"L'ho ucciso perché mi chiamava gay". Nel Messinese, un uomo di 49 anni, sposato e padre di una ragazza, ha sparato contro un giovane calciatore che lo derideva in piazza, davanti ai compaesani. "Non lo sopportavo più", ha detto Rosasio Floramo consegnandosi ai poliziotti. L'arma l'aveva comprata apposta e ieri sera, all'ingresso della sala giochi di Falcone, un paese di 3.000 anime che si affaccia sul mare, ha sparato al cuore del rivale. E' morto sul colpo Stefano Salmeri, 25 anni, dilettante nella squadra di calcio del paese.
"Non ti preoccupare", ripeteva spesso alla fidanzata. "Floramo è innocuo". C'era anche lei, ieri sera, tra i clienti della sala giochi. Aveva assistito più di una volta ai
violenti battibecchi tra il suo Stefano e quell'uomo esasperato da un tormentone che durava oramai da troppo tempo.
Anche in mattinata c'era stato uno scontro tra i due rivali. Prima all'ufficio postale del paese, poi, in serata, poco prima dell'omicido, davanti a decine di conoscenti, nella piazza principale del paese.
Non c'ha più visto Floramo. E' corso nel capanno in spiaggia dove conservava il fucile a canne mozze comprato per vendicarsi di quelle parole che sentiva come un oltraggio impossibile da sopportare, e, in auto, è andato alla sala giochi dove sapeva avrebbe incontrato il rivale. Un colpo solo; poi, conscio della responsabilità di quello che aveva fatto, si è consegnato al commissariato di Barcellona.
Anni fa, un suo fratello era stato arrestato per l'assassinio di un omosessuale.
Da Repubblica.it
Che vicenda triste...