Il 22 giugno 2005 è stato adottato dal Parlamento sloveno la legge sulle Unioni Civili per persone dello stesso sesso ( Registered Same-sex Partnership). La legge era stata proposta dal nuovo governo conservatore senza consultare le associazioni glbt, ed è stata approvata con 44 voti a favore e 3 contrari (su un totale di 90), mentre i deputati liberaldemocratici e socialdemocratici hanno fatto ostruzione.
La proposta di legalizzare le unioni gay e lesbiche in Slovenia era iniziata nel 1997, la nuova legge è il risultato più recente nella relativa lunga storia della legalizzazione delle unioni gay e lesbiche.
La nuova legge riguarda solo i rapporti di proprietà, il diritto/dovere di assistere il partner malato e solo in parte i diritti successori; non riconosce nessun diritto nell’area della sicurezza sociale (assicurazione sociale e contro le malattie, pensione di reversibilità), e non riconosce lo status di parente stretto ai partner.
Il dibattito parlamentare sulla legge è stato estremamente umiliante per i cittadini glbt ed anche offensivo per alcuni deputati che difendevano i diritti glbt. Riguardo all’intollerante dibattito politico sull’omosessualità in Slovenia, il gruppo dei 23 membri del Parlamento europeo ha indirizzato una lettera aperta a Cukjati, Presidente del Parlamento sloveno.
Secondo l’associazione lesbica SKUCC-LL, la nuova legge è discriminatoria perché riconosce solo diritti parziali, trattando i cittadini glbt come cittadini e cittadine di seconda classe.
Noi non vogliamo partecipare ad un processo di “democrazia virtuale”. Tuttavia riconosciamo la nuova legge come un primo passo fondamentale verso una legislazione più equa per le minoranze sessuali in Slovenia. La nostra missione ed il nostro obiettivo per il futuro è fare tutti i passi necessari per migliorare la legge esistente attraverso ogni mezzo democratico ed il dialogo civile.
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