l'insegnamento della Bibbia in materia.

6. La teologia della creazione, presente nel libro della Genesi, fornisce il punto di vista fondamentale per la comprensione adeguata dei problemi posti dall'omosessualità. Dio, nella sua infinita sapienza e nel suo amore onnipotente, chiama all'esistenza tutta la realtà, quale, riflesso della sua bontà. Egli crea a sua immagine e somiglianza l'uomo, come maschio e femmina. Gli esseri umani perciò sono creature di Dio, chiamate a rispecchiare, nella complementarietà dei sessi, l'interiore unità del Creatore. Essi realizzano questo compito in modo singolare, quando cooperano con lui nella trasmissione della vita, mediante la reciproca donazione sponsale.

Il cap. 3 della Genesi mostra come questa verità sulla persona umana quale immagine di Dio sia stata oscurata dal peccato originale. Ne segue inevitabilmente una perdita della consapevolezza del carattere di alleanza, proprio dell'unione che le persone umane avevano con Dio e fra di loro. Benché il corpo umano conservi ancora il suo "significato sponsale", ora questo è oscurato dal peccato. E' il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf Gen. 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l'autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale.

Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, san Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all'interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il cristianesimo e la società pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l'umanità. Sostituendosi all'armonia originaria fra il Creatore e le creature, la grave deviazione dell'idolatria ha condotto a ogni sorta di eccessi nel campo morale. San Paolo trova l'esempio più chiaro di questa disarmonia proprio nelle relazioni omosessuali (cf Rom 1, 18-32). Infine, in perfetta continuità con l'insegnamento biblico, nell'elenco di coloro che agiscono contrariamente alla sana dottrina, vengono esplicitamente menzionati come peccatori coloro che compiono atti omosessuali (cf 1 Tim 1, 10).

7. La Chiesa, obbediente al Signore che l'ha fondata e le ha fatto dono della vita sacramentale, celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell'unione amorosa e donatrice di vita dell'uomo e della donna. E' solo nella relazione coniugale che l'uso della facoltà sessuale può essere moralmente retto. Pertanto una persona che si comporta in modo omosessuale agisce immoralmente.

Scegliere un'attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L'attività omosessuale non esprime un'unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un'esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l'essenza stessa della vita cristiana. Ciò non significa che le persone omosessuali non siano spesso generose e non facciano dono di se stesse, ma quando si impegnano in un'attività omosessuale esse rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall'autocompiacimento.

Come accade per ogni altro disordine morale, l'attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio. Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l'omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico.

8. L'insegnamento della Chiesa di oggi è quindi in continuità organica con la visione della S. Scrittura e con la costante Tradizione. Anche se il mondo di oggi è da molti punti di vista veramente cambiato, la comunità cristiana è consapevole del legame profondo e duraturo che la unisce alle generazioni che l'hanno preceduta "nel segno della fede".

Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all'interno della Chiesa, esercitano una fortissima Pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all'interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un'ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo.

I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all'insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi.

9. Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

E' pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la Chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l'omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento. Essa si preoccupa sinceramente anche dei molti che non si sentono rappresentati dai movimenti pro-omosessuali, e di quelli che potrebbero essere tentati di credere alla loro ingannevole propaganda. Essa è consapevole che l'opinione, secondo la quale l'attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l'espressione sessuale dell'amore coniugale, ha un'incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo.

10. Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev'essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.

Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l'attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano.

11. Alcuni sostengono che la tendenza omosessuale, in certi casi, non è il risultato di una scelta deliberata e che la persona omosessuale non ha alternative, ma è costretta a comportarsi in modo omosessuale. Di conseguenza si afferma che essa agirebbe in questi casi senza colpa, non essendo veramente libera.

A questo proposito è necessario rifarsi alla saggia tradizione morale della Chiesa, la quale mette in guardia dalle generalizzazioni nel giudizio dei casi singoli. Di fatto in un caso determinato possono essere esistite nel passato e possono tuttora sussistere circostanze tali da ridurre o addirittura da togliere la colpevolezza del singolo; altre circostanze al contrario possono accrescerla. Dev'essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev'essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità. Come in ogni conversione dal male grazie a questa libertà, lo sforzo umano, illuminato e sostenuto dalla grazia di Dio, potrà consentire ad esse di evitare l'attività omosessuale.

12. Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale, che cerca di seguire il Signore? Sostanzialmente, queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, unendo ogni sofferenza e difficoltà che possano sperimentare a motivo della loro condizione, al sacrificio della croce del Signore. Per il credente, la croce è un sacrificio fruttuoso, poiché da quella morte provengono la vita e la redenzione. Anche se ogni invito a portare la croce o intendere in tal modo la sofferenza dei cristiano sarà prevedibilmente deriso da qualcuno, si dovrebbe ricordare che questa è la via della salvezza per tutti coloro che sono seguaci di Cristo.

