Tra i vari strafalcioni che hanno preso quelli che hanno organizzato gli esami di Stato di quest'anno ce n'è uno che mi ha particolarmente colpito.
Tra i compiti d'italiano è stata data, da commentare, una poesia di Eugenio Montale.
Questa è la poesia
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
a K.
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le pietraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio di un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto si esprime libera un’anima ingenua,
vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella memoria grigia
schietto come la cima di una giovane palma…
La traccia recitava:
Sviluppa con osservazioni originali, anche con riferimento ad altri testi dello stesso poeta e/o a opere letterarie e artistiche di varie epoca, il tema del ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile.
Parole così piene d'amore non potevano che essere dedicate a una donna, avrà pensato la commissione che l'ha scelta. Salvo scoprire che quel "a K." era riferito a Boris Kniafes, un ballerino russo conosciuto dal poeta.
Questa è la sua foto
Un errore che nasce dall'eterocentrismo dilagante.