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Trento: approvata delibera per registro unioni

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2006 16:46
25/11/2005 12:49
 
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Finisce con un´aperta contestazione

Finisce con un´aperta contestazione del sindaco, apostrofato da un folto pubblico composto da rappresentanti delle associazioni di gay e lesbiche, studenti universitari, ragazzi della Tana, gruppo Fecond/azione, esponenti di Rifondazione comunista. «Vergogna» gridano dal fondo della sala commentando l´intervento di Pacher, reo di non aver censurato Emilio Giuliana, il consigliere di An, vicepresidente della commissione pari opportunità, che considera gli omosessuali dei malati da curare nelle cliniche specializzate. Si accendono battibecchi con alcuni consiglieri e nel caos generale il presidente Pattini è costretto a sospendere la seduta.

È la prima volta che il sindaco viene contestato così apertamente e palesemente dal pubblico. E non la prende bene. «Sono sempre i soliti» commenta scuro in volto.

Che la seduta sarebbe stata animata lo si era visto subito. Prima dell´inizio lo spazio del pubblico, generalmente deserto o quasi, è stracolmo. Donatello Baldo, leader della Tana, distribuisce ai consiglieri un volantino ciclostilato che incalza il sindaco. «Non fare lo struzzo - si legge - e parla. Dì qualcosa. Non sono solo lesbiche e gay a chiedertelo ma tutta una città. Tutte le persone che si sono sentite offese delle dichiarazioni di Giuliana. Parla, perché siamo stati offesi anche dal tuo silenzio».

Ad inizio di seduta scatta la guerra degli slogan. «Siamo tutti trans, gay e lesbiche» si «autodenunciano» i contestatori. Da un angolo spuntano anche i cartelloni preparati dallo sparuto gruppo di esponenti della Fiamma tricolore, guidato dal coordinatore regionale Paolo Motta. «Sporcaccioni, no grazie!», «Arcigay for dai pei» segnano il punto massimo della satira. Fin qui insomma tutto sotto controllo, basta l´invito del presidente per far tornare la calma.

L´occasione al sindaco per dire la sua la dà poco dopo Tommaso Iori. Come preannunciato il consigliere di Rifondazione chiede formalmente, presentando una domanda di attualità, ciò che la settimana scorsa gli aveva chiesto pubblicamente senza ricevere risposta. Ricorda quanto successo in commissione pari opportunità e quanto dichiarato ai giornali nei giorni successivi da Giuliana. Richiama i dettati costituzionali e la direttiva europea contro le discriminazioni sessuali. Chiede a Pacher perché non abbia espresso la sua solidarietà alla comunità omosessuale e al presidente di Arcigay per le offese ricevute. Gli chiede di farlo in aula.

Il sindaco parla con pacatezza. «Per come interpreto il mio ruolo e la regola di base del gioco democratico - afferma - non mi sento di stigmatizzare e comprimere un´opinione espressa in ambito istituzionale, anche se, come in questo caso, è agli antipodi di quello che penso. Questa amministrazione si è sempre data da fare per far sì che tutti i cittadini possano vivere e interpretare i propri diritti di cittadinanza e continueremo a farlo». È chiaro insomma che il sindaco non la pensa come il consigliere di An ma non lo censura, né esprime solidarietà agli omosessuali offesi. Quanto basta per far scattare la protesta.

Inizia Federico Zappini, del coordinamento universitario. Poi tutti gli altri. Il più scatenato è Stefano Marchesi, segretario cittadino di Rifondazione. «Dopo Giuliana alle pari opportunità vogliamo Mengele alla sanità» urla. Inutili i tentativi di Pattini di riportare alla calma, mentre alcuni consiglieri, tra cui Maestranzi e gli assessori Rudari e Postal, cercano di placare gli animi. La seduta viene sospesa. Poi pian piano le acque si calmano. I contestatori, delusi, se ne vanno, e con loro anche Iori abbandona la seduta. Giuliana sorride serafico. Il sindaco rimane seduto sul suo scranno, visibilmente contrariato. «Il tema dei Pacs ha bisogno di un dibattito pacato e non focalizzato su posizioni radicali» aveva detto poco prima nel suo intervento. Ma se queste sono le premesse non sarà davvero facile.

