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2005: Gay Pride a Milano

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2005 15:18
04/06/2005 05:44
 
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Promuovere la creazione a Milano e nei Comuni della provincia di un registro delle unioni civili, cosi' come gia' fatto da altre 300 amministrazioni nel Paese

(ANSA) - MILANO, 3 GIU - Promuovere la creazione a Milano e nei Comuni della provincia di un registro delle unioni civili, cosi' come gia' fatto da altre 300 amministrazioni nel Paese, e rilanciare, a livello nazionale, la proposta di legge sul riconoscimento delle unioni di fatto:questi i punti chiave dell'incontro promosso oggi dal gruppo consiliare Ds al Comune di Milano, insieme a Arcigay e a Gayleft.

L'esempio e' quello di Bologna, dove la creazione dei registri ha consentito l'iscrizione delle coppie di fatto nelle graduatorie per le case popolari. O quello della Valle D'Aosta, dove e' gia' possibile accedere ai mutui per la prima casa.

Aurelio Mancuso, segretario azionale di Arcigay, riferendosi ai Patti civili di solidarieta' (Pacs), puntualizza: ''Qui non si tratta soltanto di gay, ma anche di eterosessuali. Significa mettere in atto dei servizi per la comunita'''.

Passaggio, questo, sottolineato anche da Luigi Manconi, responsabile del Dipartimento diritti civili della direzione nazionale Ds: ''La legge in questione riguarda la tutela di tutte le forme di convivenza. Si tratta di una scelta estremamente saggia del movimento omosessuale dare alla campagna questa dimensione piu' larga, poiche' e' interesse di milioni di cittadini nel Paese''.

E il dibattito ''non deve riguardare soltanto l'Unione'', per il consigliere regionale lombardo dei Ds, Giuseppe Civati, ma ''coinvolgere anche la politica del centrodestra''.

Sulla questione del mancato patrocinio del Comune di Milano al corteo del Gay Pride di domani, il giudizio di Mancuso e' lapidario: ''Il fatto di non avere la capacita' di leggere cosa si muove nella societa' e' un fatto grave''. Una decisione, insomma, giudicata miope per una citta' che ''ha la piu' alta percentuale di single e di unioni di fatto'', anche alla luce del fatto che proprio a Milano ''si sperimentano attivita' all'avanguardia rispetto al resto del Paese''. E' d'accordo Andrea Benedino, portavoce di Gayleft, secondo il quale la citta' dovrebbe recuperare ''il ruolo di capitale laica del Paese''.

Il corteo di domani, che se ha mancato il patrocinio del Comune ha pero' ricevuto fondi dalla Provincia, sara' dunque anche un momento per rilanciare il tema delle unioni civili. L'invito dei Ds e' per tutti, da sinistra a destra, e ''innanzitutto per Tiziana Maiolo'', la prima a proporre in consiglio comunale il patrocinio.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32527
04/06/2005 08:14
 
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i Ds non mi preoccupano, sono quelli della margherita che bloccheranno ogni tentativo di riconoscere diritti alle persone omosessuali [SM=x432719]



04/06/2005 17:50
 
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Hai ragione; ma in Italia non è pensabile una coalizione di solo sinistra.
Abbiamo bisogno del centro e purtroppo il centro in Italia non è laico.
05/06/2005 04:13
 
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GAY PRIDE: PECORARO SCANIO, SU REFERENDUM I CATTOLICI NON ACCETTINO DIKTAT
Milano, 4 giu. - (Adnkronos) - Dalla testa del corteo del Gay Pride di Milano il rappresentante dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio lancia un appello in vista del referendum della prossima settimana e sprona i cattolici ''a non accettare diktat e a non disertare le urne''. Secondo Pecoraro Scanio ''la gente deve andare a votare, sia che voti si', sia che voti no. Ma andare alle urne e' un diritto''. Lo stesso diritto che il rappresentante dei Verdi sta portando in piazza insieme alle associazioni dei gay e lesbiche. ''E' bello vedere che qua ci siano tanti bambini, nati dala provetta o no. E' un inno alla vita''.

