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Cosa (non) dicono Costituzione e Codice Civile

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2005 23:33
06/08/2005 03:35
 
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Unioni gay: e se fosse già possibile?
Anche in Italia si torna a parlare di possibile riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso. Ma l'attuale legislazione italiana cosa afferma in materia?

Dopo l'approvazione in Spagna della legge che riconosce le unioni tra persone dello stesso sesso, equiparandole ai matrimoni eterosessuali, anche in Italia la discussione si è fatta accesa. Le associazioni a tutela dei diritti degli omosessuali e delle lesbiche hanno chiesto di inserire il tema nell'agenda politica nostrana e di sancirlo anche in Italia. Proposta che ha incontrato consensi, ma anche tantissime resistenze.
In ogni caso la discussione si è svolta in ambiti morali, filosofici, etici e religiosi, senza mai giungere sul piano prettamente giuridico.
L'Art. 3 della Costituzione recita:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
I cittadini non eterosessuali sono quindi equiparati ai cittadini eterosessuali, non potendo esistere alcuna discriminazione legata a sesso o condizioni personali e sociali(nelle cui categorie può essere fatto rientrare l'orientamento sessuale).
Prosegue poi nel secondo comma:
"E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Qualcuno potrebbe dare un'interpretazione restrittiva del comma, affermando che esso deve essere circoscritto a determinati ambiti, quali per esempio quello economico(l'uso del termine lavoratori e non cittadini e varie espressioni usate sembrano avvalorare questa tesi). E' però una interpretazione alquanto debole. La costituzione è stata scritta nel 1947 in un contesto sociale molto diverso da quello attuale. Il diritto al lavoro era allora socialmente importante e prevaleva su altre considerazioni(tanto è vero che la costituzione sancisce solennemente che "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro". La situazione sociale di oggi è molto diversa. Contestualizzando e attualizzando quindi l'ottica interpretativa tutto cambia. E non è più possibile sostenere l'interpretazione restrittiva. A conforto di questa tesi giungono diverse pronunce della Corte di Cassazione, soprattutto degli anni 70. Chiamata a pronunciarsi in materia di senso del pudore e di comune morale la Corte ha affermato che nell'interpretazione delle norme giuridiche va considerata l'evoluzione della società e dei costumi, applicando poi la norma di conseguenza. C'è comunque da aggiungere che una qualsivoglia interpretazione restrittiva viene a cadere nel proseguio del comma stesso. In chiusura si afferma che l'effettiva partecipazione deve avvenire nell'ambito dell'organizzazione politica, economica e sociale.
Del matrimonio si torna a parlare nell'articolo 29 della Costituzione, dove però il legislatore non esprime mai espressamente che esso vada inteso solo come unione tra persone di sesso diverso. Non potrebbe essere diversamente d'altronde, considerando che nel 1947 la questione delle unioni tra persone dello stesso sesso era ben lontana dal porsi. Nell'interpretazione di questo articolo possiamo applicare quanto detto poc'anzi.
Dalla Carta Costituzionale il discorso si può spostare sul Codice Civile.
Negli artt. 84-85-86-87-88-89-90 vengono indicate le situazioni nelle quali è vietato contrarre matrimonio. Tra le altre minore età, interdizione per infermità mentale, matrimonio precedente, legami di parentela legali o di sangue. Vi è quindi silenzio della norma sulla questione. La discussione verte quindi soltanto sull'esaustività o meno della norma. E' quindi da considerarsi esaurita nella trattazione del codice la categoria degli impedimenti o possono sussisterne altri? Alla luce di dottrina e giurisprudenza, applicandosi comunque per analogia quanto detto in altri casi, la trattazione è da considerarsi esaustiva.
Questo breve articolo ovviamente non esaurisce, ne poteva pretendere di farlo, l'argomento. Tantissimo sarebbe ancora da dire, ma non è possibile in queste sede.
Alla luce di quanto detto si può comunque trarre una importante conseguenza. Il riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso è pienamente compatibile con la legislazione italiana. La mancanza è segno di una chiusura totale sul tema da parte di larghi settori dell'opinione pubblica e della classe politica. Atteggiamento che sta portando a situazioni di discriminazione, quelle si realmente incompatibili col dettato costituzionale e con i principi dello stato di diritto.
Nel silenzio totale della legge, così come di dottrina e giurisprudenza, è possibile anzi affermare che, stante l'attuale situazione di mancato riconoscimento palese, nulla osta ad azioni giuridicamente valide che portino ad un riconoscimento di fatto.
Quale norma impedirebbe a due persone dello stesso sesso infatti di unirsi civilmente, trovando un ufficiale di stato civile che sia disponibile?
Praticamente nessuna.