In realtà questo non è altro che l'insegnamento rivolto dall'apostolo Paolo ai Galati, quando egli dice che lo Spirito produce nella vita del fedele: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé" e più oltre: "Non potete appartenere a Cristo senza crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Gal 5, 22.24).

Tuttavia facilmente questo invito viene male interpretato, se è considerato solo come un inutile sforzo di autorinnegamento. La croce è sì un rinnegamento di sé, ma nell'abbandono alla volontà di quel Dio che dalla morte trae fuori la vita e abilita coloro, che pongono in lui la loro fiducia, a praticare la virtù invece del vizio.

Si celebra veramente il mistero pasquale solo se si lascia che esso permei il tessuto della vita quotidiana. Rifiutare il sacrificio della propria volontà nell'obbedienza alla volontà del Signore è di fatto porre ostacolo alla salvezza. Proprio come la croce è il centro della manifestazione dell'amore redentivo di Dio per noi in Gesù, così la conformità dell'autorinnegamento di uomini e donne omosessuali con il sacrificio del Signore costituirà per loro una fonte di autodonazione che li salverà da una forma di vita che minaccia continuamente di distruggerli.

Le persone omosessuali sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità. Se si dedicano con assiduità a comprendere la natura della chiamata personale di Dio nei loro confronti, esse saranno in grado di celebrare più fedelmente il sacramento della Penitenza, e di ricevere a grazia del Signore, in esso cosi generosamente offerta, per potersi convertire più pienamente alla sua sequela.

13. E' evidente, d'altra parte, che una chiara ed efficace trasmissione della dottrina della Chiesa a tutti i fedeli e alla società nel suo complesso dipende in larga misura dal corretto insegnamento e dalla fedeltà di chi esercita il ministero pastorale. I Vescovi hanno la responsabilità particolarmente grave di preoccuparsi che i loro collaboratori nel ministero, e soprattutto i sacerdoti, siano rettamente informati e personalmente ben disposti a comunicare a ognuno la dottrina della Chiesa nella sua integrità.

La particolare sollecitudine e la buona volontà dimostrata da molti sacerdoti e religiosi nella cura pastorale per le persone omosessuali è ammirevole, e questa Congregazione spera che essa non diminuirà. Tali ministri zelanti devono nutrire la certezza che stanno seguendo fedelmente la volontà del Signore, allorché incoraggiano la persona omosessuale a condurre una vita casta, e ricordano la dignità incomparabile che Dio ha donato anche ad essa.

14. Considerando quanto sopra, questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così. Un attento studio delle dichiarazioni pubbliche in essi contenute e delle attività che promuovono rivela una calcolata ambiguità, attraverso cui cercano di fuorviare i pastori e i fedeli. Per esempio, essi presentano talvolta l'insegnamento del Magistero, ma solo come una fonte facoltativa in ordine alla formazione della coscienza. La sua autorità peculiare non è riconosciuta. Alcuni gruppi usano perfino qualificare come "cattoliche" le loro organizzazioni o le persone a cui intendono rivolgersi, ma in realtà essi non difendono e non promuovono l'insegnamento dei Magistero, anzi talvolta lo attaccano apertamente. Per quanto i loro membri rivendichino di voler conformare la loro vita all'insegnamento di Gesù, di fatto essi abbandonano l'insegnamento della sua Chiesa. Questo comportamento contraddittorio non può avere in nessun modo l'appoggio dei Vescovi.

15. Questa Congregazione incoraggia pertanto i Vescovi a promuovere, nella loro diocesi, una pastorale verso le persone omosessuali in pieno accordo con l'insegnamento della Chiesa. Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l'attività omosessuale è immorale. Un atteggiamento veramente pastorale comprenderà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato.Vanno incoraggiati quei programmi in cui questi pericoli sono evitati. Ma occorre chiarire bene che ogni allontanamento dall'insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale. Solo ciò che è vero può ultimamente essere anche pastorale. Quando non si tiene presente la posizione della Chiesa si impedisce che uomini e donne omosessuali ricevano quella cura, di cui hanno bisogno e diritto.

Un programma pastorale autentico aiuterà le persone omosessuali a tutti i livelli della loro vita spirituale, mediante i sacramenti e in particolare la frequente e sincera confessione sacramentale, mediante la preghiera, la testimonianza, il consiglio e l'aiuto individuale. In tal modo, l'intera comunità cristiana può giungere a riconoscere la sua vocazione ad assistere questi suoi fratelli e queste sue sorelle, evitando loro sia la delusione sia l'isolamento.