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Mentre giuliana pubblicizza la «cura» degli omosessuali

Cò: «Ci sentiamo discriminati»





Finita la replica di Pacher, Iori si alza e se ne va. «Ha dato un’interpretazione della democrazia bizzarra e artificiosa che non ha fondamento storico - attacca il consigliere di Rifondazione - e francamente comincio ad avere difficoltà a stare in un consiglio inadeguato, che dà diritto di ospitalità ad un fascista ed ai suoi accoliti». Deluso anche Stefano Cò, presidente di Arcigay: «Non è vero - replica al sindaco - che la città di Trento accetta tutti perché noi ci sentiamo discriminati. E lui oggi non ha espresso un’opinione. Io come cittadino mi aspetterei che chi posso aver contribuito ad eleggere tenga conto dei miei diritti». Pacher, seduto al suo posto durante la sospensione, appare innervosito ma non polemizza: «Io - commenta - la solidarietà la esprimo con il mio agire quotidiano. Tutti comunque possono manifestare la loro indignazione, basta che non impediscano al consiglio di lavorare». Poco distante Emilio Giuliana (nella foto), la pietra dello scandolo, ribadisce la sua posizione: «Chi ha ragione non può che essere sereno». Più tardi darà ai giornalisti alcune fotocopie di articoli in linea con le sue tesi. Titoli: «Omosessualità e speranza - terapia e guarigione nell’esperienza di uno psicologo» e «La Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali».

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Spigoli

paola rosÀ

Dai neri ai gay

fino agli ebrei?





Dopo i negri e i gay, sarà il turno degli ebrei? La libertà di espressione che vivacizza le sedute del consiglio comunale di Trento, dove gli eletti si esibiscono in astorici sgorbi verbali per restare nella storia dei verbali di seduta, conferma la debolezza del pensiero dei forti. Dove chi mostra i muscoli giocando consapevole con le leggi della visibilità ne esce quasi sempre rafforzato; nella popolarità fra i suoi simili.

Perché la politica dei luoghi comuni, lungi dall´aver nobilitato la vulgata popolare, non ha fatto che sprofondare il confronto pubblico - linguaggio e contenuti - nella melma del privato. C´è gente che su un autobus preferisce stare in piedi piuttosto che sedersi accanto a un nero; ma se accade nell´aula di un consiglio comunale, il fatto diventa istigazione all´odio razziale, e va stigmatizzato perché non accada in un´aula di scuola o in un ufficio postale. E se qualcuno pensa che i gay siano da ricoverare, la «battuta» andrebbe censurata; per rimarcare la differenza fra Palazzo Thun e una tavolata di skinhead al quinto giro di birra.

Fra ruolo e libertà del suo esercizio, lo spazio di gaffe e reato è un mix che più si scuote più rischia di debordare. E le aule della politica che amplificano ignoranza e pregiudizi meritano una condanna. Ufficiale, perché diventi popolare.

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Lettere a L'Adige

Gentile sig. Giuliana,

mi permetto di scriverLe questa lettera aperta dandole del Lei nonostante la piccola differenza anagrafica che ci separa (ho solo 5 anni più di Lei), mentre per quanto riguarda la differenza di neuroni funzionanti ed attivi.. beh lì in effetti lo scarto tra di noi è ben molto più rilevante, e dubito fortemente che ciò sia a vantaggio Suo.

Come vedrà dal titolo della mia lettera La definisco “ignorante”, ma non nel senso di parola offensiva ma come participio presente del verbo “ignorare”, cioè non essere a conoscenza.