http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Cronaca&loid=1.0.44791191
05/06/2005 06:19
 
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ieri sono stato in una chiesa da turista con alcuni miei amici e c'erano tantissimi voltantini vicino all'altare sull'astensionismo con lo slogan: La vita non si mette ai voti.
Quanta ingerenza, ma che vuole la chiesa? Perchè non pensa solo alla cure delle anime?
[SM=x432730]



05/06/2005 18:12
 
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Ho già sentito cose analoghe che mi sono state raccontate ...
06/06/2005 13:35
 
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Presidente Penati, l'altro giorno era al Gay Pride in rappresentanza della Provincia. Il trenino dei figli delle mamme lesbiche ha provocato un terremoto politico. Si è lamentato anche il suo vicepresidente Alberto Mattioli. L'Osservatorio sui diritti dei minori annuncia un esposto. Lei da che parte sta?
«È una scelta che rispetto e riguarda gli organizzatori e le mamme dei bambini. Io personalmente non avrei portato mio figlio alla manifestazione ma, ripeto, è una scelta che rispetto e il mio non è un giudizio ma un'opinione».

E dal punto di vista politico?
«Vedo il rischio di spostare il dibattito da quelli che erano gli obbiettivi della sfilata ad altro che sta in secondo piano».

Ossia?
«Il tema erano i diritti civili delle persone omosessuali e in particolare una forte sollecitazione al Parlamento perché approvi la legge sui Pacs, i Patti civici di solidarietà, che riguardano sia le coppie omo che le coppie etero».

Invece?
«Invece l'effetto mediatico ha sovraesposto il tema del trenino rispetto al tema originale».

Si è parlato di strumentalizzazione dei bambini.
«Credo che l'altro giorno i bambini si siano divertiti moltissimo. È l'uso dei bambini che deve imporre a tutti noi una riflessione. Detto questo non ne farei il tema centrale».

Come ha fatto con accuse durissime il ministro Calderoli?
«Trovo davvero fuori luogo che un ministro si sia espresso nei termini usati da Calderoli. È andato persino oltre a un atteggiamento censorio con giudizi pesanti e oscurantistici che Milano non merita. Le parole di Calderoli mi riconfermano la bontà della scelta della Provincia».

Al contrario del Comune.
«So che la giunta comunale ha discusso a lungo e ci sono state delle divisioni. Alla fine non hanno dato il patrocinio contraddicendo l'indicazione del Consiglio comunale. Ma credo che la presenza delle istituzioni, come avviene in tutte le città del mondo, fosse necessaria».

Pronti a ridare il patrocinio se il Gay Pride si dovesse tenere nuovamente a Milano?
«Quello che è successo non può farci cambiare idea rispetto alla giustezza del patrocinio. Aggiungo che forse sarebbe interessante aprire spazi di confronto che non vadano da Gay Pride a Gay Pride».
06/06/2005 14:11
 
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mi sta simpatico penati



06/06/2005 16:06
 
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Sono quelli della Margherita il problema ...
06/06/2005 16:47
 
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Re:

Scritto da: zon@ venerdi 06/06/2005 16.06
Sono quelli della Margherita il problema ...


vero.. che pizza [SM=x432737]



07/06/2005 06:45
 
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Purtroppo o per fortuna non siamo in Spagna, e bisogna tenerne conto.

Per questo il trenino dei bambini in testa al corteo del Gay Pride di Milano ha lasciato molti perplessi. Intendiamoci, che a una manifestazione per tradizione immune da ogni violenza e da ogni cupezza, anzi festosa e piena di giovani, si aggiungesse quest'anno un gruppo di mamme con bambini e relativi palloncini colorati poteva sembrare dal punto di vista del clima e dell'atmosfera per nulla fuori luogo.

Il fatto è che, primo punto contestato da alcuni,molte di quelle madri si dichiaravano lesbiche, e dunque non accoppiate con uomo a far da padre al figlio.

