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Di gay in Italia non si parla più

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2009 22:46
27/05/2009 07:37
 
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L'avete notato anche voi? Fino all'anno scorso con il centro sinistra al governo si parlava dei gay, delle coppie di fatto, dei Dico, dei Cus... Certo, non è stato mai fatto niente, siamo rimasti indietro rispetto a gran parte della comunità internazionale, ma, come dire, almeno si parlava, si discuteva di noi e dei nostri diritti negati.
Da quando c'è il centro destra i gay è come se non esistessero più. L'effetto è lo stesso - il nulla - ma questo silenzio che dura ormai da mesi è un modo per eliminare del tutto il problema, nascondendolo, tacendolo.
E' proprio il caso di dirlo: si stava meglio quando si stava peggio.



27/05/2009 15:12
 
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non è proprio vero... in fondo se ne parla eccome. solo che prima c'erano dei toni accesissimi, violenti. adesso è un po' differente. per la serie, la situazione è questa e tutti lo accettano. in realtà poi però il discorso continua. i matrimoni non ce li legalizzeranno mai, ma c'è fini che si è riciclicato gay friendly e qualcun altro qualcosa dice. in fin dei conti, gli unici sufficientemente forti da un punto di vista dei consensi, da non dover vivere continuamente a ricasco di sancta romana ecclesia sono quelli del centro destra.
27/05/2009 20:03
 
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liberamente83, 27/05/2009 15.12:

gli unici sufficientemente forti da un punto di vista dei consensi, da non dover vivere continuamente a ricasco di sancta romana ecclesia sono quelli del centro destra.



Già. Secondo me votare la sinistra radicale con la speranza che faccia qualcosa per i gay non è la scelta giusta, se non altro perchè reputo migliore cercare di "farsi amici" quelli del centro destra (liberali su tutti), che con molta probabilità qualcosa faranno una volta diventati "amici" [SM=x432727]
27/05/2009 23:47
 
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E' proprio di oggi questo articolo su Repubblica

Pari opportunità, ma non per i gay Carfagna cancella la pagina web


ROMA - Pari opportunità per tutti, ma non per i gay. Sembra essere questo il messaggio che arriva dalla nuova versione del sito del ministero delle Pari opportunità. Versione presentata ufficialmente al Forum P. A. lo scorso 14 maggio. Ma rispetto a quella precedente, manca ogni riferimento alla lotta all'omofobia. Vengono citate varie categorie di persone soggette a discriminazioni, dai disabili alle donne, passando per i bambini contesi. Nessun riferimento ai gay. Non solo: Mara Carfagna ha anche deciso di cancellare una commissione per i diritti e le pari opportunità delle persone GLBT, istituita dalla precedente ministra, Barbara Pollastrini. "Non è stata ritenuta prioritaria", fanno sapere dal ministero. Per Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, "La Carfagna dovrebbe dimettersi: il suo ministero non ha fatto nulla per le persone GLBT".

Quando al ministero era in carica la Pollastrini, era stata creata una pagina web in cui veniva riportato l'elenco dei gruppi vittime di discriminazione, per motivi religiosi, di disabilità, per la razza e, infine, per l'orientamento sessuale. "Stereotipi e pregiudizi nei confronti di omosessuali, transessuali e bisessuali - si leggeva, tra le altre cose, nella sezione dedicata - sono ancora radicati culturalmente, ma l'orientamento sessuale appare ancora oggi un fattore di discriminazione anche sul piano normativo".

Citando un rapporto europeo, veniva riferito che "le discriminazioni sull'orientamento sessuale sono diffuse, secondo il 73% degli italiani". Di quella pagina, oggi, si è persa ogni traccia e, anche utilizzando il motore di ricerca interno del sito, non si trovano riferimenti alla lotta all'omofobia.

Sparisce anche ogni documento relativo alla Commissione per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Istituita nel 2007 dalla Pollastrini, secondo un apposito decreto doveva rimanere in carica per tre anni. "La commissione - si spiegava nel documento istitutivo, oggi sparito dal sito - fornisce consulenza e supporto tecnico-scientifico nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. La commissione elabora proposte di provvedimenti da adottare al fine di rimuovere suddette cause di discriminazione ed ogni effetto pregiudizievole ed elabora studi e ricerche in materia".

