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Primarie: Bertinotti

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2005 05:20
13/09/2005 10:02
 
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Mentre Romano Prodi apre sui patti civili di solidarietà, a Bologna nasce un comitato gay, lesbico e di transessuali per sostenere Fausto Bertinotti alle primarie. Ne dà notizia un comunicato che fissa a venerdì 30 settembre alle 21 al Cassero di via Don Minzoni la prima iniziativa pubblica. Il sostegno a Bertinotti nasce dal desiderio di "una politica che parta dai bisogni delle persone e ne rispetti i corpi, i desideri, le libertà". Il comitato "sceglie Bertinotti e la sinistra antiliberista e pacifista perchè solo con una sinistra più forte che abbia più peso all'interno dell'Unione potrà arrestarsi quel processo di arretramento politico e culturale che il paese sta vivendo e potranno essere respinti le offensive teo-cons, gli integralismi e le pesanti incursioni nella politica da parte delle gerarchie Vaticane, come ha dimostrato il recente Referendum sulla procreazione medicalmente assistita".



13/10/2005 10:34
 
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CLERICALISMO. FAUSTO E I VESCOVI, LA RELIGIONE MI INTERROGA. MA LA GERARCHIA È COME IL KU KLUX KLAN
Dopo il coming out cattolico di Fassino, ecco l’intensa ricerca di confronto con la religione di Fausto Bertinotti, riproposta da un’intervista che il leader di RC ha rilasciato giovedì a Repubblica
venerdì 30 settembre 2005 , di Gianni Rossi Barilli



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Gianni Rossi Barilli

Dopo il coming out cattolico di Fassino, ecco l’intensa ricerca di confronto con la religione di Fausto Bertinotti, riporposta da un’intervista che il leader di Rifondazione ha rilasciato giovedì a “Repubblica”.

Ma com’è che in una fase di «emergenza laica», contraddistinta dalle continue e ricattatorie ingerenze della chiesa cattolica nella vita politica, alcuni dei massimi esponenti della sinistra italiana fanno a gara nel manifestare apertura al dialogo con il mondo della fede?

Fausto Bertinotti ribadisce nell’intervista di non essere credente, ma si dichiara impegnato in una «ricerca sul fenomeno religioso nel senso pieno del termine». Riflessioni di questo tipo, diciamolo senza ironia, meritano il massimo rispetto, almeno finché restano nella sfera dell’interiorità o del dibattito intellettuale colto. Quando però debordano a sei colonne sulla stampa nazional-popolare finoscono per assumere, anche loro malgrado, un significato politico. E finiscono per conferire gratis la dignità di valido interlocutore, pur nella diversità di posizioni, alla chiesa cattolica e ai suoi progetti di restaurazione neo-medioevale. In Europa, l’Italia è l’asso nella manica di questi progetti, il possibile laboratorio di una moderna controriforma dei valori che stanno (o dovrebbero stare) alla base della convivenza civile.

Su tutti i temi che riguardano la sessualità e la sfera delle libertà individuali la chiesa cattolica usa argomenti irricevibili a cui non si può ribattere con i ramoscelli d’ulivo. Altrimenti, tanto vale considerare un interlocutore valido anche Calderoli. Ci ha pensato Bertinotti? Forse è troppo impegnato a esplorare i sottili confini che separano la politica dalla metafisica. D’altro canto, un tale diceva che la religione è l’oppio dei popoli. E l’oppio, dicono, dà alla testa.



P.S. Come gay e come militante della stessa sinistra che Bertinotti rappresenta, mi sento profondamente offeso dal fair play che il segretario di Rifondazione ostenta a ogni pié sospinto nei confronti della chiesa cattolica, pur criticandola quando è impossibile fare altrimenti. E penso che sia un po’contraddittorio proclamare di essere d’accordo con le istanze glbt (definite da Bertinotti parte integrante del suo progetto politico riformatore) e poi dialogare amabilmente con gente che ci odia al punto da negare continuamente il nostro diritto a essere ciò che siamo e vogliamo essere. Se sono contro il razzismo non posso dialogare con il Ku Klux Klan. Mi ci devo magari confrontare per forza, se la situazione lo richiede. Ma la modalità di confronto, in questo caso, si chiama conflitto. Civile quanto si vuole, ma conflitto.


