Il vincitore del Gf5 si racconta
E' passato solo un anno da quando ha vinto il Grande Fratello, ma è già un vulcano in attività. Jontathan Kashanian, 25 anni fra pochi giorni, condurrà una trasmissione sulla moda su All Music. Un surreality per la precisione, prodotto da Barter. Jonathan racconta a Tgcom cosa pensa del Grande Fratello, della moda, della esperienza da inviato e la filosofia di vita: "L'arte è nascosta in quello che facciamo, ho ispirato un ritratto di Blu Vertigo".
Che cosa stai facendo adesso?
Faccio anche inviato su Rai 1 alla Vita in diretta e Festa italiana. Sono un inviato mondano. Il bello è che posso permettermi di chiedere qualsiasi cosa. E' come se avessi una licenza, la licenza modaiola direi.
Condurrai una trasmissione sulla moda ad All Music che si chiama Modeland, di che si tratta?
E' una presa in giro del fatto che tutti vogliono diventare modelli o veline. Si entra nella quotidianità della moda dove ci sono i veri professionisti. E' comprensibile che tutti vogliano fare i modelli, ma non tutti possono. Anche se non sono bellissimi vengono da noi che li consigliamo su come vestire, come stare in passerella o su un palco. In ogni caso tutti hanno qualcosa di bello, magari saranno le mani, gli occhi, le gambe o il sedere. Il messaggio che vogliamo inviare è che se anche non siete perfetti ognuno è modello almeno per un pezzo del suo corpo. E' una trasmissione ironica, ma anche con dei contenuti. Non ci saranno grandi entrate e grandi pretese. Sarà molto fresca e giovanile. Sono coauture del programma e i testi me li scrivo io, non c'è niente di preparato. E' una presa in giro del mondo della moda che è finto. Abbiamo anche un chirurgo che però non consiglierà mai nessuna operazione… E' un programma a metà tra Iene e Markette che parlerà di moda.
Avresti mai pensato di arrivare a condurre una trasmissione dopo poco tempo dall'aver vinto il Grande Fratello?
Sono felice di una cosa. Non so a che punto sono, quanto sono considerato o quante copertine ho. Quello che mi interessava è dimostrare che ho una cultura, un passato alle spalle. Ho rinunciato a soldi e apparizioni per questo.
Hai rinunciato a fare lo stilista?
Assolutamente no! Ma anche lì voglio essere una garanzia di precisione ed efficienza. Voglio essere esauriente. Non sfrutterò il mio nome per fare un prodotto di bassa qualità. Voglio fornire un prodotto che non sia meno di una borsa di Gucci o di Prada. Per farlo ci vuole tempo, collaborazione e un buon investitore. Adesso non ho il tempo di farlo. Voglio farlo bene o niente.
Che ne è della cravatta dentro la camicia?
Continuo. C'è un motivo specifico che spiega come è nata questa cosa. Ho cominciato con la moda donna. Nel '700 e '800 l'uomo per bene si presentatva con redingote, maniche a trapezio con volant, fuseau. Oggi un uomo elegante indossa una sola cosa, smoking o cravatta. Non è giusto che le donne abbiano più scelta. E' difficile spezzare i legami col passato, cominciamo con la cravatta. Pensavo proprio di cominciare a lavorare ad una linea di cravatte.
Secondo te ormai ci sono troppi reality?
Non posso sputare nel piatto in cui ho mangiato, ma il Grande Fratello è stato il primo, il più genuino. Il bello è che ci sono persone che non hanno a che fare con il mondo dello spettacolo. Anche l'Isola dei Famosi è stupendo, ma quello che attira è il fatto che non possano mangiare.
Faresti l'Isola dei Famosi?
Se lo facessi porterei tanta allegria, perché io sono fatto così: più va male più tiro fuori l'ottimistmo.
Cos'è che ti fa arrabbiare?
L'ingiustizia e le cattiverie gratuite.
E se stessi sull'Isola cosa non sopporteresti?
Uno che viene lì, non cerca il lato bello delle cose e si impunta sulla negatività. Ridici su e ironizza su te stesso. Se sei lì è perché hai deciso di farlo e allora prendi il lato bello e non lamentarti. Mi dà fastidio fregare il pubblico e poi non rende. A casa alla fine se ne accorgono, apprezzano la sincerità.
Cos'è cambiato nel Grande Fratello negli anni?
La prima edizione merita l'oscar perché i protagonisti erano ignari di quello che sarebbe successo e che sarebbero stati considerati delle icone. Nella seconda edizione sapevano che avrebbe funzionato e hanno preso gente troppo bella, troppo perfetta, sembrava Beautiful. La terza ha puntato sui contenuti. La quarta è andata benissimo perché è stato scelto un bel gruppo di persone. La nostra edizione aveva il difetto di essere a troppo poca distanza con la precedente.
Frequenti ancora i compagni della Casa?
Tutti tranne Antonio.
Cosa ti aspetti da questa sesta edizione?
Spero che non taglino nulla. Nella striscia quotidiana è logico che facciano delle scelte, ma sul satellite devono mettere tutto. Quando sono uscito dalla casa mi sono accorto che avevano oscurato delle cose e mi ha dato fastidio. Se deve essere reality che reality sia.
Chi preferisci tra le tre conduttrici, Bignardi, D'Urso e Marcuzzi?
Ti risponderò con un esempio: quando si va all'asilo si trova la maestra e quella è il tuo punto di riferimento. Non si possono fare paragoni. Quando sei grande non pensi a come sarebbe stato l'asilo con un'altra maestra. E la tua e basta. E' una questione di cuore. Ancora adesso quando senti la voce di Barbara mi commuovo. E' stata il nostro unico contatto con l'esterno.
Qual è il tuo proposito per il nuovo anno?
Spero di ritornare un giorno a casa, finire di pagare i mutui ed essere felice perché gli addetti ai lavori sanno chi sono e cosa so fare. Non dover più dimostrare quello che so fare.