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Primarie: Prodi

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2005 05:20
13/10/2005 11:34
 
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Prodi incassa il voto dei gay e batte Fausto
Un sondaggio rivela: alle primarie tutti per il Prof. Anche se è cattolico
Incredibile, ci è riuscito. Il cattolico Romano Prodi si aggiudica il voto di gay e lesbiche, riuscendo nell’intento di toglierne una buona fetta al rivale Fausto Bertinotti. La promessa di inserire i Pacs nel programma dell’Unione ha avuto quindi il suo effetto di indebolire il consenso intorno al segretario di Rifondazione. Ora, però, il leader della coalizione non può più tirarsi indietro sulla proposta di legge che istituisce i Pacs, come promesso al suo primo firmatario, Franco Grillini, deputato Ds. Naturalmente, dovrà vederesela con i vescovi italiani, sempre più adirati con lui e timorosi di una eventuale vittoria della sinistra, nonché con l’intero schieramento cattolico della coalizione, minacciato di scumunica. Ma per il momento Prodi incassa.
«Sosteniamo Prodi alle primarie perché il Pacs, patto civile di solidarietà, diventi legge dello Stato», si afferma in un comunicato di Gayleft, la Consulta degli Omosessuali Ds, a cui aderisce, in pratica quasi l’intera dirigenza di Arcigay e il grosso degli attivisti. Non solo. Gli omosessuali italiani voterebbero al 67% per il centrosinistra, mentre c’è ancora un esile 19% che voterebbe per la Cdl (Berlusconi e Fini). Lo afferma il sito internet Gay.it, primo media italiano per la comunità lesbica e gay, sulla base di un sondaggio compiuto tra i propri lettori. Massiccia si preannuncia - sempre secondo il sito - la partecipazione alle primarie del centrosinistra con numerose preferenze per Prodi, pari al 35%. Bertinotti resta forte col 25%, però non è riuscito nell’intento di superare Prodi in questa nicchia.
Al sondaggio hanno preso parte 4.491 persone: il 74% si dichiara gay o lesbica, il 17% bisessuale e il 5% eterosessuale; oltre la metà degli intervistati si dichiara cattolico (15% praticante e 42% non praticante). Solo il 14% dei partecipanti al sondaggio rinuncia a votare alle primarie, mentre due su tre parteciperanno a quelle del centrosinistra. Le lesbiche voterebbero per il centrosinistra alle primarie il 76%, concentrando di più le loro preferenze su Bertinotti e Simona Panzino. I più giovani sono attratti da Alfonso Pecoraro Scanio, mentre gli over 30 da Ivan Scalfarotto.
Bisessuali e gay cattolici optano per Prodi proprio mentre la chiesa si irrigidisce sulla questione. È dell’altro ieri la notizia secondo cui Il Papa ha già firmato il documento che pone limiti severi alla ammissione degli omosessuali al sacerdozio.
Lo smacco di Prodi a Bertinotti giunge in un momento in cui ormai Rifondazione punta apertamente a egemonizzare l’Unione e a meno di nove giorni dal voto si accendono le polveri all’interno delle primarie. «Cinquanta per cento e 1, mi basta», ha esplicitamente ammesso un sorridente Fausto Bertinotti per le primarie del centrosinistra.
Il casus belli è offerto dall’intervista di Romano Prodi al Corriere della Sera, con la quale il leader dell’Unione escludeva il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan e dai Balcani, nonostante il parere contrario di Bertinotti.
Ieri sono scesi in campo i giornali di partito. Quello di Rifondazione Comunista, Liberazione, e quello della Margherita, Europa, sono d’accordo solo su una cosa: le divergenze sulla politica estera sono profonde, le primarie tra i due contendenti sono davvero cominciate. Liberazione nell’apertura di prima pagina con “Bertinotti e Prodi a duello sulle italiane all’estero”, Europa con l'editoriale “Kabul! E le primarie diventano vere”, danno il via alla contesa.
Il giornale dei Dl contrappone l’Italia di Bertinotti “che si ritira su una collina pacifista e guarda alle tragedie del mondo parlandone assai ma senza muovere un dito” a quella di Prodi “che si assume la responsabilità di un paese grande e ricco e si sporca le mani” per portare “diritti e democrazia dove non ci sono”. L’organo di Rifondazione, invece, dà voce a Bertinotti: “Prodi - dice - non è più super partes. Con queste dichiarazioni ha dismesso l’unico vestito che aveva indossato in questi mesi: quello di leader della coalizione. Ora è diventato un candidato”.
Ovviamente, tante divisioni sono funzionali all’Unione, che così tenta di presentarsi “completa” di una destra e di una sinistra, delegittimando la funzione della Cdl. Ma giunge acuta l’osservazione di Armando Cossutta: «Bertinotti dice che gli basta il 50% e 1 per vincere? Affermazione presuntuosa. Io non glielo auguro, perché avere Bertinotti come leader dell’Unione significherebbe regalare caterve di voti al signor Berlusconi».
Fra le varie voci emergenti, ieri c’è stata quella di Enrico Boselli, il quale, a margine di un incontro con i radicali, replica a Prodi che a Radio Popolare era tornato ad anteporre “garanzie” di omogeneità programmatica ad un eventuale ingresso del partito di Marco Pannella nell’Unione. «Non si può chiedere ai compagni radicali quello che non si chiede a nessun altro», nota Boselli, che così chiede parità di trattamento per i radicali, visto che nell’Unione non sono gli unici ad avere punti programmatici specifici e diversi da alcuni partiti della coalizione. «Nel programma di Bertinotti alle primarie leggo che chiede il ritiro delle truppe italiane da tutte le missioni, chiede il ripristino della scala mobile e dell’intervento pubblico nell’industria. Sono posizioni lontane dalle nostre - dice il leader dello Sdi - poi ve ne sono altre che sono molto simili, come quelle sui diritti civili. Ma a Rifondazione nessuno chiede quello che viene chiesto ai radicali...». Quanto alle polemiche tra Prodi e i radicali ai tempi di Bruxelles che ieri il Professore ha di nuovo ricordato, Boselli ha ricordato che Bertinotti «ha fatto cadere il governo Prodi».