http://italy.peacelink.org/sociale/articles/art_12215.html
06/08/2005 08:48
 
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L'INTERPRETAZIONE ALLE NORME DI UN FUTURO GIURISTA....OSSIA IO...
IO SONO FAVOREVOLISSIMO AI MATRIMONI FRA I GAY, PUTROPPO IN ITALIA CREDO CHE CI ARRIVEREMO FRA TANTISSIMI ANNI A CAUSA DELL'INFLUENZA VATICANA, SPERO PERò CHE SARANNO COMPIUTI ALMENO DEI PICCOLI PASSI, PIANO PIANO, IN QUESTA DIREZIONE...PRIMO FRA TUTTI IL RICONOSCIMENTO DEI C.D. PACS.

PER CIò CHE CONCERNE IL FONDAMENTO GIURIDICO DELLA LEGITTIMITà DI QUESTO TIPO DI UNIONI SI POTREBBE SCRIVERE UN LIBRO SENZA MOLTA DIFFICOLTà...LA NOSTRA COSTITUZIONE TUTELA TANTO LE FORMAZIONI SOCIALI, QUANTO IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA. PERCIò DAL COMBINATO DIPOSTO DI QUESTE DUE NORME LA TEMATICA SI SPOSTA NELLA PIù AMPIA QUESTIONE DELLE FORMAZIONI SOCIALI IN GENERALE CHE IN TANTO RICEVONO GARANZIA E RICONOSCIMENTO DALL'ORDINAMENTO, IN QUANTO FUNZIONALI ALLO SVOLGIMENTO ARMONICO ED EQUILIBRATO DELLA PERSONALITà DEI SUOI COMPONENTI ED ALLA TUTELA DEI DIRITTI INVIOLABILI DI CIASCUNO DI ESSI. DA SECOLI INOLTRE IL DIRITTO DI FAMIGLIA STA VIVENDO UN PROCESSO EVOLUTIVO CHE STA APPRODANDO VERSO LA LAICIZZAZIONE E LA FUNZIONALIZZAZIONE. IN TUTTI GLI STATI MODERNI ORAMAI IL PROFILO DEL RAPPORTO, CHE è + IMPORTANTE DELLA MERA CELEBRAZIONE, SFUGGE AGLI ORDINAMENTI CANONICI, PER ESSERE CONSEGNATO ALLE SFERE DEL PRIVATO. è DISCRIMINATORIO CHE DUE UOMINI O DUE DONNE CHE DECIDONO DI COSTITUIRE UNA COMUNITà D'AFFETTI, UNA FORMAZIONE SOCIALE (FAMIGLIA) CHE GARANTISCA L'ARMONICO SVILUPPO DELLE LORO PERSONALITà, NON SIANO TUTELATI DI FRONTE ALLA LEGGE. QUINDI SI AI MATRIMONI GAY, O QUANTO MENO ALLE UNIONI CIVILI...

