PESCARA – La Curia lancia l’anatema contro la delibera sul riconoscimento delle coppie gay. Ieri
l’arcivescovo, Francesco Cuccarese, è intervenuto nel dibattito che si è aperto sulla delibera per l’istituzione di un registro delle unioni civili, presentata da Ds e Rifondazione, per esprimere il suo parere contrario. “Le relazioni tra persone dello stesso sesso sono contro natura” ha avvertito.
Qualche giorno fa era stata la Margherita a censurare l’articolo del provvedimento che riguarda l’equiparazione delle coppie omosessuali a quelle unite con il matrimonio. Ora si è schierata sullo stesso fronte anche la Chiesa.
E la posizione espressa ieri dall’arcivescovo non potrà non influenzare i consiglieri comunali di centrosinistra e del Polo, che dovranno esaminare la delibera in aula. La Margherita ha chiesto il suo ritiro, ma il capogruppo DS Viola Arcuri e di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, hanno assicurato che il provvedimento andrà in consiglio entro la prima metà di giugno.
Arcivescovo Cuccarese, su quella delibera lei non è affatto d’accordo?
Assolutamente no, per me le famiglie sono solo quelle che nascono dal matrimonio. E solo queste unioni hanno diritto di essere tutelate.
Non è giusto che anche le coppie gay godano degli stessi diritti?
Nutro piena comprensione per queste persone, ma non si possono riconoscere gli stessi diritti delle persone sposate alle unioni che non sono naturali.
Ma DS e Rifondazione sostengono che è un atto di giustizia.
Le unioni omosessuali sono contro natura. Non è giusto sovvertire i valori fondamentali su cui si basa la società.
Nella delibera, però, si parla anche di unioni eterosessuali.
Ripeto, le coppie che devono essere tutelate
sono solo quelle sposate. E’ giusto che l’amministrazione comunale tuteli i diritti di queste famiglie. Le unioni civili, sia eterosessuali che dello stesso sesso, non possono essere equiparate ai matrimoni. Per questo sono contrario al testo di questa delibera.