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IL PACS IN ITALIA

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2007 18:36
16/12/2005 21:29
 
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UN 2006 PER I PACS
Intervista a Sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay


S'avvicina la data del 14 gennaio 2006, quando a Roma la società civile, le associazioni laiche e/o progressiste, i partiti, chiamati a raccolta da Arcigay e da Arcilesbica, sfileranno per una grande manifestazione a favore dei PACS, i Patti Civili di Solidarietà. L'appuntamento è per tutti a Piazza Farnese dalle ore 14.30. Un giorno importante, per mostrare al Paese e al Governo presente e futuro che le richieste di diritti civili sono un'esigenza sentita dal popolo italiano, che le sostiene a larga maggioranza. Per questa occasione, il Cassero organizza un pullman, destinazione Roma. Chiamate dalle 09.00 alle 20.00 il numero 051 649 44 16 e prenotatevi!



Per parlarne, per approfondire, per porgli qualche domanda che non leggerete nei quotidiani nazionali, abbiamo incontrato Sergio Lo Giudice, Presidente di Arcigay, che, con chiarezza, ci ha esposto le ragioni politiche della manifestazione. Un'occasione per affrontare i nodi della laicità dello stato italiano e degli obiettivi politici a medio termine del movimento GLBT. Da leggere.

Il senso della manifestazione nazionale di Roma Tutti in PACS, il 14 Gennaio 2006?

Tutti in Pacs vuole essere una grande festa di piazza per le libertà civili e la laicità dello Stato. La centralità del Pacs nel titolo rispecchia l’importanza che oggi la battaglia per una legge sulle unioni civili ha assunto come paradigma di una più generale battaglia per la libertà degli individui e la loro autodeterminazione e per la laicità dello Stato.

Chi parteciperà?

Abbiamo già ricevuto più di un centinaio di adesioni di associazioni, partiti, sindacati. Oltre alle organizzazioni GLBT, ci saranno i partiti della sinistra, l’Arci, la Cgil, la galassia delle associazioni laiche, le organizzazioni studentesche, le reti di donne che si erano già mobilitate per il referendum sulla legge 40. Ci saranno tante coppie, gay, lesbiche ed etero a mostrarsi in carne ed ossa a chi ritiene che dietro le battaglie del movimento GLBT non ci sia una reale esigenza sociale. Spero che tutte le coscienze libere, tutti gli spiriti laici, siano con noi ad affermare un desiderio di libertà.

In questo ultimo anno abbiamo assistito a un protagonismo sempre maggiore delle gerarchie vaticane all'interno del dibattito politico italiano. E' un fatto positivo?

E' del tutto legittimo che il Vaticano esprima le proprie considerazioni religiose, etiche e, perché no, politiche, in piena libertà. E' scandaloso invece che, superando i limiti imposti dallo stesso Concordato, la Conferenza Episcopale Italiana si vada configurando sempre di più come una sorta di Partito Vaticano che minaccia di anatema i politici cattolici, trasforma le chiese in sezioni di partito, interviene nei dettagli della riforma della nostra Costituzione. Ad ogni modo, quello che è veramente intollerabile non è lo spazio politico sempre più esteso che il clero conservatore sta occupando, ma l’atteggiamento remissivo e di sudditanza di partiti e leader politici nostrani. La Chiesa cattolico romana è, per sua natura, non laica, autoritaria, assolutista, antidemocratica. La difesa della laicità, della democrazia, dei diritti di cittadinanza è compito della politica. Fra Don Camillo Ruini che detta legge e Francesco Rutelli che gli obbedisce il mio biasimo maggiore va al secondo. Ruini, nel bene e nel male, fa il suo mestiere, Rutelli no.

Si può parlare di laicità quando la cornice di valori prescritta esclude una pluralità di scelte?