PER QUANTO CONCERNE LE ADOZIONI, SONO UN Pò CONTRARIO MA SOLAMENTE PERCHè, COME DICEVA GEORGE, IL MONDO NON è PRONTO. HO PAURA CHE QUESTI BAMBINI SUBISCANO SCHOCK PSICOLOGICI...E MI FANNO UN Pò RABBIA LE SEMPLIFICAZIONI DEL MONDO GAY SULL'ARGOMENTO PERCHè IL PROBLEMA ESISTE E NON VA IGNORATO






06/08/2005 09:03
 
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Re: L'INTERPRETAZIONE ALLE NORME DI UN FUTURO GIURISTA....OSSIA IO...
è vero che nella costituzione si parla di pari dignità di tutti i cittadini (e questo farebbe pensare alla possibilità data a tutti di godere degli stessi diritti), ma vorrei ricordare che sempre nella costituzione (art.11) si legge che "L'Italia ripudia la guerra". Eppure sono anni che il nostro paese è impegnato in azioni militari, non difensive ma offensive, in diverse parti del mondo.
insomma tra il dire (lo scritto) e il fare (l'azione).....



06/08/2005 10:49
 
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VABBè NON CREDO CHE SIA IL CASO DI ENFATIZZARE ALCUNE OPINIONI O ALCUNI PRECONCETTI...DA ANNI LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI FRA GLI STATI HA FATTO SI CHE ALLE SEMPLICI AZIONI OFFENSIVE SI SIANO SOSTITUITE ANCHE DELLE AZIONI CHE GLI STATI POSSONO COMPIERE, CHIAMATE LE CD AZIONE DI PACE BUILDING E PACE ENFORCING....L'AZIONE IN IRAQ, AD ESEMPIO, PUò ESSERE RICLASSIFICATE FRA QUESTE...L'ITALIA NON FA LA GUERRA ALL'IRAQ MA COLLABORA PER FAR SI CHE L'IRAQ DIVENTI UNO STATO DEMOCRATICO, LIBERO DA DITTATURE...CHE POI CIò SIA GIUSTO O SBAGLIATO, SE POI IL MODELLO OCCIDENTALE DI DEMOCRAZIA NON è COMPATIBILE CON L'ORIENTE, è UN'ALTRO DISCORSO





06/08/2005 11:26
 
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Re:

Scritto da: pAuL100V 06/08/2005 10.49
VABBè NON CREDO CHE SIA IL CASO DI ENFATIZZARE ALCUNE OPINIONI O ALCUNI PRECONCETTI...DA ANNI LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI FRA GLI STATI HA FATTO SI CHE ALLE SEMPLICI AZIONI OFFENSIVE SI SIANO SOSTITUITE ANCHE DELLE AZIONI CHE GLI STATI POSSONO COMPIERE, CHIAMATE LE CD AZIONE DI PACE BUILDING E PACE ENFORCING....L'AZIONE IN IRAQ, AD ESEMPIO, PUò ESSERE RICLASSIFICATE FRA QUESTE...L'ITALIA NON FA LA GUERRA ALL'IRAQ MA COLLABORA PER FAR SI CHE L'IRAQ DIVENTI UNO STATO DEMOCRATICO, LIBERO DA DITTATURE...CHE POI CIò SIA GIUSTO O SBAGLIATO, SE POI IL MODELLO OCCIDENTALE DI DEMOCRAZIA NON è COMPATIBILE CON L'ORIENTE, è UN'ALTRO DISCORSO


L'Italia non fa guerra all'Iraq? E' stata tra le nazioni (insieme a USA e GB) che ha fatto e continua a fare guerra in quei territori. Ci hanno fatto credere che fosse solo un'azione di pace la nostra. Ma la pace non si porta con le armi e i carri armati.
La violazione dell'art. 11 è sistematica ormai



06/08/2005 11:54
 
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Re: Re:

Scritto da: GayAbruzzo 06/08/2005 11.26

L'Italia non fa guerra all'Iraq? E' stata tra le nazioni (insieme a USA e GB) che ha fatto e continua a fare guerra in quei territori. Ci hanno fatto credere che fosse solo un'azione di pace la nostra. Ma la pace non si porta con le armi e i carri armati.
La violazione dell'art. 11 è sistematica ormai