16. Da questo approccio diversificato possono derivare molti vantaggi, non ultimo la constatazione che una persona omosessuale, come del resto ogni essere umano, ha una profonda esigenza di essere aiutato contemporaneamente a vari livelli.

La persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio, non può essere definita in modo adeguato con un riduttivo riferimento solo al suo orientamento sessuale. Qualsiasi persona che vive sulla faccia della terra ha problemi e difficoltà personali, ma anche opportunità di crescita, risorse, talenti e doni propri. La Chiesa offre quel contesto dei quale oggi si sente una estrema esigenza per la cura della persona umana, proprio quando rifiuta di considerare la persona puramente come un "eterosessuale" o un "omosessuale" e sottolinea che ognuno ha la stessa identità fondamentale: essere creatura e, per grazia, figlio di Dio, erede della vita eterna.

17. Offrendo all'attenzione dei Vescovi tali chiarificazioni e orientamenti pastorali, questa Congregazione desidera aiutare i loro sforzi volti ad assicurare che l'insegnamento del Signore e della sua Chiesa su questo importante tema sia trasmesso a tutti i fedeli in modo integro.

Alla luce di quanto ora esposto, gli Ordinari del luogo sono invitati a valutare, nell'ambito della loro competenza, la necessità di particolari interventi. Inoltre, se ritenuto utile, si potrà ricorrere ad una ulteriore azione coordinata a livello delle conferenze episcopali nazionali.

In particolare i Vescovi si premureranno di sostenere con i mezzi a loro disposizione lo sviluppo di forme specializzate di cura pastorale per persone omosessuali. Ciò potrebbe includere la collaborazione delle scienze psicologiche, sociologiche e mediche, sempre mantenendosi in piena fedeltà alla dottrina della Chiesa.

Soprattutto i Vescovi non mancheranno di sollecitare la collaborazione di tutti i teologi cattolici, i quali, insegnando ciò che la Chiesa insegna e approfondendo con le loro riflessioni il significato autentico della sessualità umana e del matrimonio cristiano nel piano divino, nonché delle virtù che esso comporta, potranno così offrire un valido aiuto in questo campo specifico dell'attività pastorale.

Particolare attenzione dovranno quindi avere i Vescovi nella scelta dei ministri incaricati di questo delicato compito, in modo che essi, per la loro fedeltà al Magistero e per il loro elevato grado di maturità spirituale e psicologica, possano essere di reale aiuto alle persone omosessuali, per il conseguimento del loro bene integrale. Tali ministri respingeranno le opinioni teologiche che sono contrarie all'insegnamento della Chiesa e che quindi non possono servire da direttive in campo pastorale.

Inoltre sarà conveniente promuovere appropriati programmi di catechesi, fondati sulla verità riguardante la sessualità umana, nella sua relazione con la vita della famiglia, così come è insegnata dalla Chiesa. Tali programmi forniscono infatti un ottimo contesto, all'interno del quale può essere trattata anche la questione dell'omosessualità.

Questa catechesi potrà aiutare anche quelle famiglie, in cui si trovano persone omosessuali, nell'affrontare un problema che le tocca così profondamente.

Dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l'insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente. Un tale appoggio, o anche l'apparenza di esso può dare origine a gravi fraintendimenti. Speciale attenzione dovrebbe essere rivolta alla pratica della programmazione di celebrazioni religiose e all'uso di edifici appartenenti alla Chiesa da parte di questi gruppi, compresa la possibilità di disporre delle scuole e degli istituti cattolici di studi superiori. A qualcuno tale permesso di far uso di una proprietà della Chiesa può sembrare solo un gesto di giustizia e di carità, ma in realtà esso è in contraddizione con gli scopi stessi per i quali queste istituzioni sono state fondate, e può essere fonte di malintesi e di scandalo.

Nel valutare eventuali progetti legislativi, si dovrà porre in primo piano l'impegno a difendere e promuovere la vita della famiglia.

18. Il Signore Gesù ha detto: "Voi conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8, 32). La Scrittura ci comanda di fare la verità nella carità (cf Ef 4, 15).

Dio che è insieme verità e amore chiama la Chiesa a mettersi al servizio di ogni uomo, donna e bambino con la sollecitudine pastorale del nostro Signore misericordioso. In questo spirito la Congregazione per la Dottrina della Fede ha rivolto questa Lettera a voi, Vescovi della Chiesa, con la speranza che vi sia di aiuto nella cura pastorale di persone, le cui sofferenze possono solo essere aggravate da dottrine errate e alleviate invece dalla parola della verità.

