31/05/2005 18:31 |
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Bari - Nella prima regione d'Italia con un presidente gay, si assiste già alla prima divisione fra rivoluzionari e riformisti.
Lo schema sembra simile a quello che ha sempre contrapposto massimalisti e gradualisti nella lotta per "abolire lo stato di cose esistenti" e arrivare al socialismo. Qui, in Puglia, la società senza tabù non è nell'agenda politica. Ma la tentazione di approfittare del momento storico, per trasformare la regione in laboratorio dei nuovi diritti civili, è forte.
La provocazione era stata organizzata e poi annullata per rispetto al congresso eucaristico. La decisione ha creato polemiche Unioni civili, tra i gay scoppia la rissa Bloccato il matrimonio omosex in piazza ma il movimento protesta Viviana Loprieno, presidente Arci gay si schiera con Vendola: basta protagonismi.
A spingere sull'acceleratore è quella parte del movimento gay che ha spinto il consigliere comunale barese Sabino De Razza, di Rifondazione, a lanciare il tema delle unioni civili proprio in questi giorni, pur sapendo che la cosa avrebbe messo in imbarazzo Nichi Vendola, alle prese con l'arrivo del papa. La provocazione, poi rinviata, del finto matrimonio omosessuale in piazza, era studiata da tempo da quei settori movimentisti insofferenti verso un Vendola (e un Michele Emiliano) tacciato di troppa cautela: passino gli auguri istituzionali a Ratzinger, il nuovo pontefice già bersaglio, anni fa, degli strali dell'attuale per il suo documento sulla sessualità; continuare a tacere però era davvero troppo. Ora il presidente della Regione ha chiarito il suo pensiero, il congresso è finito: fuoco alle polveri. Viviana Loprieno, presidente dell'Arcigay, "che rappresenta la gran parte della realtà omosessuale", condivide le parole di Vendola. Il presidente ha bacchettato De Razza per la sua intempestività, sostenendo che forme e tempi di lotta vanno decisi dai movimenti e citando le parole di don Tonino Bello sulla "convivialità delle differenze" che si rispettano fra loro. "Sì - spiega - legare troppo quest'evento alla presenza del papa avrebbe leso la sensibilità dei cattolici. Avrebbe dato quell'immagine un po' deleteria dei gay sempre pronti a rompere le scatole, a provocare. D'altronde, siamo già impegnati nella battaglia referendaria". Il 3 giugno, comunque, Loprieno parteciperà alla conferenza stampa con De Razza: "La palla deve tornare nelle mani dell'Arcigay, senza colori politico-partitici. Insomma, c'è stata una fuga in avanti e a farne le spese siamo stati noi, che abbiamo subito gli attacchi di Alleanza nazionale. Ma ora guardiamo al positivo e approfittiamo della pubblicità che ha avuto il caso per sensibilizzare le coscienze". La posizione opposta è quella di Michele Bellomo, ex presidente dell'Arcigay e oggi iscritto a Rifondazione. "Voglio esprimere il mio plauso a Sabino De Razza. La sua posizione è stata strumentalizzata. Ma c'è una verità inconfutabile: in Italia ci sono persone che vengono discriminate". E se Vendola manda a dire al papa che "si accontenterebbe che in Italia fossero riconosciute le unioni civili, che non minacciano in alcun modo l'istituto del matrimonio", lui precisa: "Io sono favorevole al matrimonio gay, perché semplicemente non ci dev'essere discriminazione tra cittadini. La costituzione italiana sancisce l'indissolubilità della famiglia ma non esclude altri tipi di matrimonio". Cos'è la logica del "tutto subito"? "Anch'io m'accontento delle unioni civili. Gli italiani sono in maggioranza favorevoli. Ma dev'essere il primo passo. Io oggi non posso farlo. E le istituzioni devono muoversi. La Regione deve intervenire: Fitto ha fatto una legge sulla famiglia oscena. La nuova giunta deve rivederla inserendo le nuove famiglie". Quanto al papa, per Bellomo il problema non si pone: "Io vedo il papa da laico: è un capo di stato straniero. Se venisse Bush che faccio, non parlo di procreazione assistita perché è un tema a lui non caro?". E non si dica che vuol fare la rivoluzione. "Al contrario. Se uno è riformista, non deve avere paura di fare le riforme. Vedi Zapatero". Il momento, in Puglia, è propizio? "Il fatto che ci sia Vendola, non cambia nulla. Le stesse richieste le ho fatte a Fitto. Nessuno vuole che la Puglia diventi la capitale dei gay: lo è già stata al tempo del Pride. Allora abbiamo dato uno scossone alla Puglia, preparando il terreno alla vittoria del centrosinistra. E ora che facciamo, rinunciamo alle battaglie solo perché abbiamo un presidente gay?".
(Repubblica, La del 31/05/2005)
http://www.gaynews.it/view.php?ID=32479 |
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31/05/2005 21:24 |
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| | | OFFLINE | Post: 28.691 | Città: SULMONA | Età: 48 | Sesso: Maschile | ADMIN | |
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Scritto da: zon@ venerdi 31/05/2005 18.31
Bari - Nella prima regione d'Italia con un presidente gay, si assiste già alla prima divisione fra rivoluzionari e riformisti.