Assolutamente no. Se i valori sono prescritti non formano più la cornice, ma riempiono lo spazio interno, non lasciano cittadinanza a nient’altro. La laicità si ha laddove la cornice delimita uno spazio – tenendovi fuori solo ciò che è violenza e sopraffazione – al cui interno il gioco dei rapporti fra valori etici, considerazioni politiche, credenze religiose possa avvenire in un’ottica di tolleranza e di pluralità.

Vista dall'Italia, l'Europa dei diritti civili sembra così lontana. Le donne sole e/o lesbiche non hanno accesso alla fecondazione assistita; ai gay, alle lesbiche, agli etero, non sono concessi pari diritti per le loro convivenze fuori dal matrimonio. Le reazioni del mondo laico sembrano meno incisive del necessario. Che fare?

L’Europa rimane per noi un ancoraggio necessario, anche se non tutto è roseo al di là delle Alpi, soprattutto dopo l’estensione dell’Europa ad Est. In Polonia, dopo la vittoria dei conservatori alle ultime elezioni politiche, si è assistito ad una recrudescenza omofobica fatta di azioni anti-gay, divieti a manifestare, attentati all’incolumità fisica delle persone. In Lettonia, paese che finora si è rifiutato di recepire la direttiva antidiscriminatoria dell’Unione europea, è stata appena emendata la Costituzione per stabilire che il matrimonio può essere solo fra uomo e donna. Si avvicina il tempo in cui non potremo più aspettare che l’Europa ci salvi: l’Italia deve riuscire a fare a sua parte per mantenere un’Europa laica ed inclusiva.

Quanto è importante il valore della laicità per Arcigay?

E' uno dei suoi valori statutari fondanti e rappresenta la condizione stessa degli altri: promozione dei diritti umani, rifiuto di ogni discriminazione, sereno rapporto fra individuo e ambiente, libertà, uguaglianza, solidarietà, non violenza, democrazia. Dove non c’è laicità c’è assolutismo, monocrazia, fondamentalismo. Magari in nome dei principi più nobili e alti, considerati come verità valida per tutti. Ma se un valore è imposto per legge a tutti non è più un principio morale, ma una costrizione normativa. Qui non c’è più etica, c’è solo potere.

In quali scelte o posizioni di concretizza?

Ogni nostra scelta, ogni nostra posizione si basa su questo presupposto. Parte da qui il nostro impegno per un’effettiva libertà religiosa che ci ha portato, in questi anni, ad avere ottimi rapporti con religioni non cattoliche, come i valdesi o gli ebrei e con aree di cattolicesimo di base molto aperte alle questioni che poniamo. Da qui è nato il nostro impegno nel referendum contro la legge 40 sulla fecondazione assistita, referendum che non recepiva le nostre richieste di estensione alle donne lesbiche della possibilità di accesso alle tecniche, ma che abbiamo voluto comunque appoggiare come battaglia comune contro l’intromissione religiosa sui corpi delle donne.

Perché i PACS sono laici?

Perchè rappresentano una opportunità per tutti e un obbligo per nessuno. Perchè aprono il ventaglio delle possibilità a disposizione delle donne e degli uomini per progettare le loro vite. Perchè rappresentano un passo avanti verso l’abolizione delle discriminazioni normative verso gay e lesbiche.

Quali possibilità ci sono che vengano approvati nella prossima legislatura?

Una legge che riconosce dei diritti anche alle coppie dello stesso sesso sarà quasi certamente approvata se la coalizione di centrosinistra, che su questo ha assunto un impegno preciso, vincerà le prossime elezioni Il nostro prossimo impegno sarà di vigilare attivamente perchè la legge approvata non venga stravolta rispetto alle nostre aspettative. C’è un punto su cui si giocherà la partita: anche se Prodi si è impegnato su una legge che dia un riconoscimento pubblico alla coppia unita civilmente, i sostenitori della proposta Ruini-Rutelli – un semplice contratto di natura privatistica – torneranno all’attacco.

Quante persone prevedi ci saranno alla manifestazione del 14 Gennaio, Tutti in PACS?

Spero tantissime. Più saremo, più forti saranno le nostre battaglie a partire dal giorno dopo.
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