I cattolici sono i meno omofobici fra i gruppi religiosi in Australia, nonostante la posizione delle gerarchie della Chiesa, che si oppongono ai diritti dei gay. E' il risultato piu' eclatante di un nuovo studio dell'Australia Institute, 'Mappa dell'omofobia in Australia', pubblicato oggi, secondo cui due terzi dei battisti e dei cristiani evangelici credono che l'omosessualita' sia immorale.
La proporzione e' invece di un terzo fra chi si dichiara cattolico e poco piu' alta fra gli anglicani e i seguaci della Uniting Church (metodisti-presbiteriani).
Uno degli autori della ricerca, Clive Hamilton, ha osservato che le posizioni della Chiesa cattolica sull'omosessualita' sono fra le piu' esplicite nel Paese, con leader di alto profilo, come l'arcivescovo di Sydney, cardinale George Pell, che hanno espresso netta opposizione ai matrimoni fra persone dello stesso sesso ed all'ammissione di omosessuali al sacerdozio. ''Questi risultati suggeriscono che la Chiesa cattolica ha meno autorita' dottrinale verso la propria congregazione, rispetto ad altre chiese cristiane ed altre religioni'', ha aggiunto.
Fra le 25 mila persone interrogate, le piu' tolleranti sono risultate quelle che si sono dichiarate non religiose, fra le quali solo il 19% ha dichiarato che l'omosessualita' e' immorale. Gli australiani piu' anziani si sono rivelati piu' omofobici dei giovani e le persone con piu' alto livello di istruzione piu' tolleranti di quelle meno istruite. Le aree meno omofobiche del Paese sono Melbourne e Perth, in Australia occidentale, mentre Sydney, che ha la reputazione di capitale gay d'Australia ed attira ogni anno a Carnevale mezzo milione di persone per il 'Gay and Lesbian Mardi Gras', ha mostrato un tasso di intolleranza doppio rispetto a Melbourne. (ANSA).
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