14/10/2005 13:32
 
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vabbè prodi può piacere o no, ma resta un uomo di cultura e molto competente. non dimentichiamo che è stato presidente della commissione europea per molti anni! non ce le dimentichiamo ste cose.
al massimo berlusconi può fare il mafioso (quello che in effetti fa!)



14/10/2005 13:41
 
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Unione: domenica Primarie,vincitore c'è già ma deve prender voti
ROMA (Reuters) - Domenica prossima, il 16 ottobre, militanti ed elettori del centrosinistra decideranno col loro voto, per la prima volta in Italia, chi sarà il candidato premier della coalizione alle prossime elezioni.

In realtà, almeno sulla carta, le Primarie, a cui partecipano sette candidati, hanno già un vincitore: Romano Prodi, premier tra il '96 e il '98 e presidente della Commissione europea fino allo scorso anno, nonché attuale leader dell'Unione. Il Professore è infatti sostenuto direttamente da Ds, Margherita, Sdi, Pcdi e Repubblicani europei, vale a dire dalla maggioranza della coalizione.

Dunque, quel che sembra contare maggiormente, in questa competizione, non è solo quanti elettori si recheranno nei circa 10.000 seggi allestiti in Italia e anche all'estero, ma soprattutto quale sarà la percentuale con cui Prodi vincerà e quanti voti andranno ai suoi sfidanti. La cui presenza sulla scheda elettorale sembra in gran parte motivata dalla necessità di affermare il proprio "peso" nei prossimi mesi, quando si decideranno il programma dell'Unione e i suoi candidati alle elezioni per Camera e Senato.

UN VINCITORE GIA' NOTO

Per vincere davvero Prodi dovrà ottenere non soltanto la maggioranza relativa dei voti, ma almeno il 50% (anche se lui stesso ha detto che gli basta "un voto in più del secondo"), per mettere al riparo la sua leadership da critiche e attacchi interni.

E' stato infatti lo stesso ex premier a sollecitare nei mesi scorsi le Primarie, dopo che la Margherita aveva bocciato a larga maggioranza la proposta di una lista "Uniti nell'Ulivo" con i diessini e i socialisti e che lo stesso Prodi aveva minacciato di dar vita a una propria lista. Le Primarie come strumento per "legittimare" la sua candidatura a guidare l'Unione alle elezioni "vere", quelle della primavera 2006, dunque.

Anche il centrodestra, dopo aver criticato l'Unione, potrebbe ricorrere allo strumento delle Primarie per definire il suo candidato-premier, come ha chiesto l'Udc di Marco Follini, anche se è stato lo stesso Silvio Berlusconi a dire ieri che la questione si porrà nel caso dopo l'approvazione della riforma elettorale in senso proporzionale.

