In Italia potremmo avere presto un riconoscimento giuridico dei Pacs, ma solo per gli stranieri residenti nel nostro paese. La notizia viene anticipata - anche con un certo allarmismo, mi pare di cogliere - dal Sole24Ore, in questo articolo riportato da Gaynews.
In pratica il governo ha deciso di recepire una direttiva europea, la n. 38 del 2004, che impone ai paesi membri dell'Unione di concedere il diritto all'ingresso e soggiorno al "partner con cui il cittadino dell'Unione abbia una relazione stabile debitamente attestata"
Non solo a mariti, mogli e figli - quindi - ma anche a partner uniti in base a istituti diversi dal matrimonio, come le unioni registrate, le unioni civili, i Pacs francesi e le varie forme di legame regolarizzato, ma leggero, in vigore in tutta Europa, tranne Italia, Grecia, Irlanda e Spagna. Lo stato italiano, quindi, pur non introducendo i Pacs - per ora - riconoscerebbe la validità di quei legami ai fini della cittadinanza e del permesso di soggiorno.
I toni del Sole sono un po' apocalittici:
si tratta di una scelta dal valore politico inequivoco. Tanto che rischia di riaccendere una polemica lacerante dentro il Governo e la maggioranza. Le avvisaglie si sono già sentite nei corridoi dei ministeri.
Nei fatti, però, sembra che la direttiva sarà recepita attraverso un disegno di legge, che come sanno tutti dovrà affrontare un lungo iter parlamentare.