13/10/2005 11:23
 
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Bertinotti: sì anche ai matrimoni gay
Lo Sdi proporrà leggi ad hoc a tutte le Regioni. Cossiga: «Urge un incontro tra vescovi e leader cattolici»

Fausto Bertinotti è uscito allo scoperto dichiarando che i Pacs, Patti Civili di Solidarietà, devono entrare nel programma dell’Unione. L’affermazione, che ha già cominciato a far discutere, è comparsa sul sito internet de L'Unita nel forum dedicato alle primarie. Nel programma, il leader di Rifondazione Comunista inserirebbe inoltre generiche «leggi antiproibizioniste e sui diritti delle persone». Per tutte queste materie, spiega, i Pacs sembrerebbero «l’unico denominatore comune possibile».
«Personalmente - dice Bertinotti - condivido le rivendicazioni avanzate dalle associazioni dei gay, delle lesbiche e dei transessuali. Come loro penso che la tutela della possibilità di vivere in una società di convivenza e di rispetto reciproco la propria affettività e la propria sessualità costituisca un elemento di ricchezza per tutti. E penso anche che sia legittima una ricerca e una discussione sulla possibilità che le unioni assumano la forma giuridica del matrimonio». «I Patti - prosegue il più accreditato rivale di Prodi alle primarie nel corso di un incontro con gli omosessuali a Milano - potrebbero aprire nel contesto italiano un profondo processo, anche culturale, sulle modalità di relazione fra le persone».
«Non vedo - si premura di aggiungere il leader di Rifondazione - quale contestazione possa essere mossa sul terreno autonomo della laicità dello Stato. Altro è il campo dei valori fondati su motivazioni religiose, che meritano rispetto e che considero una presenza arricchente nella società. Non vedo tuttavia come possano influenzare le scelte del legislatore».
Nella stessa giornata si registra anche l’iniziativa del Presidente del Consiglio regionale toscano Riccardo Nencini che ha annunciato una proposta di legge che i consiglieri regionali dello Sdi di tutta Italia si impegneranno a sottoporre alle Camere. In sintesi il progetto di legge prevede: unioni di fatto equiparate a nuclei familiari per mutui, contributi e agevolazioni per immobili; equiparazione al coniuge per l’applicazione di norme su rapporti di lavoro e sistema previdenziale; equiparazione alle famiglie per l’accesso a servizi socio-educativi.
«Estendere i diritti delle unioni civili o coppie di fatto è un impegno al quale non possiamo sottrarci. È un segno di civiltà, un atto concreto di solidarietà civile e umana. Lo stesso concetto di famiglia - nota Nencini - è cambiato nel corso del tempo, fino alle più recenti affermazioni della Corte Costituzionale secondo cui le unioni di fatto non sono costituzionalmente irrilevanti».
Sulla questione si esprime anche l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga chiedendo «un confronto urgente tra Romano Prodi e i Vescovi italiani in merito all'atteggiamento che l’Unione sceglierà di tenere». «Gravi ripercussioni - argomenta il “Picconatore” - potrà avere per l’Italia la soluzione che il Sinodo dei vescovi darà al problema posto da una parte di Pastori americani, e cioè se si possano ammettere al Sacramento della Comunione quei cattolici che sostengono candidati favorevoli alle leggi che autorizzano l’aborto e se, praticamente, costituisca peccato mortale, o comunque di scandalo che interdice dalla partecipazione al Sacramento dell’Eucaristia, un siffatto atteggiamento politico». «Se il Sinodo desse una risposta affermativa a questo quesito, nel senso di ribadire quella che è già la prassi largamente applicata dalla Chiesa cattolica americana, si verrebbero a trovare in una grave posizione quei cattolici militanti, nei partiti del'Unione o che si apprestano a votare candidati in liste di quella coalizione, se nel programma di questa concentrazione fosse inserita l’approvazione dei Pacs». Questo tipo di riconoscimento delle unioni di fatto anche tra non eterosessuali, ricorda poi Cossiga, è già stata condannata con nota dottrinale della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede a firma dell’allora prefetto, Cardinale Ratzinger, ed espressamente approvata dall’allora Papa, Giovanni Paolo II oltre che ribadita Cei.
Diventerebbe quindi indispensabile un chiarimento tra i vescovi e Romano Prodi, il leader cattolico dell’Unione che proprio su questi temi aveva annunciato al presidente onorario di Arcigay Franco Grillini significative aperture.

14/10/2005 13:26
 
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Gli ''esterni'' e Bertinotti. Ultimo rush per le primarie
Sinistra. Il segretario del Prc tira le somme della sua candidatura a premier. E detta le priorità: ''No ai lager di Lampedusa, sì alla verità sui fatti di Genova''
C. Rug.