E che, secondo punto criticato da altri, quei bambini risultavano ottenuti con tecniche di fecondazione eterologa.Nulla di male in una società decisa, come quella spagnola ma non solo,a portare alle estreme conseguenze la teoria liberale dell'eguaglianza assoluta dei diritti di tutti gli individui anche in ambito sessuale e familiare.Scelta invece di difficile gestione e forse controproducente in una società come la nostra spaccata come non mai fra la sperimentazione di una modernità affettiva e procreativa autogestita dai singoli e la difesa finale di una tradizione familistica tradizionale e cattolica che , di suo, non prevederebbe nemmeno divorzio e aborto.Dicono gli organizzatori della manifestazione che non si è trattato di una provocazione ma della pubblicizzazione di una realtà che esiste e che la politica non deve giudicare ma rispettare e regolamentare.

Giusto, e per quanto riguarda il riconoscimento delle coppie di fatto etero e omosessuali, è molto grave che siamo ancora una volta gli ultimi fra i paesi civili. Sbagliato se si pensa possibile lo sfondamento di un muro di gomma che è anche generazionale e di mentalità chiedendo il massimo, matrimoni e adozioni gay, per non ottenere neanche il minimo, e cioè i patti civili di solidarietà.

Sbagliatissimo se si crede così di aiutare la vittoria dei "si" sul quarto quesito del referendum sulla fecondazione assistita, quello appunto sulla inseminazione eterologa, che è notoriamente l'unico a rischio di bocciatura anche in caso di raggiungimento del quorum.

Sbandierare le applicazioni estreme dell'utilizzo del seme o dell'ovocita di una persona estranea, come nel caso di single, gay o lesbiche, rischia di lasciare da soli e in minoranza coloro che, come chi scrive, andranno a votare, e voteranno sì anche sul quarto quesito perchè che convinti che un liberale non deve imporre agli altri i limiti che impone a sè stesso.

alessandro cecchi paone

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32578
09/06/2005 15:18
 
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Si è alzato un putiferio, sui giornali e nel mondo politico, perché un gruppo di lesbiche, sabato, ha portato i propri bambini al corteo del Gay Pride. Dicono che non fosse loro diritto, dicono che è stato un uso

partigiano e strumentale dell'innocenza infantile. Per la verità alcuni esponenti della destra hanno usato parole più pesanti. Il ministro Calderoli ha detto che è stata "una schifezza, usata da un gruppo di persone che vogliono difendere le proprie perversioni". Ha detto così. E poi ha aggiunto che è bene far saltare il referendum sulla fecondazione assistita, "altrimenti costruiranno bimbi su misura e li daranno da allevare a coppie di finocchi”. Il linguaggio di Calderoli è sempre leggiadro, le sue idee sofisticate.

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, omo più elegante e di maggiore frequentazione scolastica rispetto a Calderoli, ha espresso in modo meno aggressivo lo stesso concetto: "La legge sulla fecondazione - ha detto - servirà a fabbricare bambini da esibire alle manifestazioni gay". E poi hanno parlato molti altri, sempre su questa falsariga, con variazioni nello stile polemico, con minacce di denunce penali.

Naturalmente fa piacere - lo dico senza nessuna ironia - che anche la destra, finalmente, si occupi di bambini. E dei loro diritti. Non lo fa spesso, anzi non lo fa quasi mai. Ieri, per esempio, nessuno di loro ha rilasciato dichiarazioni per commentare i dati - drammatici - fomiti nel "Rapporto sui diritti globali 2005" (che è uno studio molto serio promosso dalla Cgil e da altre organizzazioni). Racconta questo rapporto che in Italia ci sono 1 milione e 700 mila bambini che vivono sotto il limite della povertà, e racconta che il nostro paese, in tutta Europa, è il paese con la maggiore percentuale di povertà infantile. Negli ultimi dieci anni questa povertà è salita del2,6 percento. Tutti i diritti essenziali di questo milione e settecentomila bambini è violato ogni giorno: diritto al cibo, all'acqua, alla casa, all'assistenza, alla sanità, all'istruzione.