Forse sig. Giuliana Lei non è a conoscenza del fatto che già da più di 40 anni l´OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, se per caso no ne avesse mai sentito parlare) ha ammesso l´errore di avere inserito l´omosessualità tra le patologie psichiatriche, dichiarando che essa non è una malattia e non va considerata tale.

Forse sig. Giuliana Lei non è a conoscenza del fatto che la pedofilia è una patologia psichiatrica, in quanto è dimostrato e consolidato ormai da tempo che il pedofilo ha una sessualità immatura che può portarlo indifferentemente verso uno dei due sessi od entrambi, che talvolta il pedofilo è il frutto di una situazione familiare di disagio o comunque problematica ma non sempre, e che comunque si tratta di persone eterosessuali che non vivono la sessualità come piacere della vita ma solamente come senso di sopraffazione e violenza nei confronti dell´oggetto dell´abuso (il minore).

Forse sig. Giuliana Lei non è a conoscenza del fatto che gli omosessuali non sono mai stati dichiarati da medici, biologi o quant´altro “terza specie umana” come da Lei dichiarato… e poi, tanto per curiosità, quale sarebbe la seconda? La donna per caso?

Forse sig. Giuliana Lei non è a conoscenza del fatto che i PACS non sono nati per parificare i matrimoni omosessuali a quelli eterosessuali ma sono stati pensati per fornire alle coppie di fatto, di qualunque sesso, di poter sottoscrivere un contratto privato che permetta loro di avere semplici diritti civili e costituzionali.

Forse sig. Giuliana Lei non è a conoscenza del fatto che questo suo essere “terrorizzato” dalla possibilità della legalizzazione delle unioni di fatto, questa sua manifesta omofobia potrebbe far pensare che ciò nasconda alla base un sentimento del tutto opposto.

Forse tutte queste cose Lei sig. Giuliana davvero non le sapeva, o forse le sa, ma ha preferito seguire la “moda” della politica italiana in cui l´importante è “dare aria ai denti” in modo da potersi rendere visibili.. Una volta si diceva “beata ignoranza”, ma se questo stato deve portare alla beatitudine mi permetto di citarLe Mark Twain (lo conosce?) quando scrisse che “Il paradiso lo preferisco per il clima, l´inferno per la compagnia”... almeno ci saranno personaggi intelligenti e divertenti.

Luca Morelli

Giuliana e i gay/14:

ma le adozioni no

Purtroppo come temevo l´annosa questione riguardante gli omosessuali (odio il termine gay che etimologicamente significa tutt´altro) rimane in un recinto politico. Destra e sinistra non riescono a scrollarsi di dosso le proprie ideologie, da una parte tutto ciò che esula da un concetto di “normalità” è sbagliato, ma proprio questo termine oggigiorno è indefinibile, dall´altra invece, tutti coloro che contestano o si pongono contro i pensieri comunisti sono “fascisti”.

Paradossalmente negli ultimi anni la parola più usata dai comunisti è stata “fascista”. Tutto questo non permette di focalizzare il problema, cioè lo stato giuridico che tali soggetti dovrebbero avere nelle loro relazioni. Iori molto semplicemente afferma che il principio d´eguaglianza della costituzione risolva il tutto, ma non è così semplice, questo pilastro costituzionale è un´arma a doppio taglio, deve essere utilizzato cautamente, per assurdo potrebbe essere lo stesso principio che legittima la professione del culto satanico se si banalizza come fa in questo caso Iori, inoltre molto difficilmente la costituzione quando afferma i diritti della famiglia, intende contemplare anche le unioni omosessuali. Giuliana molto tranquillamente definisce tali soggetti dei malati paragonabili ai pedofili, altro errore a mio avviso. In entrambi i casi mancano degli attenti studi circa l´omosessualità, purtroppo al giorno d´oggi in politica si parla di molte cose senza averle prima analizzate, anche storicamente. Io non avrei nessun problema a vedere riconosciuto lo stato di convivenza “more uxorio” a due omosessuali, l´unica mia certezza è invece la non opportunità di concedere loro il diritto d´adozione, le dispute odierne fra l´altro testimoniano ciò, come crescerebbe un bambino con due genitori maschi in una società che non è ancora pronta a riconoscere gli omosessuali?