Lo schema sembra simile a quello che ha sempre contrapposto massimalisti e gradualisti nella lotta per "abolire lo stato di cose esistenti" e arrivare al socialismo. Qui, in Puglia, la società senza tabù non è nell'agenda politica. Ma la tentazione di approfittare del momento storico, per trasformare la regione in laboratorio dei nuovi diritti civili, è forte.
La provocazione era stata organizzata e poi annullata per rispetto al congresso eucaristico. La decisione ha creato polemiche Unioni civili, tra i gay scoppia la rissa Bloccato il matrimonio omosex in piazza ma il movimento protesta Viviana Loprieno, presidente Arci gay si schiera con Vendola: basta protagonismi.
A spingere sull'acceleratore è quella parte del movimento gay che ha spinto il consigliere comunale barese Sabino De Razza, di Rifondazione, a lanciare il tema delle unioni civili proprio in questi giorni, pur sapendo che la cosa avrebbe messo in imbarazzo Nichi Vendola, alle prese con l'arrivo del papa. La provocazione, poi rinviata, del finto matrimonio omosessuale in piazza, era studiata da tempo da quei settori movimentisti insofferenti verso un Vendola (e un Michele Emiliano) tacciato di troppa cautela: passino gli auguri istituzionali a Ratzinger, il nuovo pontefice già bersaglio, anni fa, degli strali dell'attuale per il suo documento sulla sessualità; continuare a tacere però era davvero troppo. Ora il presidente della Regione ha chiarito il suo pensiero, il congresso è finito: fuoco alle polveri. Viviana Loprieno, presidente dell'Arcigay, "che rappresenta la gran parte della realtà omosessuale", condivide le parole di Vendola. Il presidente ha bacchettato De Razza per la sua intempestività, sostenendo che forme e tempi di lotta vanno decisi dai movimenti e citando le parole di don Tonino Bello sulla "convivialità delle differenze" che si rispettano fra loro. "Sì - spiega - legare troppo quest'evento alla presenza del papa avrebbe leso la sensibilità dei cattolici. Avrebbe dato quell'immagine un po' deleteria dei gay sempre pronti a rompere le scatole, a provocare. D'altronde, siamo già impegnati nella battaglia referendaria". Il 3 giugno, comunque, Loprieno parteciperà alla conferenza stampa con De Razza: "La palla deve tornare nelle mani dell'Arcigay, senza colori politico-partitici. Insomma, c'è stata una fuga in avanti e a farne le spese siamo stati noi, che abbiamo subito gli attacchi di Alleanza nazionale. Ma ora guardiamo al positivo e approfittiamo della pubblicità che ha avuto il caso per sensibilizzare le coscienze". La posizione opposta è quella di Michele Bellomo, ex presidente dell'Arcigay e oggi iscritto a Rifondazione. "Voglio esprimere il mio plauso a Sabino De Razza. La sua posizione è stata strumentalizzata. Ma c'è una verità inconfutabile: in Italia ci sono persone che vengono discriminate". E se Vendola manda a dire al papa che "si accontenterebbe che in Italia fossero riconosciute le unioni civili, che non minacciano in alcun modo l'istituto del matrimonio", lui precisa: "Io sono favorevole al matrimonio gay, perché semplicemente non ci dev'essere discriminazione tra cittadini. La costituzione italiana sancisce l'indissolubilità della famiglia ma non esclude altri tipi di matrimonio". Cos'è la logica del "tutto subito"? "Anch'io m'accontento delle unioni civili. Gli italiani sono in maggioranza favorevoli. Ma dev'essere il primo passo. Io oggi non posso farlo. E le istituzioni devono muoversi. La Regione deve intervenire: Fitto ha fatto una legge sulla famiglia oscena. La nuova giunta deve rivederla inserendo le nuove famiglie". Quanto al papa, per Bellomo il problema non si pone: "Io vedo il papa da laico: è un capo di stato straniero. Se venisse Bush che faccio, non parlo di procreazione assistita perché è un tema a lui non caro?". E non si dica che vuol fare la rivoluzione. "Al contrario. Se uno è riformista, non deve avere paura di fare le riforme. Vedi Zapatero". Il momento, in Puglia, è propizio? "Il fatto che ci sia Vendola, non cambia nulla. Le stesse richieste le ho fatte a Fitto. Nessuno vuole che la Puglia diventi la capitale dei gay: lo è già stata al tempo del Pride. Allora abbiamo dato uno scossone alla Puglia, preparando il terreno alla vittoria del centrosinistra. E ora che facciamo, rinunciamo alle battaglie solo perché abbiamo un presidente gay?".
(Repubblica, La del 31/05/2005)
http://www.gaynews.it/view.php?ID=32479
bah continuiamo a farci del male |
01/06/2005 12:48 |
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| | | OFFLINE | Post: 3.769 | Città: SALERNO | Età: 42 | Sesso: Maschile | UTENTE | |
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01/06/2005 15:42 |
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Cioè li si sono creati i gay pro Vendola e quelli in generale? |
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