Neppure risultano grandi moti di indignazione, nella destra (ma forse neanche in gran parte della sinistra...) per i bambini coinvolti nella realizzazione di spot pubblicitari per la Tv o per il cinema. Il gelato, il giocattolo, la merenda, gli spinaci, il sofficino. Un uso commerciale del bambino che serve non a difendere "le perversioni delle lesbiche", come dice Calderoli, ma a sviluppare i luridi interessi delle multinazionali (scusate l'uso della parola luridi, mi è scappata, deve essere l'influenza del ministro…).

Vorrei andare oltre questi esempi e farne uno meno scontato. Che magari fa n po' scandalo, ma è giusto dire le cose come stanno, senza pregiudizi, senza tabù. A voi sembra normale che dai secoli dei secoli un enorme numero di bambini sia usato per partecipare a noiosissime processioni religiose, per cantare nei cori in chiesa, per servire la messa mascherati da piccoli preti con tonaca rossa, per tenere in mano grossi candelabri, o crocifissi, o altre immagini della religione cristiana? Le lesbiche e i gay, sabato,li hanno messi in un trenino, e i giornalisti (tutti rigorosamente eterosessuali) hanno onestamente osservato che i bambini su quel trenino stavano beati e si divertivano come matti. Non sarà una attenuante, ma è meglio stare su un trenino a far casino, o dritti in piedi, seri seri, a cantare il “tantumergo" in latino?

Possiamo anche decidere, tutti, di comune accordo, che non si portano più i bambini alle pubbliche manifestazioni o cerimonie, e cioè non li si coinvolge nelle nostre convinzioni religiose, o politiche, o filosofiche o civili. Non so se è giusto, io ero affezionato ai bambini che partecipano in qualche modo della fede e delle idee e delle battaglie dei propri genitori, ma probabilmente sbaglio, il mio è un modo vecchio e "possessivo" di vedere l'infanzia. Benissimo, stabiliamo che i bambini restano a casa a giocare: se lo facciamo però la decisione deve riguardare tutti, senza differenze, senza discriminazioni, senza ideologismi.

L’impressione invece è che la levata di scudi contro i gay milanesi non sia stata motivata davero amore per i bambini, ma piuttosto dall'odio per i gay. E' un sentimento irrazionale, stupido, dettato dall'ignoranza e dal terrore di non essere normali. E' difficile da combattere. Specialmente se la Chiesa - che ha un grande potere sulla formazione del senso comune - invece di impegnarsi per spiegare alla gente che quando due persone si amano, di qualunque sesso esse siano, questo è un bene - "è la volontà di Dio" direbbe un cattolico - si impegna, al contrario, per difendere la normalità, l'omofobia, la bigotteria un po' fascistoide.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32620
09/06/2005 15:24
 
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GIUNTA INTERVENGA ANCHE PRESSO AUTORITA' GIUDIZIARIA Bologna, 8 giu. (Adnkronos) - I consiglieri di Alleanza Nazionele della Regione Emilia Romagna Luca Bartolini, primo firmatario, Enrico Aimi, Marcello Bignami e Gioenzo Renzi, hanno presentato, per la discussione in aula, una risoluzione a difesa dei diritti dei minori. In particolare gli esponenti di An fanno riferimento a quanto accaduto in occasione di una manifestazione referendaria sulla fecondazione artificiale al recente cosiddetto 'gay pride' di Milano, dove, si legge nel documento, ''sono stati usati come testimonial del si' al referendum alcuni bambini figli di coppie lesbiche, che sono stati gettati in un'arena di gestualita' provocatorie, effusioni accentuate, squallidi ammiccamenti, e quindi 'vergognosamente strumentalizzati' in cortei che nulla hanno a che vedere con i loro diritti''.

Nel documento si impegna la Giunta regionale a difendere i diritti di questi minori, in tutte le sedi opportune, anche presso l'Autorita' Giudiziaria, al fine di valutare la posizione di quei genitori che, pur di rivendicare presunti diritti, hanno finito per ledere la sfera di quelli dei loro ignari figli.

