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Primarie: Scalfarotto

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2005 12:49
14/10/2005 13:57
 
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"I fischi a Ruini? Sacrosanti"


Intervista senza rete a Ivan Scalfarotto, il candidato-blogger che domenica prossima sfiderà Prodi e Bertinotti alla Primarie




La rete rivoluzionerà la poltica? Vista l'esperienza di Ivan Scalfarotto, candidato-blogger alla guida del Centrosinistra, pare proprio di sì. Mancano poche ore al voto: è il momento di tirare le somme. La sua candidatura ha riscosso un notevole successo in rete e tra i blogger italiani. Abbiamo cercato di capire insieme a lui il perché

Ciao Ivan, finalmente ci siamo. Domenica si vota e tu sarai uno dei candidati alle primarie per la leadership del Centrosinistra: è già una vittoria questa, o no? Come ti senti?
Bene, grazie e tu? Beh, la cosa era con tutta evidenza impossibile. Invece è successa. Noi visionari quando le cose impossibili accadono peggioriamo. Nel senso che diventiamo visionari peggio che mai. Ecco, io sono in via di peggioramento.

Un recente sondaggio di Repubblica.it pubblicato on line ti vede a sorpresa al terzo posto, dietro Prodi e Bertinotti ma davanti a Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro che di mestiere, al contrario tuo, fanno politica. La gente è stanca dei politici di professione?
I politici di professione sono persone che faticano. Si sono fatti prigionieri di una logica e di rituali davvero pazzeschi. Oltretutto le persone non li amano, anzi. E, in un certo senso mi dispiace. Comunque il fatto che io sia terzo nel sondaggio di Repubblica è un'illusione ottica. Un miraggio. Io non ci credo.

La tua candidatura è nata on line. È la prima volta che accade in Italia. Quanto e come sono stati importanti per te la rete e il tuo blog?
Sono stati fondamentali. Lo abbiamo deciso all'alba del 15 di agosto in una casa in Toscana. Non era una scelta era una via obbligata. Però, come succede, ci siamo dati delle motivazioni serie. Cinque. La rete ci assomiglia. I nostri potenziali elettori sono lì. Gli altri competitori non sanno neppure cosa sia. Potremo verificare giorno per giorno per giorno come andiamo. Potremo ricevere input dal asso.
Insomma, avevamo visto bene anche se non avevamo visto tutto.

Credi che la rete possa veramente rivoluzionare la politica?
Io credo che la nostra esperienza in rete è una di quelle cose che tracciano una riga per terra. Indicano un prima e un dopo. Dopo di noi la politica e la rete avranno un rapporto diverso. Non so se questo farà bene alla rete. Certamente farà bene alla politica.

Credi in una utopstica democrazia diretta, alla Beppe Grillo per intenderci?
Io stimo Grillo. Ma, ultimamente, mi pare che stia travolgendo se stesso. A volte la generosità ci fa perdere di vista i nostri piedi. Dobbiamo assicurarci che siano ben piantati per terra.

E dopo le primarie? Tornerai a Londra da dove sei venuto o continuerai a dedicarti alla politica?
Questo dipende dall'esito. Non ho intenzione di sottrarmi alle mie responsabilità. Ho combinato un bel casino. Se il casino avrà dimensioni notevoli bisognerà che me ne occupi. Da Londra sarebbe più
difficile.

Lo sai che sei un po' la bandiera della rete e dei blogger in Italia? La rete ha parlato tanto, e quasi sempre bene, di te. Perché, te la sei data una spiegazione?
Perché hanno capito che io c'ero già. Tu lo sai che Prodi quattro mesi fa ha chiuso un suo blog per mancanza di presidio? Gli scrivevano e lui non rispondeva mai. Era diventato un boomerang. Vedi, io penso che la rete o la conosci o non la conosci. Se non la conosci non la capisci. Invece i politici sono abituati a delegare. La rete non si delega e questo è una bella cosa che insegna. Chi doveva capirlo lo ha capito.

In tv, da Mentana, hai detto: "Sono gay, non lo sa?". Ma sei matto? Non sono cose che si dicono in tv, Enrico è arrossito... Pensi di vincere le Primarie dicendo queste cose?
Beh, quando ho detto davanti a Vannino Chiti, severo commissario delle Primarie, che io ed Erminio "siamo una bella famiglia italiana" l'ho fatta più grossa. Non so se hai visto la sua faccia. Ma io non dico queste cose per stupire, men che mai per scandalizzare. Dico queste cose perché sono la verità. A me piace la verità.

