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Omofobia, ragazzo gay aggredito a Roma da quattro italiani: «Ero la loro cavia»

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2013 17:57
30/05/2010 01:04
 
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Omofobia, ragazzo gay
aggredito a Roma da quattro italiani: «Ero la loro cavia»

Aggredito, insultato, massacrato di botte fino quasi a perdere un occhio. E’ successo a un ragazzo gay, romano, vittima dell’ennesimo episodio di violenza ai danni di un omosessuale a Roma. L’ottavo in nove mesi per la precisione. Il ragazzo, 24 anni, era appena uscito dal locale gay “Coming Out”, quando quattro cinque ragazzi, probabilmente italiani, lo hanno accerchiato, offeso e picchiato fino quasi a fargli perdere un occhio.

«Sono ancora sconvolto per quello che è successo, mi sono sentito la loro cavia», ha raccontato il giovane, vittima dell’aggressione nella notte tra martedì e mercoledì e ieri denunciata dall’Arcigay. «Mi è capitato altre volte di essere deriso per la mia omosessualità, ci sono abituato, è una cosa che ho sempre accettato rispettando le opinioni degli altri, ma stavolta si è superato il confine della libertà altrui, passando dall'opinione all'aggressione».

Il ragazzo stava passeggiando verso la Stazione Termini quando, davanti alle scale di accesso a Colle Oppio, è stato accerchiato da quattro cinque ragazzi tra i 25 e 30 anni che probabilmente lo avevano seguito fin dall'uscita dal locale. E’ stato preso a pugni, scaraventato a terra, preso a calci, anche alla testa, dagli aggressori, che gli urlavano contro “frocio e gay di m...”. Poi, stando anche al racconto del suo legale, Daniele Stoppello - responsabile dell'Ufficio Legale di Gay Help Line-, gli hanno sottratto il cellulare con il quale, prima di essere colpito era al telefono con un amico a cui era riuscito a chiedere aiuto.

Il giovane è stato ricoverato d'urgenza in ospedale, ha riportato diverse ferite, tagli e contusioni al volto e ha rischiato di perdere l'occhio.

All’aggressione, si è aggiunta poi anche l’indifferenza. «In via Cavour, -racconta ancora il ragazzo aggredito- uno dei miei due amici, arrivati per soccorrermi, ha chiesto dei fazzoletti in un bar per tamponare il sangue, ma loro si sono rifiutati. Questo mi è stato riferito, io non ero cosciente e il mio sangue colava. Ricordo ancora i miei aggressori che sghignazzavano mentre mi colpivano. Probabilmente mi hanno seguito. Poi mi hanno pestato dietro un parcheggio, in una zona isolata - ha spiegato il giovane omosessuale attraverso le parole dell'avvocato Stoppello - Mi auguro la collaborazione di qualcuno, ma spero che nessuno abbia assistito a quanto è successo, perché sapere che qualcuno ha visto e non parla mi farebbe ancora più male».

Immediata la reazione delle associazioni gay. Per Imma Battaglia, presidente di Gay Project, «c'è bisogno di una risposta urgente anche da parte delle istituzioni». «Per questo - ha detto - sollecito un incontro urgente tra il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, l'assessore Umberto Croppi e tutte le realtà associative gay, lesbiche e trans di Roma. Siamo di fronte a un ennesimo grave episodio al quale occorre dare una risposta politica concreta in termini di lotta all'omofobia».

Fa appello al ministro delle Pari Opportunità Aurelio Mancuso, esponente della comunità Lgbt italiana «affinché come gesto di chiara volontà politica di agire, si approvi con urgenza un decreto legge che introduca l'aggravante per i reati d'odio ai danni delle persone omosessuali e transessuali. Abbiamo bisogno, dopo tante belle parole, di un gesto concreto»; mentre Fabrizio Marrazzo, dell’Arcigay denuncia: sono troppi i casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili.

Livia Turco, Pd, invoca al più presto una legge contro l’omofobia. L’aggressione, per la Turco, «è di una gravità inaudita, la politica ha il dovere morale di rispondere con nettezza e senza tentennamenti a quella che appare come una pericolosa deriva. Il Parlamento approvi al più presto la legge contro l'omofobia in discussione alla Camera».
«Sono gesti di inciviltà che non devono rimanere impuniti», dice Renata Polverini, presidente della Regione Lazio.
29 maggio 2010

l'U


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