Il premier va all'attacco anche sull'incarico a Prodi
Replica il leader dell'Ulivo: "Ora fa anche il Capo dello Stato?"
ROMA - Dopo giorni di silenzio Silvio Berlusconi torna a parlare. Annuncia che si dimetterà martedì dopo l'ultimo consiglio dei ministri, ma riapre la questione dell'incarico a Romano Prodi e annuncia che non lascerà perché significherebbe tradire la fiducia degli italiani. Poi, soprattutto, parte all'attacco sul Quirinale: la sinistra - dice - ha il dovere di riconoscere almeno una carica istituzionale a quel 50 per cento del Paese che ha votato Cdl. Quindi, annuncia che presenterà una rosa di nomi per il Colle, primo fra tutti quello di Gianni Letta, e "se fosse respinta anche quest'offerta sarà opposizione dura e totale, non solo nelle aule".
La rosa per il Quirinale. "Per la candidatura al Quirinale - dice Berlusconi - sto pensando a un nome o a una rosa di nomi. Posso dire che della rosa farà parte sicuramente Gianni Letta". E spiega: "La presidenza della Repubblica che deve essere al di sopra delle parti e rappresentare l'unità del Paese" non può essere data "a un uomo di sinistra o marcatamente di sinistra, considerando che c'è un uomo marcatamente di sinistra alla Camera, un uomo di sinistra al Senato e un uomo di sinistra al governo. Penso che sia giusto che noi presentiamo una rosa di nomi al Colle" altrimenti si rischia "la dittatura della maggioranza, anzi la dittatura della minoranza perché nel paese l'Unione è in minoranza".
Prodi e l'incarico. "Ho sempre sostenuto - dice Berlusconi - che per evitare l'ingorgo istituzionale, l'incarico per il governo lo deve dare il nuovo presidente della Repubblica. Abbiamo anticipato la data delle elezioni per questa ragione. Poi, coinvolge Carlo Azeglio Ciampi: "Questa era anche l'intenzione che avevo sentito dall'attuale presidente".
La replica di Prodi. Il premier in pectore risponde con ironia: "Berlusconi fa anche il capo dello Stato?". Poi torna serio e spiega: ''Non mi aspetto nulla, ho vinto le elezioni e sono pronto a rispondere a qualsiasi chiamata che mi faccia il presidente della Repubblica. Deciderà lui quando chiamarmi, io torno lavoro alla composizione del governo perché voglio essere pronto in qualsiasi momento''.
"Non lascio, ho una responsabilità". Nessun passo indietro per Berlusconi: "Ho responsabilità troppo grandi, ho avuto il 50,2% degli elettori. Sarebbe come tradire gli italiani. E' chiaro che questa sarebbe la soluzione migliore, io rimango Silvio Berlusconi, ho avuto tutte le soddisfazioni possibili e immaginabili, e credo che questo alla fine venga considerato il miglior governo della storia della Repubblica". Poi torna sulla questione dei voti e annuncia che la Cdl presenterà alla Giunta per le elezioni un dossier "sulle irregolarità"
(29 aprile 2006)
http://sama.altervista.org