Nella risoluzione si chiede inoltre alla Giunta di intraprendere misure che pongano fine ad una tendenza pericolosamente lesiva dell'ambito pedagogico, psicoemotivo e della dignita' dei soggetti in eta' evolutiva e a non concedere alcuna misura di aiuto a qualsivoglia manifestazione nella quale i minori vengano usati quali inconsapevoli 'testimonial' di iniziative di carattere politico e/o sociale di qualsiasi forma e natura.

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PROCREAZIONE: MANTOVANO;GRILLINI,REFERENDUM NON RIGUARDA GAY

(V. 'PROCREAZIONE: MANTOVANO, SCONCERTO...' DELLE 10.50) (ANSA) - BARI, 8 GIU - ''Mantovano interviene sulla questione dei referendum per minacciare, in caso di vittoria dei si', il matrimonio fra gay, le adozioni, i registri del sesso e via discorrendo. Vorremmo chiarirgli che la consultazione del 12 e il 13 maggio non riguarda minimamente gli omosessuali perche', purtroppo, e' escluso dalla consultazione l'articolo 5 della legge stessa'' E' la replica del presidente onorario dell'Arcigay Franco Grillini, deputato Ds, alle dichiarazioni odierne del sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano.

''Quell'articolo che fissa tra i requisiti per sottoporsi alle tecniche di fecondazione l'essere coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, non e' - sottolinea Grillini - in discussione. Per questo una vittoria del si' non ha nulla a che vedere con le rivendicazioni gay''.

''A che serve - aggiunge l'esponente Arcigay - tirare in ballo questioni fantomatiche e non all'ordine del giorno dell'agenda politica italiana? Forse l'on. Mantovano, di An, vuole confondere l'opinione pubblica e certamente non ha imparato nulla dal risultato elettorale pugliese dove una campagna 'sporca' in materia di omosessualita' non solo non ha dato i risultati sperati, ma ha indotto persino molti elettori di An al voto disgiunto in favore del presidente Vendola.

Vorremo poi sapere da Mantovano che cosa intende per registri del sesso, che nessuno chiede, e che non esistono in nessuna parte del mondo''.

''In realta' Mantovano e gli altri fondamentalisti della destra italiana - conclude Grillini - dovrebbero rendersi conto che, anche al di la' del voto del referendum, l'Italia e' ormai un paese fortemente secolarizzato dove non e' possibile riprodurre il modello americano di invasione delle sette fondamentaliste nella vita dello Stato. La differenza tra laici e fondamentalisti e' molto semplice: i laici non impongono nulla ai fondamentalisti, mentre i fondamentalisti sognano un mondo fatto solo di divieti e proibizioni. Per questo il 12 giugno i laici vinceranno''. (ANSA).

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ER) GAY PRIDE. SCONTRO AN-ARCIGAY SU 'MINORI TESTIMONIAL' =

BIGNAMI: 'ARENA SQUALLIDA'; MATTIOLI: 'INTIMIDAZIONE RAZZISTA' ----------------------------------------------------------------- (DIRE) - BOLOGNA- I consiglieri regionali di An Luca Bartolini, Marcello Bignami, Enrico Aimi e Gioenzo Renzi hanno messo a punto una risoluzione a difesa dei diritti dei minori. In particolare i consiglieri di An fanno riferimento a quanto accaduto in occasione della manifestazione refendaria sulla fecondazione artificiale al gay pride di Milano di sabato scorso dove, si legge nel documento, "sono stati usati come testimonial del si' al referendum alcuni bambini figli di coppie lesbiche, che sono stati gettati in un'arena di gestualita' provocatorie, effusioni accentuate, squallidi ammiccamenti, e quindi 'vergognosamente strumentalizzati' in cortei che nulla hanno a che vedere con i loro diritti". Immediata arriva la replica dell'Arcigay che, saputo della risoluzione, parla di "intimidazione venata di razzismo".

