La tragicommedia di Alexander Veledinskij ha sullo sfondo la guerra in Cecenia. Ma non è niente più che uno sfondo. Per il resto il film mostra forti sentimenti "nazionali" senza cadere in steriotipi etnici e, grazie a elementi di riuscito umorismo e a una trascinante colonna sonora rock, cerca di parlare a ogni tipo di pubblico.
In un ospedale di provincia, Kir sta passando un periodo di convalescenza dopo uno scontro a fuoco avvenuto in mezzo alle nevi del Caucaso. Ha subito l'amputazione di una gamba e sta imparando a muoversi con una protesi. Il film si muove tra differenti livelli di realtà. In uno di essi Kir interaggisce con i suoi compagni d'ami, morti nello scontro. Secondo la tradizione ortodossa gli spiriti restano sulla Terra per un certo periodo e nel film decidono di accompagnare Kir in Russia.
Sulla strada di casa Kir viene investito da una macchina. Da quel momento non è chiaro se Kir sia vivo o morto, il che aggiunge un tocco di surreale a tutto il film. Zhivoi, che sembra un guazzabuglio di generi, riesce a tenersi insieme fino alla fine, arrivando a toccare l'elemento più nascosto, cioè il sentimento nazionale russo. Lo fa senza particolari pretese e forse va più in profondità di quanto era nelle intenzioni degli stessi autori.