Il suo viaggio si è quasi concluso. Ha “raccolto emozioni”, speranze ma soprattutto ha “conosciuto le delusioni e il disincanto diffuso ormai in tutto il paese”. Pensa ad una riforma della politica che non dimentica le emozioni. Il segretario di Rifondazione Comunista tira le somme della sua campagna elettorale per le primarie all'hotel Nazionale di Piazza Montecitorio con i numerosi supporter "esterni" e un pizzico di commozione. “Ci abbiamo beccato – dice riferendosi alla trovata dei post-it gialli griffati Rc – le decine di migliaia di Voglio raccolti in tutta Italia hanno costituito quella rete di partecipazione di massa che ci aspettavamo”. “Ho deciso di partecipare alle primarie – continua – per dare un segno di sinistra alla coalizione, ma è scontato che chiunque vinca troverà un accordo con gli altri perché è un impegno di tutti per sconfiggere Berlusconi e cambiare il corso del paese. Chi può ancora immaginare di avere ancora un governo così per altri cinque anni? Ci vuole un accordo, già molti elementi sono avviati – ha aggiunto – chiunque vinca lo farà, certo, se lo facesse un uomo di sinistra sarebbe meglio per tutti”. Insomma, messaggio è chiaro e il messaggere non potrebbe esserlo di più: l'obiettivo è spostare a sinistra l'asse dell'Unione perché “è necessario avviare una grande riforma” e allontanare “l'idea neocentrista" sullo stile 'Grossa Coalizione' tedesca che ha portato alla cancelleria la Merkel.
Quattro i punti sull'agenda del segretario: “Pace e ritiro delle truppe dall'Iraq; lavoro e lotta alla precarietà con la cancellazione della legge 30, della Bossi-Fini e della riforma Moratti, tutela dei beni comuni, Pacs, ma non solo. “Una cosa da fare subito - afferma il segretario - è chiudere i lager di Lampedusa”, l'altra da fare “domani” – dopo la vittoria elettorale dell'Unione – è avviare “una commissione commissione parlamentare d'inchiesta , per dire a tutti gli italiani la verità sui fatti di Genova durante il G8 e l'uccisione del giovane Carlo Giuliani”.
Numerosi i politici venuti ad offrire il loro appoggio al segretario che, sì, tiene banco, ma ascolta pure con interesse gli interventi di esponenti del mondo dello spettacolo, rappresentanti dell'universo gay, sindacalisti e magistrati. Ognuno, rispolverando il leit motiv della campagna elettorale, da voce al suo "Voglio". "Non sono d'accordo con il sistema delle primarie – afferma Sabatini (Ds) - Credo che sia un modo per confermare la candidatura di Prodi attraverso un sostegno che magari non avrebbe da segretario di partito. Mi chiedo - aggiunge - perchè i Ds non abbiano scelto un loro candidato? Così ho l'impressione che rinuncino a governare il paese dando un cambiamento. Per questo - prosegue l'esponente della Quercia - voto Bertinotti, per dare più valori di sinistra contro una cultura riformista".
Sostiene Bertinotti pure il siciliano Leo Gullotta che non lesina le stoccate al Cavaliere: "Questo Governo ha ridotto la cultura ad un taglio invece che considerarla come una risorsa". Sicuramente senza fronzoli, e ben più diretta è, invece, la richiesta di Vladimir Luxuria, rappresentante del mondo omosessuale: "Il centro sinistra si impegni per l'approvazione dei Pacs. Anche noi abbiamo diritto ad amare. Voto Bertinotti - dice - perché è l'unico che è sempre stato coerente sull'argomento".
Le voci si alternano. E Bertinotti non si distrae un attimo, ad ogni intervento aggiunge una riga nel suo blocco di appunti. Un insieme di parole che compongono l'intervento conclusivo chiuso con piglio sarcastico: "Da come mi pare di capire, dovrei arrivare al 51% se non è così le primarie sono un imbroglio". Risate generali ma poi il Segretario torna serio: "Impegniamoci per battere le destre e per rafforzare la sinistra radicale. Dopo le primarie incontriamo i movimenti, le associazioni e la società civile. Una costellazione di esperienze diverse che ci fa guardare al futuro".
Il 'tour' per l'Italia di Bertinotti si concluderà il 14 ottobre con un comizio a Bari, al fianco del governatore Nichi Vendola, già vincitore a sorpresa delle primarie pugliesi. Con Bertinotti si sono schierati Pietro Ingrao e i genitori di Carlo Giuliani, il giovane ucciso al G8 di Genova; gli ex diessini Pietro Folena e Antonello Falomi; l'economista Augusto Graziani; il costituzionalista Gianni Ferrara; il deputato Ds Sergio Sabatini; i no global Francesco Caruso e Daniele Farina; i registi Mario Monicelli, Luigi Magni e Citto Maselli; gli attori Leo Gullotta, Arnoldo Foa', Ricky Tognazzi e Wladimir Luxuria; il cantautore Paolo Pietrangeli; lo scrittore Massimo Carlotto; i giornalisti Giuliana Sgrena, Lucio Manisco e Darwin Pastorin; gli ex calciatori Gianfranco Zigoni e Paolo Sollier.

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