Nel documento di An si chiede alla Giunta regionale di difendere i diritti di questi minori, in tutte le sedi opportune, anche presso l'Autorita' giudiziaria, al fine di "valutare la posizione di quei genitori che, pur di rivendicare presunti diritti, hanno finito per ledere la sfera di quelli dei loro ignari figli". Nella risoluzione si chiede inoltre alla Giunta di intraprendere misure che pongano fine ad una "tendenza pericolosamente lesiva dell'ambito pedagogico, psicoemotivo e della dignita' dei soggetti in eta' evolutiva" e a "non concedere alcuna misura di aiuto a qualsivoglia manifestazione nella quale i minori vengano usati quali incosapevoli 'testimonial' di iniziative di carattere politico e/o sociale in qualsivoglia forma e natura".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32622
10/06/2005 09:45
 
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Re:
ma quelli di AN devono sempre intervenire su tutto, dicendo tra l'altro un sacco di stronzate? [SM=x432721]



10/06/2005 10:36
 
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Vorrei far notare tra l'altro che non è intervenuta nemmeno l'An lombarda o milanese; ma quella emiliana che non c'entrava nulla.
11/06/2005 03:13
 
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Ragazzi di seguito la risposta del Arcigay Emilia
11/06/2005 03:14
 
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Bambini al gay pride, Arcigay contro An
BOLOGNA (8 giu. 2005) - "O si stabilisce che i minori non possono accompagnare i propri genitori a nessuna festa di partito o iniziativa politica e quindi nemmeno a quelle di Alleanza nazionale o alle pagliacciate come quelle della Lega Nord a Pontida e alla sorgente del 'dio' Po, oppure gridare allo scandalo per le mamme lesbiche che sabato scorso hanno deciso di sfilare con i propri figli al gay pride di Milano rappresenta solo un'intimidazione venata di razzismo contro i genitori omosessuali". Questa la reazione di Sandro Mattioli, a nome del coordinamento dei circoli Arcigay dell'Emilia Romagna, alla proposta di risoluzione presentata in Consiglio regionale dal gruppo di Alleanza nazionale.

"In tutte le manifestazioni politiche, sindacali e religiose in tutte le occasioni di festa e incontro di organizzazioni politiche e associative – continua Mattioli -, capita di vedere famiglie con bambini. Certo sembra strano che di strumentalizzazione dei minori si parli solo quando a sfilare con i figli sono le famiglie omosessuali. Si mettano l'anima in pace i censori della destra: gli omosessuali hanno figli che vivono sani, amati e rispettati con le loro mamme e i loro papà, e con loro frequentano le feste e le iniziative politiche e culturali della comunità gay e lesbica, né più né meno dei figli di tutti.

"Che poi il gay pride sia un'arena 'offensiva' e 'squallida' fa solo parte di una propaganda razzista anti-gay cavalcata dal clericalismo e dall'estremismo di destra, che non corrisponde alla realtà, come chiunque vi abbia personalmente partecipato può testimoniare.

"I cortei del gay pride sono insieme una festa e una grande manifestazione politica per la parità dei diritti delle persone omosessuali. Come tutte le manifestazioni pubbliche, che vedono decine di migliaia di giovani sfilare sotto il sole di giugno, sono colorate e festose. Normalmente non si vede niente di più 'ammiccante' e 'accentuato' di quanto venga proiettato tutti i giorni dalle maggiori televisioni nazionali, anche in fascia protetta, direttamente nelle case di milioni di italiani.

"Del tutto strumentale e falsificante poi sostenere, come fa la proposta di risoluzione di An, che ciò sia accaduto nell'ambito di una manifestazione referendaria. Il referendum sulla fecondazione medicalmente assistita non c'entra infatti nulla con i figli delle persone omosessuali. Le mamme lesbiche che hanno sfilato con i propri figli l'hanno fatto per testimoniare che anche loro esistono, e che esistono anche i figli di persone gay e lesbiche".

http://www.emilianet.it/database/emilianet/emilianet2.nsf/0/0eb1ef6546efddcfc125701a00532a02?OpenDocument
12/06/2005 11:30
 
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Re: Bambini al gay pride, Arcigay contro An

Scritto da: zon@ venerdi 11/06/2005 3.14
BOLOGNA (8 giu. 2005) - "O si stabilisce che i minori non possono accompagnare i propri genitori a nessuna festa di partito o iniziativa politica e quindi nemmeno a quelle di Alleanza nazionale o alle pagliacciate come quelle della Lega Nord a Pontida e alla sorgente del 'dio' Po, oppure gridare allo scandalo per le mamme lesbiche che sabato scorso hanno deciso di sfilare con i propri figli al gay pride di Milano rappresenta solo un'intimidazione venata di razzismo contro i genitori omosessuali". Questa la reazione di Sandro Mattioli, a nome del coordinamento dei circoli Arcigay dell'Emilia Romagna, alla proposta di risoluzione presentata in Consiglio regionale dal gruppo di Alleanza nazionale.