Secondo quanto riferisce l'ufficio stampa del ministero, "quella commissione era il risultato di un decreto di Gabinetto, e non era prevista da nessuna disposizione normativa. Si era riunita una volta sola, ed è decaduta insieme al governo Prodi. Il ministro Carfagna non ha ritenuto di mantenerla".

Tuttavia, nelle motivazioni che portarono alla sua creazione, da parte della Pollastrini, si partiva da alcune importanti risoluzioni e direttive europee in materia. Tra queste: la risoluzione sulla "Parificazione dei diritti di gay e lesbiche nella Comunità Europea" adottata dal Parlamento europeo nella seduta dell'8 febbraio 1994; la raccomandazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa n. 1117 del 1989 sulla non discriminazione delle persone transessuali; infine, la risoluzione "Sulla parità di diritti per gli omosessuali nell'Unione Europea" adottata dal Parlamento europeo nella seduta 17 settembre 1998. Decisioni europee, il cui fine era chiaro: lotta contro l'omofobia e le discriminazioni dei gay.

Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, non si stupisce: "E' evidente che non c'è la volontà politica di affrontare la questione delle discriminazioni verso i gay e come associazione non ci meravigliamo di questo comportamento da parte della Carfagna. Il ministro non ha mai voluto affrontare con le associazioni l'argomento omofobia e non ha mai fatto nulla. Mentre con alcuni ministeri, come quello della Gioventù o della Salute, abbiamo rapporti istituzionalmente corretti, con la Carfagna non siamo mai riusciti ad interagire. Persino Stefania Prestigiacomo, quando fu ministro, ci chiamò, anche se poi concretamente non fece nulla. Per noi, un ministro delle Pari opportunità che non si occupa delle pari opportunità dei gay, si dovrebbe dimettere".

La replica del ministero: "La pagina relativa alla lotta alle discriminazioni era stata inserita nel 2007 dal precedente ministro, nell'ambito dell'anno europeo delle pari opportunità, e rimossa a inizio 2008". Pochi mesi fa, in realtà, era presenta un link tramite il quale era ancora raggiungibile. Quanto all'assenza di ogni riferimento alla lotta all'omofobia, il ministero conferma e dice: "Se ne sta occupando il Parlamento, nella persona del deputato del Pd, Anna Paola Concia, anche per conto del Pdl".

Chiamata in causa Concia commenta: "Dal momento che il Parlamento da circa un anno sta lavorando a una legge contro l'omofobia è inspiegabile che il ministro Carfagna abbia cancellato dal sito del ministero ogni riferimento alla lotta contro le discriminazioni omosessuali".

Più dure altre reazioni. Musacchio (Sinistra e libertà) dice: "La Carfagna si allontana dall'Europa". Imma Battaglia, presidente di DìGayProject, chiede le dimissioni del ministro. Il Pdci la definisce "un passacarte di una destra illiberale". L'europarlamentare Pia Locatelli, capodelegazione Ps a Strasburgo attacca: "La Carfagna dovrebbe dimettersi perché è chiaramente insensibile al problema della discriminazione".



La mia sensazione che si voglia nascondere la questione gay non è proprio fuori dal mondo [SM=x432727]



28/05/2009 16:21
 
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sai bene quanto poco io sia indulgente nei confronti del governo di centro-destra, ma dire che siccome la pompinara è omofobica tutto il governo è omofobico mi pare eccessivo.
28/05/2009 22:46
 
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Re:
liberamente83, 28/05/2009 16.21:

sai bene quanto poco io sia indulgente nei confronti del governo di centro-destra, ma dire che siccome la pompinara è omofobica tutto il governo è omofobico mi pare eccessivo.




uhm no non è questo che voglio dire.
ho solo constatato, supportato senza saperlo da repubblica, che da qualche mese di gay non si parla più. non esistiamo. il governo non discute di nulla che ci riguardi e anzi il ministro che dovrebbe tutelare i nostri diritti ci ha cancellato dal sito ufficiale del suo ministero.



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