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 10 ottobre 1986.

JOSEPH Card. RATZINGER



20/04/2005 16:23
 
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Re: Per Dolcemicio
Scusate, ma vi aspettate forse che un Papa vada in giro col camioncino a distribuire preservativi o aiuti le donne ad abortire, o celebri matrimony gay??? Personalmente ritengo assurdi certi ragionamenti, non è la Chiesa che deve "permettere" queste cose ma lo Stato. Se i nostri politici non hanno abbastanza palle da fare delle leggi in proposito, non vedo perché prendersela con Ratzinger piuttosto che con Wojtyla (che ha definito le unioni gay contro-natura). Il Papa rappresenta una religione e le religioni hanno delle regole, guardate un po'l'ebraismo o l'Islam. Ve lo immaginate un rabbino che dice "ma sì, scopate con chi volete!" I matrimoni gay devono essere permessi dallo Stato e non dalla Chiesa, così come le leggi sull'aborto e sul divorzio le ha fatte lo Stato (tramite referendum) e non la Chiesa.




20/04/2005 17:08
 
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Re: Re: Per Dolcemicio

Scritto da: Nikki72 20/04/2005 16.23
Scusate, ma vi aspettate forse che un Papa vada in giro col camioncino a distribuire preservativi o aiuti le donne ad abortire, o celebri matrimony gay??? Personalmente ritengo assurdi certi ragionamenti, non è la Chiesa che deve "permettere" queste cose ma lo Stato. Se i nostri politici non hanno abbastanza palle da fare delle leggi in proposito, non vedo perché prendersela con Ratzinger piuttosto che con Wojtyla (che ha definito le unioni gay contro-natura). Il Papa rappresenta una religione e le religioni hanno delle regole, guardate un po'l'ebraismo o l'Islam. Ve lo immaginate un rabbino che dice "ma sì, scopate con chi volete!" I matrimoni gay devono essere permessi dallo Stato e non dalla Chiesa, così come le leggi sull'aborto e sul divorzio le ha fatte lo Stato (tramite referendum) e non la Chiesa.






PREMESSO CHE la chiesa è da sempre contro i gay, è un dato oggettivo che la posizione di Ratzinger sia ancora più conservatrice di quella già ultrareazionaria del cattolicesimo!
insomma siamo finiti dalla padella alla brace!
è chiaro questo concetto?

[Modificato da GayAbruzzo 20/04/2005 17.11]




20/04/2005 17:35
 
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I gay non festeggiano il nuovo papa
"Per noi è stata la scelta peggiore"
E mentre da tutto il mondo arrivano felicitazioni e messaggi d'auguri per il nuovo Pontefice, c'è una comunità in tutto il mondo che non si congratula con Benedetto XVI: gli omosessuali. Con la sua elezione, la Chiesa si conferma conservatrice e minaccia la laicità dello stato, fanno sapere le associazioni che rappresentano i diritti delle donne e quelli degli omosessuali.


SPAGNA
Il Collettivo dei gay e delle lesbiche spagnole ha definito "la scelta peggiore per noi" quella del card. Ratzinger, "ci ha sempre trattati come dei malati". Arnaldo Gancedo, portavoce del Collettivo, ha detto che Ratzinger rappresenta "la gerarchia cattolica più conservatrice e piu' chiusa" per quanto riguarda i problemi degli omosessuali e quindi è per noi "una pessima notizia".

GRAN BRETAGNA
Per OutRage, l'organizzazione britannica che si batte per i diritti dei gay, l'elezione del cardinale Joseph Ratzinger a papa "è un disastro per donne, gay e per i valori liberali". "Il nuovo Papa - ha detto il presidente dell'organizzazione Peter Tatchell - vuole mantenere una chiesa centralizzata ed autoritaria. Rappresenta la linea fondamentalista del cattolicesimo che si oppone ai preservativi, che respinge i diritti delle donne, che nega i trattamenti di fertilita' alle coppie senza figli e che sostiene le discriminazioni contro i gay".

STATI UNITI
"Preoccupazione" per la scelta del cardinale Joseph Ratzinger come nuovo Papa è stata espressa da una delle maggiori associazioni di gay e lesbiche Usa. La 'Parents, Families and Friends of Lesbiasns and Gays' (PFLAG) ha affermato che "questa scelta non rappresenta motivo di speranza per il futuro" e ha ricordaro che Ratzinger nel 2002 aveva prodotto un documento Vaticano di condanna del matrimonio e delle nozze tra gay e lesbiche.