"In tutte le manifestazioni politiche, sindacali e religiose in tutte le occasioni di festa e incontro di organizzazioni politiche e associative – continua Mattioli -, capita di vedere famiglie con bambini. Certo sembra strano che di strumentalizzazione dei minori si parli solo quando a sfilare con i figli sono le famiglie omosessuali. Si mettano l'anima in pace i censori della destra: gli omosessuali hanno figli che vivono sani, amati e rispettati con le loro mamme e i loro papà, e con loro frequentano le feste e le iniziative politiche e culturali della comunità gay e lesbica, né più né meno dei figli di tutti.

"Che poi il gay pride sia un'arena 'offensiva' e 'squallida' fa solo parte di una propaganda razzista anti-gay cavalcata dal clericalismo e dall'estremismo di destra, che non corrisponde alla realtà, come chiunque vi abbia personalmente partecipato può testimoniare.

"I cortei del gay pride sono insieme una festa e una grande manifestazione politica per la parità dei diritti delle persone omosessuali. Come tutte le manifestazioni pubbliche, che vedono decine di migliaia di giovani sfilare sotto il sole di giugno, sono colorate e festose. Normalmente non si vede niente di più 'ammiccante' e 'accentuato' di quanto venga proiettato tutti i giorni dalle maggiori televisioni nazionali, anche in fascia protetta, direttamente nelle case di milioni di italiani.

"Del tutto strumentale e falsificante poi sostenere, come fa la proposta di risoluzione di An, che ciò sia accaduto nell'ambito di una manifestazione referendaria. Il referendum sulla fecondazione medicalmente assistita non c'entra infatti nulla con i figli delle persone omosessuali. Le mamme lesbiche che hanno sfilato con i propri figli l'hanno fatto per testimoniare che anche loro esistono, e che esistono anche i figli di persone gay e lesbiche".

http://www.emilianet.it/database/emilianet/emilianet2.nsf/0/0eb1ef6546efddcfc125701a00532a02?OpenDocument


quoto in pieno
tra l'altro come dici tu che cazzo vuole AN dell'Emilia Romagna? bah



13/06/2005 12:23
 
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"Se dovesse mancare il quorum non farò altro che aprire una bottiglia e festeggiare il fatto che il buonsenso degli italiani abbia fatto dire no all'andare a toccare quello che è meglio lasciar perdere". Lo ha detto il ministro per le Riforme e coordinatore nazionale della Lega Nord Roberto Calderoli, parlando a margine di una manifestazione del suo partito a Savigliano (Cuneo).

"Credo che la manifestazione di domenica scorsa a Milano con i bambini che aprivano il Gay Pride e sono figli innaturali di coppie di lesbiche sia la dimostrazione che è assolutamente necessario bocciare una legge che consentirebbe queste cose. Mi auguro che l'affluenza - ha concluso - si mantenga tale da determinare il venir meno del quorum anche se ci sono due o tre punti della legge che ritengo anch'io debbano essere modificati ma li cambierà il Parlamento".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32674
13/06/2005 23:08
 
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Re:

Scritto da: zon@ venerdi 13/06/2005 12.23
"Se dovesse mancare il quorum non farò altro che aprire una bottiglia e festeggiare il fatto che il buonsenso degli italiani abbia fatto dire no all'andare a toccare quello che è meglio lasciar perdere". Lo ha detto il ministro per le Riforme e coordinatore nazionale della Lega Nord Roberto Calderoli, parlando a margine di una manifestazione del suo partito a Savigliano (Cuneo).

