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KOSTNER, IO PORTABANDIERA? UN SOGNO

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2005 14:03
25/11/2005 14:03
 
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L'italiano e' quello da lingua di confine, qualche pausa, molte incertezze, le lacrime quelle di una ragazzina che non sa spiegarsi perche' l'Italia dello sport abbia voluto proprio lei come portabandiera ai Giochi di casa. Carolina Kostner ha solo diciotto anni, i capelli biondi raccolti come quando pattina, scarpette color oro e il bel viso da teen ager teso per l'emozione: gia', perche' quando il presidente del Coni, Gianni Petrucci, annuncia che sara' proprio lei a guidare la spedizione azzurra nella cerimonia inaugurale di Torino il 10 febbraio del prossimo anno, il pianto e' istantaneo. ''Questi sono matti? Ho pensato perche' proprio io, con tanti campioni che lo meritavano'' dice la baby campionessa di Ortisei. E invece no, il Coni ha deciso di puntare sul futuro: l'alfiere sara' un'esordiente nella rassegna a cinque cerchi, anche se con un bronzo mondiale gia' alle spalle. L'investitura pero' la inorgoglisce, come atleta e anche come italiana. Ci tiene Carolina a far arrivare questo messaggio: lei che pure e' fedele alla tradizione del suo territorio, di confine appunto, che e' legata alla sua lingua, il ladino, che pensa in tedesco perche' in fondo e' in Germania, a Obertsdorf in Baviera, che vive e si allena, vuole rappresentare l'Italia intera. ''Abito in Germania - racconta la campionessa - appartengo a una regione in cui le lingue separano anche le idee politiche. Ma io sono del tutto orgogliosa di essere italiana''. Prima la possibilita' di partecipare alle Olimpiadi, poi la nomina a portabandiera. ''E' il sogno di una vita - dice con la voce rotta dall'emozione la giovane Kostner. Non me l'aspettavo, sono rimasta sorpresa. Per un atleta e' gia' importante partecipare. Da piccola mi chiedevo sempre cosa sognavo da grande: la risposta era sempre la stessa. Vincere una medaglia olimpica. Sono le mie prime Olimpiadi, e portero' la bandiera. E' la vittoria della gioventu', e ringrazio il presidente del Coni per questa scelta coraggiosa, ha tanta fiducia in noi giovani. Il ricordo lo portero' sempre con me, nel mio cuore. Li raccontero' ai miei bambini, ai miei nipoti''. E i piu' piccoli sono gia' nei pensieri della pattinatrice: ''Portero' la bandiera pensando ai bambini dell'ospedale Gaslini di Genova - dice Carolina - sono andata a visitarli domenica e il loro coraggio mi ha dato forza. Io mi sacrifico per il mio sport e loro hanno la capacita' di fare i conti con una sofferenza che noi non immaginiamo''. E' forte, nonostante l' emozione e i riflettori per un giorno tutti rivolti su di lei, l' azzurra. E anche parlando dell' impegno agonistico che l' attende a Torino, delle aspettative che ora piu' che mai la spedizione azzurra ripone su di lei, la giovane Kostner ha le idee chiare. ''Nel mio sport conta tanto il giusto equilibrio tra fortuna e forma - spiega - e' una gara che dura quattro minuti, non c' e' il cronometro alla fine, come nello sci. Sono sicura che sara' un' Olimpiade bellissima per noi, l'Italia ha atleti forti''. E l' ovale del suo viso si illumina. A quello ha pensato il sottosegretario Gianni Letta nel suo personale augurio: ''Un viso giovane che tiene accesa la speranza sul futuro del nostro sport e non solo. Un viso che riassume i tratti caratteristici delle nostre ragazze, di quelle donne rappresentate da tanti pittori in Italia''. La bella Carolina riceve e sorride con grazia. ''Tantissimi atleti avrebbero potuto avere questo privilegio - le parole di Petrucci - pero' abbiamo voluto investire su una persona, su un'atleta, che oltre a essere una grande campionessa e' giovane''. E il testimone da Salt Lake a Torino passa da una Kostner all'altra: nel 2002 fu Isolde, cugina del padre e madrina della piu' giovane Carolina, a sfilare con la bandiera. ''Non l'ho sentita perche' e' in America a gareggiare - racconta l'azzurra del pattinaggio - lei per me e' un idolo. Cosi' ho seguito il mio destino , e' un onore per tutta la mia famiglia. Qualcosa che passa da una generazione all' altra''. E la testa vola gia' alla sera del 10 febbraio, l' emozione e' ancora forte, ma la giovane Carolina vuole sorridere: ''Speriamo solo che non pesi troppo, la bandiera...''.
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