CONTINUO COL DIRE CHE L'AZIONE ITALIANA IN IRAQ NON è OFFENSIVA, L'ITALIA è INTERVENUTA DOPO, DOPO LA CADUTA DI SADDAM, QUANDO ANDAVA FATTA LA RICOSTRUZIONE...QUINDI L'AZIONE è DI PACE BUILDING, è INUTILE GIRARCI INTORNO





06/08/2005 12:05
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: pAuL100V 06/08/2005 11.54
CONTINUO COL DIRE CHE L'AZIONE ITALIANA IN IRAQ NON è OFFENSIVA, L'ITALIA è INTERVENUTA DOPO, DOPO LA CADUTA DI SADDAM, QUANDO ANDAVA FATTA LA RICOSTRUZIONE...QUINDI L'AZIONE è DI PACE BUILDING, è INUTILE GIRARCI INTORNO


stiamo uscendo OT come al solito. cerco di chiudere dicendo che se decine di associazioni umanitarie affermano che quella italiana non è un'azione di pace, beh io mi fido di loro.
tra l'altro: come si può pensare di "costruire la pace" con armi, mezzi da combattimento, bombe e aerei da guerra? [SM=x432728]



06/08/2005 12:31
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: GayAbruzzo 06/08/2005 12.05

stiamo uscendo OT come al solito. cerco di chiudere dicendo che se decine di associazioni umanitarie affermano che quella italiana non è un'azione di pace, beh io mi fido di loro.
tra l'altro: come si può pensare di "costruire la pace" con armi, mezzi da combattimento, bombe e aerei da guerra? [SM=x432728]


BHè CON I SEGUACI DI SADDAM, I TERRORISTI E AFFINI IL DIALOGO E LE AZIONI DIPLOMATICHE NON CREDO CHE SAREBBERO SERVITI A QUALCOSA...CON QUESTO NON GIUSTIFICO LA GUERRA





06/08/2005 23:25
 
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Re: Re: L'INTERPRETAZIONE ALLE NORME DI UN FUTURO GIURISTA....OSSIA IO...

Scritto da: GayAbruzzo 06/08/2005 9.03
si legge che "L'Italia ripudia la guerra"...



non quanbdo ci sono gli Stati Uniti di mezzo ...
06/08/2005 23:27
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: pAuL100V 06/08/2005 11.54
CONTINUO COL DIRE CHE L'AZIONE ITALIANA IN IRAQ NON è OFFENSIVA, L'ITALIA è INTERVENUTA DOPO, DOPO LA CADUTA DI SADDAM, QUANDO ANDAVA FATTA LA RICOSTRUZIONE...QUINDI L'AZIONE è DI PACE BUILDING, è INUTILE GIRARCI INTORNO



Poche palle (e scusate per il tono)l'azione italiana in Iraq è offensivissima.

Sono truppe di occupazione.

... e che scherziamo!

06/08/2005 23:29
 
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Re:

Scritto da: pAuL100V 06/08/2005 10.49
CHE POI CIò SIA GIUSTO O SBAGLIATO, SE POI IL MODELLO OCCIDENTALE DI DEMOCRAZIA NON è COMPATIBILE CON L'ORIENTE, è UN'ALTRO DISCORSO



Magari sarebbe ora di parlare anche di questo...

... non è mica un dettaglio ...
06/08/2005 23:33
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: pAuL100V 06/08/2005 12.31

BHè CON I SEGUACI DI SADDAM, I TERRORISTI E AFFINI IL DIALOGO E LE AZIONI DIPLOMATICHE NON CREDO CHE SAREBBERO SERVITI A QUALCOSA...CON QUESTO NON GIUSTIFICO LA GUERRA



E' stato più che dimostrato che il terrorismo in tutto il medio Oriente e non solo in Iraq si è centuplicato da quando gli Usa sono in Iraq a fare questa ipotetica "guerra di pace" (mi mette i brividi questa definizione).
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