Alla manifestazione organizzata dall'Ulivo, la settimana scorsa, ti hanno visto cantare l'inno di Mameli a squarciagola, a Roma. A qualcuno non è andato proprio giù...
Il mio amico Luca Sofri mi ha bacchettato per questo sul suo blog. Però vorrei vedere voi, per la prima volta su un palco immenso, con centomila persone festanti davanti, con il sole di Roma e l'inno di Mameli che suona. A me è piaciuto cantarlo a squarciagola, con gli occhi chiusi e la mano sul cuore. Non sono nazionalista, però nolente o volente sono un emigrante e, soprattutto, sono una persona a cui piace frequentare ed esprimere le proprie emozioni, e allora?

Quali sono i punti fondamentali del tuo programma?
Cominciamo dalla laicità. Più passano le settimane e più rimango solo a frequentare questo concetto. Spero (per lei) che non mi appaia la Madonna entro il 16. Io credo che a pari doveri corrispondano pari diritti. Per tutti. Comunque. Il concetto è talmente semplice che la complessità della politica odierna non riesce a comprenderlo. Poi penso che il nostro Paese deve garantire alle sue forze migliori di esprimersi. Qui valgono ancora i cognomi, le lobbies, le raccomandazioni. Il valore delle persone è subordinato a questo. I giovani non hanno diritti. Un lavoro precario a vita che non gli può
garantire una casa, la possibilità di scegliere di avere dei figli. Vi pare normale? E poi le donne. L'altro giorno ho letto che nel parlamento italiano le donne sono meno del 12%. Questa cosa si capisce meglio se si ribalta. Gli uomini sono più dell'88%. Qualcuno mi sa spiegare il perché? Io penso che la politica abbia bisogno delle donne proprio per rifondarsi nei metodi e nei rituali. Le donne possono insegnarci molto. Diamo loro la possibilità di dire la loro.

Molti commentatori (Michele Serra in primis) hanno detto che sei il primo, dopo tanti anni, che dice cose di sinistra. A parte scherzi, ma non ti sembra preoccupante?
Sì, mi preoccupo molto tutte le mattine quando mi guardo allo specchio. Penso, ma che ho combinato? A volte mi pare di essere quel bambino che indicando il suo sovrano disse: "Ma il Re è nudo!". Lui è rimasto proverbiale ma confinato in una favola. Chissà se sarà questo il mio destino?

Perché un uomo qualunque della strada dovrebbe votarti invece di votare Prodi o Bertinotti che da decenni sono su tutti i giornali, in tv, in Parlamento al contrario di te?
Perché sono più giovane, perché sono nuovo. Perché dico cose che loro non dicono. Perché agisco a viso aperto. Perché sto portando nella politica un entusiasmo che la sinistra aveva perso per strada. Sai che chi ha firmato per noi sono soprattutto giovani? E non hai idea di quante persone deluse, disgustate, stufe, incontro quando vado a spasso per l'Italia. Sto riportando alla politica un pezzo di società che la politica aveva perso per strada. Sto aggiungendo. Questo in una sinistra litigiosa e divisa rappresenta una ulteriore novità

Il punto centrale del tuo programma, l'hai ripetuto più volte, è la laicità dello stato. Ma ti hanno raccontato che cosa è successo a Siena quando un gruppo di universitari ha osato contestare le parole del cittadino Ruini?
Su questo ho un'opinione chiara. Chi gioca al calcio qualche pedata la deve mettere in conto. Un politico deve aspettarsi dei fischi. Ruini ha fatto il politico e i fischi sono arrivati. Fischi sacrosanti per uno che parla di cose che non conosce, maneggia il ventre delle donne e le scelte di uno Stato sovrano come se fossero suoi. Se ci fossi stato avrei fischiato. Mi auguro che quando parlerò al sinodo dei vescovi Ruini mi fischi sonoramente.

Scalfarotto vince le Primarie, e il giorno dopo che fa?
Il giorno dopo sarei ricoverato al policlinico Gemelli in rianimazione. Penso di non correre questo rischio, ma accetto il gioco. Il giorno dopo mi preoccuperei di costruire una squadra. Metterei dei paletti. Chi ha più di 55 anni e non è di sesso femminile avrebbe meno possibilità degli altri. Insomma, sarebbe un sottosopra.