"Credo che la manifestazione di domenica scorsa a Milano con i bambini che aprivano il Gay Pride e sono figli innaturali di coppie di lesbiche sia la dimostrazione che è assolutamente necessario bocciare una legge che consentirebbe queste cose. Mi auguro che l'affluenza - ha concluso - si mantenga tale da determinare il venir meno del quorum anche se ci sono due o tre punti della legge che ritengo anch'io debbano essere modificati ma li cambierà il Parlamento".

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32674


che palle... calderoli.... penso che sia difficile trovare qualcuno peggio di lui! :tiè:



14/06/2005 03:07
 
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Re: Re:

Scritto da: GayAbruzzo 13/06/2005 23.08

che palle... calderoli.... penso che sia difficile trovare qualcuno peggio di lui! :tiè:


Borghezio, Boso, Shifani ...

Allo shifo non c0è mai fine ...
16/06/2005 19:53
 
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No Vatican No Taleban
Un referendum mandato a monte per astenzionismo, un gay pride vietato e partecipanti oltragggiati, un concordato che svincola dalle leggi nazionali: la legge è fatta in Europa o in Vaticano?
La genetica, solo uno dei pomi della discordia per la Chiesa Embrioni e referendum non vanno d’accordo. Dopo il No di francesi e olandesi e l’aborto che ne è seguito dell’embrione di Costituzione europea, un altro referendum, stavolta sui veri embrioni, ha cambiato per sempre il volto dell’Europa. Il vincitore del referendum del 12-13 giugno sulla procreazione assistita - promosso in Italia dai Radicali - è stato il Vaticano, che ha ottenuto quel che aveva chiesto: un misero 25,9% di affluenza alle urne che, inferiore al quorum del 50% richiesto, annulla i risultati della consultazione. Milioni di italiani hanno così risposto positivamente all’appello a boicottare le urne della Chiesa che, col cardinale Camillo Ruini, dichiarava: «sulla vita non si vota».

Quando la Chiesa detta legge...

Ma l’influenza del Vaticano non si esaurisce all’altra sponda del Tevere. La Slovacchia sta per firmare un concordato con la Santa Sede che protegge il “libero e illimitato” esercizio della libertà di coscienza basata sugli insegnamenti cattolici. In altre parole, un medico o un assistente sociale cattolico avrà il diritto di non sottostare a leggi slovacche in contrasto con la dottrina della Chiesa.
In Polonia è la comunità omosessuale a fare le spese della diffidenza in un paese che deve gran parte della propria identità al cattolicesimo. Nell’Anno Domini 2005 organizzare un “gay pride” a Varsavia significa sfidare un divieto di manifestazione ad hoc e il linciaccio verbale da parte dei “fondamentalisti eterosessuali”.

L’Europa, quali interessi?

Con l’elezione di Benedetto XVI e la sua campagna contro l’ideologia del “relativismo”, l’Europa torna ad essere area di interesse strategico per la Chiesa. L’obiettivo sempre più dichiarato delle gerarchie vaticane è quello di rimettere in discussione il senso classico della laicità e il processo di secolarizzazione che ha cambiato il volto dell’Europa dagli anni Sessanta a oggi.
Ma un’Europa in cui vivono milioni di musulmani non ha nessun interesse a fomentare una logica identitaria che svilisce il senso autenticamente spirituale della religione e porta dritto al precipizio dello scontro di civiltà.
Al dilagare della strategia del Vaticano che vuole ri-fondare questa Europa senza identità sulla forza dei valori cristiani ci sono due risposte possibili. La prima è quella applicata in Iran, in cui il clero ha la forza di soffocare ogni embrione di progresso o cambiamento politico. La seconda è quella di Israele, in cui – nonostante l’importanza fondamentale della religione – il primato della politica e della democrazia sta per riuscire anche a far sloggiare i coloni dai loro insediamenti di Gaza.
Del resto soprattutto per i gay, gli embrioni, gli scienziati o i malati, è meglio vivere a Tel-Aviv, piuttosto che a Roma o Teheran.

http://www.cafebabel.com/it/article.asp?T=A&Id=1293
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