Lo sport, è roba da maschiacci?

Gurvaldt
00martedì 11 novembre 2008 17:42
Voglio aprire una discussione sperando che risulti interessante.
Secondo voi, qual'è la collocazione di un omosessuale nell'ambiente sportivo?

Non mi riferisco al fenomeno grottesco del tifo, ma alla pratica dello sport, individuale o di squadra.

Qual'è il punto di vista e la motivazione che porta a praticarlo, ma soprattutto quale può essere l'impatto dell'omosessualità negli ambienti della virile convivenza, dell'agonismo, del gioco di sqadra e degli spogliatoi?

Io ho il mio pensiero e soprattutto la mia esperienza, ma prima vorrei leggere pareri altrui.
GayAbruzzo
00martedì 11 novembre 2008 20:05
Mi ricordo che quando ero piccolo c'era una precisa associazione tra determinati sport e il proprio genere di appartenenza.
Il calcio? Roba da maschi.
La pallavolo? Roba da femmine (a da femminucce = maschi non troppo virili).
Danza? Roba da gay.
E così via.
Oggi penso che queste nette distinzioni si siano un po' attenuate. C'è un pregiudizio di fondo per cui sembra che se uno, ad esempio, fa rugby o tira calci ad un pallone di sicuro non è gay. Tant'è vero che stupisce sapere che un gran maschione come Coco si faccia fotografare con uomini nudi.
In piscina ho visto nella squadra di pallanuoto della mia città un ragazzo chiaramente gay e nello spogliatoio ho spesso ascoltato sfottò (non rivolti a lui) contro i gay, roba da caserma, abbastanza diffusa sotto le docce delle palestre. Retaggi di un passato che fatica a morire del tutto.
Poi ci sono eroi come Mitcham, gay dichiarati, che riescono a vincere alle olimpiadi di Pechino in uno sport, quello dei tuffi, non propriamente per educande. Grande, grandissimo. Un calcio ben assestato alla fiera del luogo comune.
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