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Puglia: la terra promessa dei gay

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2006 07:53
02/07/2006 07:53
 
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Sdoganati. Votatissimi. E adesso in Puglia, gli omosessuali sfondano le barriere delle leggi e conquistano la scena come non era mai successo. Questa diventa una "buona regione per esserci". L'avevano intitolato così qualche giorno fa, un convegno a Bologna dove volevano capire che cosa si stava muovendo nel Belpaese lungo il paludato fronte istituzionale attorno al mondo delle coppie di fatto. Dalla Toscana al Piemonte lavorano per fissare un manuale del gioco destinato a mettere al bando discriminazioni o solo la paura della diversità, che comunque "è una delle prime cause di suicidio fra i minori" sottolineava, preoccupato, Nichi Vendola in un'intervista di un anno fa al Venerdì di Repubblica. "Nel Lazio" ricorda poi Franco Grillini, leader storico dei gay e deputato dell'Ulivo, "l'ex presidente di centrosinistra Piero Badaloni varò le prime norme per estendere proprio a tutti, i servizi sociali. Ma subito dopo arrivò Storace e le cancellò con il classico colpo di spugna: "La Regione non finanzia il vizio" [SM=x432730] disse, e addio patto civile di solidarietà. Ecco perché la legge approvata dalla giunta pugliese, ha un sapore ancora di più straordinario. Soprattutto ci permetterà di dare battaglia per esportarla in tutte quante le altre regioni italiane". Sostiene Vendola: "Aiuteremo la politica nazionale ad uscire fuori dalle sue contorsioni". E Grillini fa di sì con la testa: "Ha ragione da vendere. Giacché il dibattito sui Pacs non deve essere una guerra di religione fra chi è favorevole e chi li guarda come il fumo negli occhi, ma un ragionamento sulla vita delle persone. Intendiamoci: quella reale, ispirata ai criteri dell'equità e di uguaglianza". Il "comunista gentile" d'altra parte, fin da quando s'insedia a Lungomare Nazario Sauro, racconta di non volere "piantare una bandiera, ma guidare un avanzamento. Devo interpretare sentimenti profondi, ricostruire una convivenza. Anche in Italia è tempo di stabilire una regola giuridica che consenta pari diritti di cittadinanza". Passano dodici mesi, e all'ombra di san Nicola spuntano le nuove "istruzioni" per le famiglie. "Un atto di civiltà" è il commento di Enrico Fusco, avvocato e "ambasciatore" dell'Arcigay. Fusco parla della "grande maturità" dimostrata dal centrodestra che, politicamente, evita alla legge di precipitare e quindi di essere risucchiata, nel burrone dell'ostruzionismo. Ma pensa alle applicazioni pratiche di un provvedimento del genere: "Immaginate un quartiere come Enziteto, dove le coppie che convivono sono tantissime e, magari, perfino perché non riescono a racimolare i soldi per sposarsi in pompa magna. Nuclei familiari umili, con non pochi problemi economici, che però da oggi in avanti avranno l'opportunità di poter accedere ad una serie di benefici da cui sembravano condannati ad essere esclusi. Sì, insomma, sono crollate le barricate grazie ad un intervento che non è esagerato definire rivoluzionario. E che ora dovremo cercare di pubblicizzare in tutti i modi perché chiunque abbia l'occasione di conoscerlo nonché di apprezzarlo, al di là dello sciocchezzaio dei luoghi comuni". "Ho sofferto, in questi giorni" confessa Lucia Laterza, presidente dell'Agedo, l'associazione genitori di omosessuali. "La Casa delle libertà che aveva presentato seimila emendamenti, non concedeva chissà quali illusioni a quanti come me speravano in una conclusione positiva di questa storia. Per fortuna la brillante mediazione di Vendola ha fatto sì che tutti gli ostacoli siano stati saltati a piedi uniti, e senza inciampare". Non per questo mamma Laterza nasconde l'ansia per la vita complicata che potrebbero avere i suoi figli. "Sì, crescendo avranno la possibilità di vivere un amore, qualsiasi amore, più serenamente. Ma mi auguro che quello fatto ieri dalla Regione, sia soltanto il primo passo, perché... ". Agita il fantasma dell'omofobia, la presidente dell'Agedo: "è tuttora molto diffusa e provoca danni, purtroppo".



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