Immagino che questo per te sia stato un periodo particolarmente intenso e faticoso. Ma chi te l'ha fatto fare?
La voglia di partecipare. Di non sottrarmi. Non scegliere, a volte, significa scegliere la cosa sbagliata. In queste poche settimane non ho avuto, per fortuna, troppo tempo per riflettere. Ma se mi fermo un attimo vedo decine di migliaia di sorrisi, di cordiali strette di mano, di incoraggiamenti sinceri. Cose che ho visto, che ho sentito, che mi sono passate davanti. Cose che ho vissuto senza avere il tempo di metabolizzarle ma che mi hanno fatto capire che, forse, tutto questo sia servito a qualcosa.

Lo rifaresti?
Certo che lo rifarei. Chi avrebbe mai pensato che avrei potuto capire tutto quello che ho capito, conoscere tutto quello che ho conosciuto. Io mi sono molto arricchito. Sono migliore. Non capita spesso nella vita di poter fare una cosa che ti fa crescere come questa. Non lo avrei mai pensato ma questo è quello che mi è successo.

15/10/2005 01:09
 
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SCALFAROTTO: "SÌ AI MATRIMONI GAY"

Ha raccolto 17000 firme in due settimane

MILANO, 14 OTT - Sì ai Pacs e ai matrimoni fra omosessuali, immediato abbandono dell'Irak e politica estera italiana autonoma, revisione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori, recupero della credibilità internazionale, metà delle cariche elettive e istituzionali alle donne. Sono questi alcuni punti del programma di Ivan Scalfarotto, sottolineati alla chiusura, a Milano, della sua campagna per le Primarie dell'Unione.

Un percorso che il candidato ha definito una "lunga e felice cavalcata". Per partecipare - ha spiegato Scalfarotto fornendo i dati dello staff - sono state raccolte 17 mila firme in due settimane (una ogni 68 secondi)e su internet la citazione del nome del candidato è passata da 100 pagine il 5 agosto a 200 mila di oggi (è stato superato il teologo Martin Lutero, che ne ha 89.000, e si punta a raggiungere le 384.000 citazioni dello scienziato Copernico).

Scalfarotto ha stigmatizzato il ritorno al proporzionale: "si cerca di parare il danno" da parte del "peggior governo nella storia della Repubblica" ed è "una cosa su cui non si può trattare in Senato". Si è anche detto favorevole al partito unico del centro-sinistra. Alla domanda sul fatto che per la maggioranza dell'Unione il rapporto di lavoro a tempo indeterminato e l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sono fondamentali, il manager ha risposto: "sono favorevole alla revisione, meglio un contratto di lavoro a tempo indeterminato senza art.18 che i co.co.co".

A fianco di Scalfarotto, nella conferenza stampa, sedeva uno dei suoi sostenitori, Davide Corritore, amministratore delegato dell'istituto di ricerca SWG, che ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Milano e di volere prendere parte alle Primarie dell'Unione per il capoluogo lombardo. Corritore, che non ha citato alcun partito e quindi si è auto-candidato mettendosi in aspettativa dal lavoro, ha molto insistito "sulla partecipazione" delle persone alla politica. "Le Primarie potrebbero avere un successo clamoroso - ha detto -. Qui la Casa della Libertà ha negato l'accesso alla casa, che ha costi insostenibili, all'aria, che è irrespirabile, al luogo di lavoro". E propone politiche ad hoc per l'abitazione per chi è in stato di necessità e internet gratis. (ANSA).

19/10/2005 15:06
 
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SCALFAROTTO, IL CANDIDATO WEB «TRADITO» DALLA SOCIETÀ CIVILE
I sondaggi dei siti: arriverà terzo. Intellettuali e girotondi entusiasti