ITALIA
"Con l'elezione di Ratzinger - dice Aurelio Mancuso, segretario nazionale di Arcigay - ha vinto la Chiesa più retriva, contraria a qualsiasi apertura in materia di morale sessuale, assolutamente sorda rispetto all'evoluzione dei tempi e della società". Il nostro slogan - annuncia Franco Grillini, deputato Ds, sarà "resistere, resistere, resistere". Per una delle presidenti dell'Associazione della federazione delle femministe internazionali, Francesca Koch (che dice di parlare a titolo personale), "è il peggio del peggio. La sua dottrina nega i diritti delle donne e costringe a una morale sessuale priva di ogni rispetto della persona. Sarebbe stato meglio Martini che predica un ritorno al vangelo, invece che una dottrina assolutistica".



20/04/2005 17:54
 
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Re: Re: Re: Per Dolcemicio
Continuo a pensare che non sia la Chiesa a doversi occupare di queste cose, ma lo Stato, comunque... ho trovato un interessante articolo:

PRIDE: «PORTERÀ AD AFFOSSAMENTO CHIESA CATTOLICA»
Roma, 20 apr - «Benedetto XVI? Un'ottima idea eleggere Ratzinger. Finirà lui il lavoro di svuotare completamente le parrocchie e i seminari, iniziato da Giovanni Paolo II. Con tutto vantaggio del mondo omosessuale». È quanto si legge sul mensile gay «Pride» in merito all'elezione del cardinale Josef Ratzinger come successore di Giovanni Paolo II.
«Benedetto XVI, - si legge ancora - è una speranza per tutta la comunità glbt. L'affossamento della chiesa cattolica, iniziato da Giovanni Paolo II, potrò essere concluso senza pericolosi ripensamenti. Giovanni Paolo II era riuscito a soffocare nella chiesa cattolica qualsiasi fermento e apertura verso il mondo moderno. Oggi le gerarchie monopolizzano con pugno di ferro le decisioni; il dibattito è impossibile, chi dissente è messo a tacere o espulso». «Concentratosi sulla visione medievale della sessualità - continua la rivista - il papato ha collezionato una sconfitta dietro l'altra su tutti i fronti: aborto (due referendum persi), divorzio, e perfino omosessualità (si pensi alla sfida lanciata, e persa, col World Pride). In diverse città italiane i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi. E la maggioranza degli italiani, compresi quelli di centrodestra, si dice favorevole a una legge sulle 'unioni civilì aperta anche agli omosessuali. Josef Ratzinger ha vegliato inflessibilmente, in quanto capo dell'(ex) Inquisizione, affinché la chiesa cattolica non deviasse mai da questa politica suicida. La sua elezione al papato è una garanzia del fatto che le chiese e i seminari termineranno di svuotarsi. Benedetto XVI potrà in compenso consolarsi con i politici italiani, pronti a leccare il pavimento davanti a lui qualunque cosa chieda.
Ma i politici possono riempirgli le casse (e lo hanno fatto in abbondanza, negli ultimi anni) ma non le parrocchie. Visto il bilancio, resta ovviamente da chiedere ai gruppi di cattolici gay, che da 25 anni aspettavano la scomparsa di Giovanni Paolo II nella convinzione che il prossimo papa avrebbe portato a un'apertura, su quale 'apertura' stessero delirando».




Siete d'accordo? Io no, perché vedo che in certi contesti l'intolleranza è reciproca e non credo che i gay abbiano bisogno di avere il permesso del Papa per respirare. Ratzinger, in fondo, non è male... qualche secolo fa la situazione era ben peggiore per tutti!


P.S. i referendum che hanno portato alle leggi sull'aborto e sul divorzio, a cui la Chiesa era contraria, sono passati lo stesso e sono diventati legge. Questo significa che anche nel caso la Chiesa sia contraria a qualcosa, una legge può passare lo stesso... se il Parlamento decidesse di varare una legge sulle coppie di fatto, la Chiesa non potrebbe impedire l'approvazione di questa legge, se esiste una maggioranza che vota a favore. Il problema è che in Parlamento la maggioranza sono cattolici, ma questo non è colpa di Ratzinger o di Wojtyla!!! Non so se mi sono spiegata... [SM=x432736]
















[Modificato da Nikki72 20/04/2005 17.54]

20/04/2005 18:21
 
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Re: Re: Re: Re: Per Dolcemicio

Scritto da: Nikki72 20/04/2005 17.54
Il problema è che in Parlamento la maggioranza sono cattolici, ma questo non è colpa di Ratzinger o di Wojtyla!!! Non so se mi sono spiegata... [SM=x432736]