Ma gli elettori del centrodestra, scrivono oggi alcuni quotidiani citando esperti di sondaggi, non resteranno a guardare le Primarie dell'Unione. Secondo il sondaggista Nicola Piepoli, citato dal Resto del Carlino, "oltre tre milioni si dichiarano intenzionati a votare... (ma) in 700mila si dichiarano elettori di centro-destra".

Come si comporteranno, eventuali "infiltrati", non è dato sapere. Potrebbero votare per il candidato che ritengono più "debole" o più scomodo per il centrosinistra in uno scontro con la Cdl. Ma potrebbero anche essere tentati dal meccanismo stesso delle Primarie - mai tenute prima in una scala così vasta in Italia - di partecipare e scegliere davvero il "loro" candidato.

GLI SFIDANTI DEL PROFESSORE

Lo sfidante più forte di Prodi in questa competizione è il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, 65 anni, il cui partito tolse la fiducia all'esecutivo guidato dal Professore nel 1998, anche sull'onda delle polemiche per il varo di una legge per la riduzione dell'orario di lavoro. Oggi però il Prc fa parte dell'Unione, e Bertinotti afferma che in ogni caso sosterrà il centrosinistra, anche se con la sua candidatura alle Primarie vuole spostare più a sinistra l'asse della coalizione.

Se Bertinotti è lo sfidante di sinistra, Clemente Mastella, 58 anni, leader dell'Udeur, è quello di destra. Già nel primo governo di centrodestra col Ccd di Pier Ferdinando Casini, Mastella punta a dare visibilità al "centro" ex dc.

Pone l'accento sulla lotta alla corruzione Antonio Di Pietro, 55 anni, ex magistrato del pool "Mani Pulite", ministro per pochi mesi (Trasporti e Infrastrutture) durante il governo D'Alema, mentre è una candidatura in difesa dei temi dell'ambientalismo quella di Alfonso Pecoraro Scanio, 46 anni, presidente dei Verdi e ministro dell'Agricoltura nell'ultimo governo di centrosinistra.

Ma alle Primarie ci saranno anche due "outsider", sostenuti non da partiti ma da movimenti. Ivan Scalfarotto, manager 40enne, è appoggiato da quelli che qualche anno fa si chiamavano "girotondini" e si batte soprattutto per la difesa della laicità e per i diritti dei gay. Simona Panzino, ex occupante di case, la più giovane candidata alle Primarie coi suoi 34 anni, è sostenuta dai Disobbedienti - movimento ex-alleato di Rifondazione comunista - chiede un'amnistia generalizzata per i "reati sociali" e un reddito di cittadinanza.

I profili e i programmi di tutti i candidati si trovano sul sito Internet ufficiale dell'Unione, all'indirizzo http://www.unioneweb.it.

COME SI VOTA, CHI VOTA

Mentre l'Unione è impegnata nella battaglia parlamentare contro la proposta di riforma elettorale, l'organizzazione delle Primarie è in piena attività, soprattutto per moltiplicare il numero dei seggi in cui votare.

Per votare occorre essere muniti di documento d'identità e tessera elettorale, e occorre versare almeno 1 euro di contributo.

Possono votare gli elettori che sottoscriveranno il progetto dell'Unione, ma anche i giovani che compiranno 18 anni entro il 13 maggio 2006 e gli immigrati residenti in Italia da almeno 3 anni (e che si siano iscritti entro oggi alle liste dell'Unione).

Per sapere in quale seggio recarsi bisogna telefonare al numero verde 800908028 oppure consultare il sito web dell'Unione. Soprattutto nelle grandi città, infatti, la scelta del seggio per le Primarie è legata ai dati della propria tessera elettorale.

I risultati del voto saranno diffusi nella nottata di domenica.

14/10/2005 13:44
 
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Re:

Scritto da: GayAbruzzo 14/10/2005 13.32
vabbè prodi può piacere o no, ma resta un uomo di cultura e molto competente. non dimentichiamo che è stato presidente della commissione europea per molti anni! non ce le dimentichiamo ste cose.
al massimo berlusconi può fare il mafioso (quello che in effetti fa!)



Sono perfettamente d'accordo con te.

Ma preferisco votare Di Pietro alle primarie; non lo ritengo assolutamente un voto perso.
A me basta che non vincono la Panzino o Mastella e sono contento comunque.
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