Tradizione sempre più radicata
di ALESSANDRO ORSINI
L’Aquila sente sempre di più come ”cosa sua”, come tradizione peculiare, quella relativa a Sant’Agnese, solo nella nostra città ”venerata” come patrona della maldicenza. Incurante delle polemiche sull’opportunità di legare il nome dell’Aquila alla maldicenza (di cui è stata definita ”capitale”), il 21 gennaio scorso (ma anche nei giorni immediatamente a ridosso, prima o dopo) in ristoranti, trattorie, taverne private e quant’altro una buona parte della città si dilettava nelle cene di Sant’Agnese. Dalla pubblicazione sul Messaggero (per una settimana intera) dei risultati delle conviviali agnesine, si ricava che sono 93 le confraternite che hanno ufficializzato le loro elezioni, in cui sono risultati elette 733 cariche che hanno coinvolto quasi altrettante persone (c’è stato anche chi ha preso più cariche nella stessa congrega oppure più cariche in gruppi diversi). E se consideriamo che a ogni conviviale hanno partecipato da un minimo di 20 fino ad un massimo di 60 persone con una media quindi di 40 unità, si ha che questa Sant’Agnese ha coinvolto mediamente 3.720 persone. Diciamo circa quattromila, contando anche le comitive che hanno ritenuto di non dover comunicare i loro risultati nonché qualche gruppo più numeroso della media considerata. Il tutto occupando circa 85 locali, con qualche ristorante che ha ospitato più gruppi: un bel giro d’affari, per una fredda serata d’inverno. Quattromila persone, quindi. Non sono poche, per un fenomeno che, nato dentro le mura cittadine e per pochi intimi del ”jet set”, s’è andato diffondendo anche fuori le mura. Tra le 93 congreghe censite attraverso la pubblicazione dei risultati, infatti, ce ne sono 8 delle frazioni (Paganica ne vanta ben 3) e 7 nei centri limitrofi (di cui due a Pizzoli).
Le curiosità. Ci sono gruppi sorti tra le professioni (giornalisti), nei luoghi di lavoro (impiegati comunali e Dopolavoro ferroviario, ad esempio); rappresentate anche scuole e società sportive. Sette le congreghe che portano in qualche modo il nome di Sant’Agnese, altrettante quelle che fanno riferimento a quartieri cittadini; la lingua è presente nella denominazione di 9 gruppi mentre sette fanno riferimento al mangiare, sei al bere, due a bar.
I politici. La sorpresa è Forza Italia, che ha creato una sua congrega che ha eletto il sindaco Tempesta come presidente coinvolgendo nelle cariche anche la senatrice Ioannucci e l’ex senatore Lombardi. Sono rimasti ”intrappolati” nelle cariche anche l’assessore provinciale Celso Cioni, l’assessore comunale Nicola Iovenitti ed i sindaci Antonio Pace (Rocca di Cambio) e Nicola Menna (Poggio Picenze).
Le cariche. Le 93 confraternite hanno eletto, come detto 733 cariche, tra cui 91 presidenti; 11 priori; 60 vice; 1 senatore; 1 magister; 1 presidente dell’ignoranza; 89 mamme dei c. dej’atri; 81 lime sorde; 72 lavannare; 70 zellusi; 39 segretari, 22 ’ocche aperte ed altrettanti capisciò; 18 lengue zozze ed altrettanti recchia fredda; 14 mistichini; 13 umbrusi; 8 traffichini; 6 recchie fredde; 5 recchie pelose; 4 recchia de prete, quindi via via altre cariche spesso isolate perché utilizzate da un solo gruppo.
Le cariche più simpatiche. La socera della mamma deji c. dej’atri, ju nonnu della mamma, ju viscidu, ju non ji sta bbonu ’nu zippu, ju pricisinu, ju vengo sempre a ora de magnà, lacrima d’oro, j’impunitu, ju ’nfame, ju busciardu... e chi più ne ha più ne metta.