[Modificato da Nikki72 20/04/2005 17.54]



è esattamente quello che penso anch'io. Accanirsi così contro Ratzinger non ha senso... E pensare che molti che adesso danno contro Ratzinger elogiavano e vorebbero indietro Wojtyla!! Dovete capire che è secondo i dogmi stessi della Chiesa cattolica che noi gay siamo considerati immorali ed indegni di beneficiare dei diritti civili come il matrimonio e l'adozione. E' sempre stato così e lo sarà sempre!
Lo Stato è un'altra cosa... E' comunque inutile negare che questa Chiesa condiziona pensatemente i politici italiani e le decisioni legislative. Ma ciò è a prescindere da chi è papa, la colpa è della religione stessa!



20/04/2005 20:42
 
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Re: Re: Re: Re: Per Dolcemicio

Scritto da: Nikki72 20/04/2005 17.54
P.S. i referendum che hanno portato alle leggi sull'aborto e sul divorzio, a cui la Chiesa era contraria, sono passati lo stesso e sono diventati legge. Questo significa che anche nel caso la Chiesa sia contraria a qualcosa, una legge può passare lo stesso... se il Parlamento decidesse di varare una legge sulle coppie di fatto, la Chiesa non potrebbe impedire l'approvazione di questa legge, se esiste una maggioranza che vota a favore. Il problema è che in Parlamento la maggioranza sono cattolici, ma questo non è colpa di Ratzinger o di Wojtyla!!! Non so se mi sono spiegata... [SM=x432736]

[Modificato da Nikki72 20/04/2005 17.54]



Quando parli di referendum ti rispondi da sola. non sono stati i politici a cambiare le cose. non l'avrebbero mai fatto in quanto cattolici succubi dei dettami retrogradi della chiesa di roma. il referendum è uno sturmento popolare che viene usato proprio per fare ciò che i politici per vari motivi non fanno.
al tempo del referendum la DC (il partito di maggioranza nel parlamento dal 1945 al 1992) si oppose sia all'aborto, sia al divorzio.
politica e religione viaggiano insieme in italia, come no!



20/04/2005 21:00
 
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Ma quale gaudium magnum?
Da gay.it

Ma quale “gaudium magnum”! Questa scelta di fare Papa il più integralista tra i collaboratori del precedente pontificato, il Cardinale Jopeph Ratzinger, sembra dettata più dal testamento di Papa Woytila che da altro.

Peggiore scelta non poteva esserci per quanto riguarda i grandi temi della modernità: le donne, la contraccezione, la ricerca scientifica, l’omosessualità.

Una scelta involutiva, questa del Conclave, che porterà la Chiesa di Roma ancora più lontana da molti fedeli e che renderà la vita ancora più difficile a molti.

Siamo costernati e sbigottiti.

In redazione, qui a Pisa, seguivamo in diretta i momenti prima della proclamazione del Pontefice e davamo quasi per scontato che la scelta non ricadesse proprio su di lui: eravamo certi che questa Chiesa, con la sua prudente storia millenaria alle spalle, con i suoi mille colori, avrebbe evitato di fare una scelta così netta, così drastica, così di chiusura. Purtroppo, così non è avvenuto e proprio quella scelta è stata fatta.

Oggi ci troviamo di fronte a un pontificato che si preannuncia, nelle materie che ci riguardano, forse ancora più buio di quello precedente.

Ratzinger - lo ricordo per chi non lo conoscesse o per quanti, anche all’interno della comunità gay, da domani diranno che noi siamo i soliti estremisti esagerati che riescono a giudicare il mondo solo dal buco della propria omosessualità - era l’anima nera dello staff di papa Woytila, quella più rigida, candidato per eccellenza del fronte più integralista dei cardinali. Aldilà del suo discusso passato nella gioventù hitleriana, questo non è solo il Cardinale che più di altri si è scagliato contro ogni forma di riconoscimento, anche più blando, delle coppie omosessuali; ma è anche quello che ha sostenuto, in più occasioni, che non si può parlare di parità tra i sessi; quello che ha più volte insistito sull’equazione uso del profilattico=omicidio; quello che nel 2000, fu addirittura pubblicamente frenato dallo stesso Papa Woytila per un documento, “Dominus Jesus”, che sembrava cancellare completamente tutto il lavoro sull’ecumenismo e sul dialogo interreligioso che il Papa aveva compiuto fino ad allora.

Oggi è un giorno triste. Triste per noi e per quanti credevano nella possibilità che la Chiesa – quella dei cardinali e del Vaticano, non certo quella dei tanti parroci e della base - uscisse definitivamente dal Medioevo. L’appuntamento, confidiamo, è solo rimandato, perché il treno della storia va in quella direzione.