Nicola Versini



Giuliana e i gay/15:

basta coi fascisti

Egregio Direttore, sinceri complimenti per il Suo pezzo "CUORI MATTI - Apologia di un fazista" di domenica 20 u.s.- Le assicuro che nel leggerlo ho provato lo stesso piacere che mi dà la lettura di scrittori come Stefano Benni o Michele Serra.

La pregherei, se possibile, di esaudire un mio desiderio: limiti gli interventi sulle uscite inqualificabili di Emilio Giuliana e colleghi camerati. Le assicuro che ne vale la pena e ne guadagna in serietà il Suo giornale.

Piuttosto, quale ultimo atto, dedichi un altrettanto ispirato pezzo di CUORI MATTI di domenica prossima all´ "Apologia di un fascista". In attesa e ringraziandoLa per l´attenzione, Le invio cordiali saluti.

Luigi Fiorazzo - Martignano
28/11/2005 06:42
 
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TRENTO. DOPO GLI INSULTI OMOFOBI IL SINDACO CHIEDE DI INCONTRARE IL PRESIDENTE DI ARCIGAY
Quel che si attendeva dal sindaco Pacher la comunità gay cittadina l´ha ottenuto da Margherita Cogo. Giovedì, intervenendo ad un convegno su discriminazioni di genere e pari opportunità, la vice presidente della giunta provinciale ha censurato con forza i giudizi offensivi pronunciati dal consigliere comunale Emilio Giuliana, che a più riprese ha definito l´omosessualità una malattia da curare in clinica. «Trento non può accettare una cosa del genere» ha detto Margherita Cogo.

Il suo intervento ha ricevuto il plauso di Stefano Cò, presidente di Arcigay del Trentino. Che ieri pomeriggio è stato raggiunto inaspettatamente anche da una telefonata del sindaco che ha chiesto di incontrarlo, la settimana prossima, per spiegare l´atteggiamento tenuto l´altro giorno in consiglio. Pacher, sollecitato da una domanda di attualità, non aveva censurato Giuliana proteggendolo con lo scudo delle «opinioni espresse in ambito istituzionale» e le sue parole erano state contestate dal pubblico presente, composto da rappresentanti delle associazioni di gay e lesbiche, studenti universitari e dai Disobbedienti della Tana. Gruppi e associazioni che lunedì sera si incontreranno per decidere se e in quali forme continuare la protesta e la battaglia per il riconoscimento dei diritti e della dignità dei gay.
07/02/2006 16:46
 
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Trento: approvata delibera per registro unioni
E' stata approvata dal Consiglio Comunale di Trento una delibera che invita l'amministrazione a istituire un registro delle unioni civili.

TRENTO - E' stata approvata dal Consiglio Comunale di Trento una delibera che invita l'amministrazione a istituire un registro delle unioni civili. Nella medesima delibera il Comune di Trento lancia anche una raccomandazione al Parlamento Italiano affinché si affretti a legiferare in materia di tutela delle unioni di fatto.

La delibera, approvata lo scorso 25 gennaio, è stata approvata a larga maggioranza dopo un dibattito durato qualche mese. La proposta era stata presentata da un cnsigliere comunale di Forza Italia, che in seguito è stato sospeso dal partito. Hanno votato contro la delibera i consiglieri di Lega, AN, Forza Italia e una piccola parte di quelli della Margherita.

«Salutiamo con favore questa iniziativa del Consiglio - ha sottolineato Stefano Co', presidente di Arcigay Trentino - Anche se la delibera non contiene indicazioni sui tempi di realizzazione del registro, il Sindaco ha già detto che lo realizzerà in tempi brevi. Attendiamo di essere convocati dal primo cittadino per contribuire alla stesura delle norme relative».
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