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IL PACS IN ITALIA

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2007 18:36
23/09/2005 09:04
 
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Quel bell'uomo di Ruini spara sui PACS


"Equiparare convivenze e matrimonio è contrario alla Costituzione". L'ultimo affondo contro i PaCS nell'acceso dibattito innescato dalla lettera di Romano Prodi a Franco Grillini lo lancia Camillo Ruini, che ha aperto a Roma il Consiglio episcopale permanente della Cei. «La nostra Costituzione nell'art. 29 - ha ricordato il cardinale - intende con univoca precisione la famiglia come 'societa' naturale fondata sul matrimonio e ne riconosce i diritti. Per conseguenza la Corte Costituzionale ha ripetutamente affermato che la convivenza more uxorio non può essere assimilata alla famiglia, così da desumerne l'esigenza di una parificazione di trattamento». La protezione giuridica delle unioni di fatto deve seguire la "strada del diritto comune", dice ancora Ruini spiegando che «qualora emergessero alcune ulteriori esigenze, specifiche e realmente fondate, eventuali norme a loro tutela non dovrebbero comunque dar luogo a un modello legislativamente precostituito e tendere a configurare qualcosa di simile al matrimonio, ma rimanere invece nell'ambito dei diritti e doveri delle persone». E dopo aver ribadito che «i vescovi non si schierano in campagna elettorale» il presidente dei vescovi italiani ha aggiunto: «Il sostegno alla famiglia legittima dovrebbe essere dunque la prima e vera preoccupazione dei legislatori».

«Ben diversa - ha poi detto il cardinale verso la fine del suo intervento - è la direzione in cui procedono i 'Pacs' istituiti in Francia, ai quali spesso ci si richiama, e, in maniera purtroppo ancora più marcata, varie proposte di legge presentate nel nostro Parlamento, una delle quali sottoscritta da 161 deputati e poi da 49 Senatori. Al di là del nome diverso e di altre cautele verbali - ha affermato non senza qualche polemica il presidente della Cei - esse sono infatti modellate in buona parte sull'istituto matrimoniale e prefigurano quello che si potrebbe chiamare un 'piccolo matrimonio': qualcosa cioè di cui non vi è alcun reale bisogno e che produrrebbe al contrario un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano».

Immediatamente, le agenzie battono i primi commenti: per la Ds Gloria Buffo, «il discorso di Ruini colpisce due volte: la prima perché ha pochissima fiducia nel matrimonio tanto da ritenerlo minacciato dal riconoscimento di altre unioni; la seconda perché vorrebbe interpretare non solo la natura umana ma anche la Costituzione. Per fortuna, nelle nostre democrazie, i custodi della legge non sono i ministri di culto». Ma invece per il deputato di An Maurizio Gasparri le parole pronunciate dal cardinal Ruini sono «ampiamente condivisibili» perché «bisogna tutelare la famiglia così come è intesa dalla Costituzione, che è un atto laico. Nessuna criminalizzazione, dunque, ma non bisogna inventarsi i finti matrimoni. Sul piano dei diritti civili - aggiunge Gasparri - si possono eventualmente trovare intese, ma la priorità deve restare quella della tutela della famiglia secondo i principi espressi nella Carta costituzionale».



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