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AMNESTY E I DIRITTI GAY NEL MONDO

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2005 13:02
16/06/2005 13:02
 
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Amnesty International continua nella sua attività di monitoraggio e denuncia delle violazioni dei diritti umani che avvengono ancora oggi in molte nazioni. A fine maggio è stato presentato il rapporto 2005, nel quale anche l'Italia non fa particolare bella figura, soprattutto per quanto riguardo il settore immigrazione.
Oltre alla compilazione di questi rapporti annuali che offrono una panoramica generale Amnesty mantiene anche gli occhi aperti sulla situazione dei diritti degli omosessuali nel mondo e anche da questo punto di vista il quadro offre dei punti di serio allarme e situazioni che è poco definire da tempo dei barbari.
In Arabia Saudita, uno tra i più importanti paesi al mondo nella produzione del petrolio e con un ferree relazioni con paesi come gli Stati Uniti, poche settimane fa una trentina di persone sono state condannate ad essere frustate e poi arrestate semplicemente per aver presenziato a quello che è stato definito un "matrimonio omosessuale". È successo a Jeddah nel marzo scorso. Le pene inflitte da una Corte della città di Jeddah vanno dalle 200 alle 2000 frustate e dai sei mesi ai due anni di reclusione. La pratica della fustigazione è comunemente applicata in Sud Arabia per tutta una serie di reati, comprese quelle che vengono ritenute offese alla morale sessuale. La fustigazione è considerata una punizione crudele, inumana e degradante, assimilabile alla tortura, vietata dall'articolo 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che recita "Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti."

Dalla Corea del Sud arriva invece la triste vicenda di Lim Taehoon, un 28enne attivista che dal 1997 chiede uguali diritti per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Lim è stato arrestato il 26 febbraio 2004 per essersi rifiutato di adempiere al servizio militare e a fine anno era ancora detenuto nel Centro di detenzione di Seoul. In Corea il servizio militare è obbligatorio e non viene riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza per motivi religiosi o ideologici (pacifismo), per cui chi si rifiuta di "servire la patria" è automaticamente arrestato.

Altro paese purtroppo meritevole dell'attenzione di Amnesty è la Giamaica, dove la situazione è drammatica, visto l'altissimo livello di omofobia ed i continui episodi di violenza contro lesbiche, gay e trans. Quest'odio cieco è spesso veicolato tramite i testi delle canzoni di certi cantanti, che si riferiscono ai gay con insulti e offese al ritmo di reggae. Visto che i rapporti omosessuali anche tra adulti consenzienti sono reato la polizia nella migliore della ipotesi non fa niente per impedire questo tipo di violenze e nella peggiore sono i poliziotti stessi che partecipano ai pestaggi. È di un anno fa l'omicidio di Brian Williamson, uno dei fondatori di J-Flag, l'unica organizzazione giamaicana che lotta per i diritti LGBT.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti su queste tematiche si rimanda al sito ufficiale dell'organizzazione. Per chi volesse eventualmente mettersi in contatto con il Coordinamento Discriminazione Sessuale - LGBT l'indirizzo e-mail è coord.lgbt@amnesty.it.

http://it.gay.com/view.php?ID=20352



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