20/04/2005 21:08
 
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RATZINGER - UN PROFILO NERO
Membro della Gioventù Hitleriana?

Si, è vero. Ne fa menzione lui stesso nella sua autobiografia Milestone: Memoirs 1927-1977 e lo conferma anche il sito del suo fan club (dove tra l'altro si possono comprare da tempo magliette e tazze, da veri fan). Nato in un paesino bavarese il 16 aprile 1927 Joseph Ratzinger era appena un adolescente quando, nei primi anni '40 fu iscritto nella Gioventù Hitleriana, cosa che del resto era obbligatoria. Ne parla anche John Allen Jr, giornalista del National Catholic Reporter, nella biografia su di lui uscita nel 2002: sebbene già seminarista fu richiamato nella Gioventù Hitleriana e impiegato nei servizi ausiliari antiaerei. Disertò e verso la fine del conflitto fu fatto prigioniero di guerra. Successivamente si iscrisse all'università di Monaco per studiare filosofia e teologia. Nel giugno 1951 viene ordinato sacerdote. La sua carriera in ambito ecclesiastico va a gonfie vele e Karol Wojtyla nel 1981 lo nomina Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, un tempo nota come Sant'Uffizio.

Perla del Ratzi-pensiero

È in questo nuovo ruolo di potere che il Cardinale Ratzinger, considerato un innovatore e ammodernatore ai tempi del Concilio Vaticano II, assume un atteggiamento duro, intransigente e alla fine dei conti anti-moderno su molti aspetti legati alla morale, il possibile sacerdozio aperto alle donne, il celibato dei preti, i temi relativi alla contraccezione nei decenni dell'Aids e non ultimo chiaramente l'atteggiamento verso i "non eterosessuali". Risale al 1986 la sua Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali. In essa venivano respinte tutte quelle «interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale stessa» precisando che «la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata». Mai il concetto di "oggettivo" fu usato in maniera più soggettiva, dando per indubitabile e vero un solo punto di vista su una tematica invece estremamente complessa e sfaccettata.

Interventi punitivi e censori

Nel 1999 furono presi pesanti provvedimenti contro Suor Jeannine Gramick e Padre Robert Nugent, impegnati da anni in attività pastorali indirizzate alle persone omosessuali e autori di libri sgraditi alle alte gerarchie della chiesa cattolica per le loro aperture volte alla comprensione e dialogo tra il mondo cattolico genericamente inteso e la parte gay e lesbica presente in esso (come in tutti i segmenti della popolazione). In sessioni ordinarie tenutesi tra il 1997 e il 1998 i Cardinali ed i Vescovi della Congregazione di cui Ratzinger era il Prefetto, giudicarono che le dichiarazioni e le idee di Padre Nugent e di Suor Gramick «erronee e pericolose». La voglia di trattare le persone omosessuali «con rispetto, compassione e delicatezza» da parte dei due sono state bollate come «ambiguità e errori», dunque a loro sono state permanentemente vietate tutte le attività pastorali ed essi stessi sono stati dichiarati non eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi. [SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730]

"Consigli" ai politici

Sulla necessità di separazione tra Stato e Chiesa è fondata la costituzione della maggioranza delle democrazie avanzate, sia in Europa che in altri continenti. Tuttavia nell'estate del 2003 il cardinale Ratzinger, nelle sue Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni omosessuali, chiese a tutti i parlamentari cattolici del mondo di non votare leggi favorevoli alle coppie gay: «Concedere il suffragio del proprio voto a un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale». Le reazioni del mondo laico non mancarono e anche importanti associazioni di psicologi a livello internazionale presero fermamente le distanze da quel documento, ritenendolo pericoloso per il suo impatto sulla vita delle persone omosessuali e non basato su criteri scientifici.

La "dittatura" del relativismo

Il 18 aprile 2005, in rigoroso latino, Ratzinger durante la sua omelia ha detto: «Difendiamo l'integrità della dottrina cattolica. Il relativismo, cioè il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina, appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie». Tuttavia in un mondo sempre più interrazziale, multi culturale e multi religioso a cosa può portare un opporsi al "Relativismo culturale"? Tale pensiero è nato e si è sviluppato nel '900 proprio per combattere l'etnocentrismo, il dominio di una cultura o religione sulle altre ed invitando a tenere doverosamente conto del punto di vista "dell'altro", chiunque questo sia. Un invito al dialogo e al rispetto reciproco contro l'ideologia de "la mia Verità è più Vera della tua" o del "la mia è la sola ed unica Vera Religione", tutti concetti per forza di parte e dunque alla base delle divisioni e delle tensioni del mondo. Al momento varie personalità vicine al nuovo Papa cercano di modificare l'impressione pubblica su di lui e giustificare queste parole, azioni e comportamenti col ruolo da lui ricoperto sino ad oggi. Vedremo se col passare del tempo il vecchio Ratzinger e il nuovo Benedetto XVI sapranno rivelarsi come due personalità distinte, dunque aprendosi al dialogo e alla tolleranza con chi ha altre idee e filosofie di vita, oppure se si sarà trattato solamente di un cambio di titolo e d'abito.

[SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730] [SM=x432730]



20/04/2005 21:44
 
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aiuto....io non sono stata molto contenta della sua elezione.

[SM=x432724]






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20/04/2005 22:17
 
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salve ragazzi...
Ottimo lavoro con questo dossier...molto esaustivo anche se mi inquieta un pò...



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20/04/2005 22:41
 
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Re: salve ragazzi...

Scritto da: BloodMary 20/04/2005 22.17
Ottimo lavoro con questo dossier...molto esaustivo anche se mi inquieta un pò...


anche a me inquieta moltissimo!



21/04/2005 12:13
 
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Re: Re: salve ragazzi...
Per quanto riguarda la gioventù hitleriana, non c'era molta scelta e con Hitler c'era poco da scherzare. Attaccarsi a questo per dire che Ratzinger è un nazista mi pare esagerato. Perché è facile fare 2+2, a volte! Certo, è un conservatore, a quanto pare più di Wojtyla ma non ne sarei così sicura: è stato Wojtyla a definire le unioni gay "contro natura" (ho il suo discorso registrato) e sarebbe impensabile che la Chiesa approvi legami di questo tipo. Neanche un Papa ultra-progressista approverebbe certe cose, neanche l'aborto, che in ogni caso è la soppressione di una vita umana e nessun Papa può dire "ok" all'uccisione di qualcuno. Il discorso sui contraccettivi è complicato e credo che una maggiore apertura sarebbe auspicabile, mai dire mai!





21/04/2005 12:55
 
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Però nell'antico testamento Dio bruciò Sodoma e Gomorra, se nn sbaglio...[SM=x432728]



-------------------------

PURTROPPO PER UN PROBLEMA A ME NON MOLTO CHIARO, POSSO INVIARE MA NON RICEVERE FFZ MAIL! QUINDI SE MI CONTATTATE NON FATELO TRAMITE FFZ MAIL!
21/04/2005 13:47
 
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Re: Re: Re: salve ragazzi...
purtroppo ratzy è il peggio del peggio!
nessuno sta glorificando la chiesa. si sa che è da smepre contraria all'omosessualità, ma è noto che le posizioni del pastore tedesco [SM=x432730] sono ancora più conservatrici di quelle ufficiali della chiesa di roma [SM=x432720]



21/04/2005 22:55
 
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22/04/2005 11:32
 
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ehi, leggete oggi che bella notizia da parte della Chiesa!! [SM=x432734]



Papa pronto ad aprire ai divorziati


Domenica "passeggiata" tra la folla
Oggi prima udienza di Benedetto XVI al Collegio Cardinalizio nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Intanto per la cerimonia di insediamento sono attesi 500mila fedeli e, secondo il capo della protezione civile Bertolaso, il Santo Padre ci riserverà qualche piacevole sorpresa: "Magari una passeggiata in mezzo ai fedeli dopo la messa". Il nuovo Papa è pronto anche ad aprire ai divorziati riammettendoli ai sacramenti.


Nel calendario del nuovo Papa ci sarebbero diverse tappe importanti, tra cui la riammissione ai sacramenti dei divorziati cattolici risposati. A questo documento l'allora cardinale Joseph Ratzinger stava già lavorando. Il testo, tra i più attesi, si baserebbe sul principio di "incolpevolezza" del coniuge abbandonato, costretto al divorzio. Così ora all'ex Sant'Uffizio, come riporta il quotidiano La Repubblica, ci sarebbero già pronti alcuni testi.

Sulla scrivania alla Congregazione della dottrina cattolina c'è anche l'elevazione a a 80 anni dell'età pensionabile dei vescovi (l'attuale è 75 anni) e altri documenti ecumeici. Dopo aver riconfermato alcune delle nomine ai Dicasteri della Curia romana, manca ora di sapere proprio chi sarà a ricoprire il ruolo alla Congregazione della dottrina cattolina, ruolo fino ad ora ricoperto dal cardinale Ratzinger.





.....be', da conservatore qual'e' non mi aspettavo un' apertura del genere! [SM=x432829]




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