Il culmine fu raggiunto il 13 ottobre dal sondaggio del sito dei Girotondi: Romano Prodi 32%; Ivan Scalfarotto 28. E vai! Ma il crescendo rossiniano saliva da tempo. Scalfarotto candidato dei trentenni. Dei gay. Di Libertà&Giustizia. Degli intellettuali. Dell’antipolitica. In una parola: della società civile. Che esiste, eccome; però domenica era altrove, non banalmente al mare ma alle terme, in agriturismo, alla mostra sulla melanconia al Grand Palais, per tartufi sulle Langhe, ovunque ma non in coda ai gazebo. Peccato: era bello. La web-cena ritrasmessa da RadioTre. Il sito Internet, slogan «c’è qualcosa di nuovo oggi a sinistra». Il comizio virtuale in videoconferenza («una novità - spiega il comunicato dell’8 ottobre - per partecipare a un modo nuovo di concepire la politica e la comunicazione che il manager londinese ha lanciato»). La diretta di Nessuno Tv. I testimonial eccellenti, uomini di pensiero e di arti. «Penso che solo qualcosa di rivoluzionario potrebbe cambiare le cose. E che quel qualcosa di rivoluzionario oggi si concretizzi solo nell’idea di Ivan Scalfarotto presidente del Consiglio. Lo so che è un’idea impraticabile, ci mancherebbe: ma è vera». Firmato: Luca Sofri (più sfumato l’incoraggiamento del padre Adriano: «Appoggio il desiderio di partecipazione di Ivan Scalfarotto che è, mi pare, persona seria e sconosciuta, due buone condizioni per partecipare»). Il sostegno di Michele Serra, Sergio Staino, Elvira Sellerio, Ottavia Piccolo, Sandra Bonsanti, Giovanni De Mauro direttore di Internazionale , Franca Sciuto presidente di Rainforest Foundation. Il filosofo Aldo Masullo riconduceva il dibattito dal particolare al generale: «La candidatura Scalfarotto è opportuna e coraggiosa: sarebbe ora che i principi pesassero più delle cose empiriche».

Il poeta Gianni D’Elia votava Scalfarotto affinché «nell’atteggiamento politico entri la ragione poetica». Emanuele Macaluso lamentava l’assenza di altre novità. Alberto Arbasino dedicava alcune delle sue rare lettere ai giornali ai calembours sul cognome («paragonando Scalfarotto a Scalfari e Scalfaro, tornano in mente le prime volte di Kissinger a Roma. Chiedeva di vedere Moro e veniva ricevuto da Morlino. Allora domandava: is it a diminution ?»).

Chiacchiere? Macché. In tutti i sondaggi Scalfarotto era al terzo posto, davanti ai capipartito Mastella, Pecoraro Scanio, Di Pietro. Ancora meglio su Internet: Repubblica.it lo dava al 5, il Manifesto all’8; il sito Culturalclassic al 25, quello antiberlusconiano Johndoe addirittura primo con il 39. Nell’incertezza, domenica scorsa i leader dell’Ulivo se lo coccolavano sul palco di piazza del Popolo, la Melandri lo baciava sulla barba, lui cantava l’inno di Mameli con gli occhi chiusi e la mano sul cuore. Ultime notizie: un nipote di Prodi, Enrico Emanuele, figlio di suo fratello Giorgio, firma per Scalfarotto. Suo zio Romano, incuriosito, gli offre un aperitivo: «Tutti mi parlano bene di lei...». Alcuni circoli ulivisti consultano il Professore: «Servono voti per Scalfarotto?». «Non esageriamo», è la risposta. Il Cantiere, scosso ma non abbattuto dal fiasco alle Europee della lista Occhetto-Di Pietro-Pancho Pardi, indica tre candidati: niente Prodi; Bertinotti, Pecoraro e Scalfarotto. E poi l’appoggio degli omosessuali: scrive il sito Gay.it che «i più giovani sono attratti da Pecoraro, gli over 30 da Scalfarotto» (ma Imma Battaglia già tentata da Storace caccia due supporter dal Gay Village: «Scalfarotto pensa che basti dichiararsi omosessuale per sostenere le nostre lotte?»). L’autodefinizione, citata dal Giornale : «Un fungo champignon sbucato dal nulla della politica italiana». Le interviste: se fosse premier cosa direbbe a Bush? «Lo rimanderei al libro di Richard Florida, L’ascesa della classe creativa ...».

E gli attacchi. Emilio Fede ne storpia il cognome. Il Foglio lo definisce «capetto delle multinazionali addetto ai licenziamenti», i lettori prevedono che «in molti voteranno Scalfarotto che fa molto figo e originale». I Ds gli impediscono di raccogliere firme alle feste dell’Unità, il politologo Pasquino protesta, Mastella lo invita a Telese alla festa del Campanile, Chiti gli rilascia la patente di sincero democratico: «Scalfarotto è, non da ora, un uomo del centrosinistra». Prime dietrologie: perché l’ha fatto? A chi giova? Chi c’è dietro? Chi lo paga?

Ora che il fungo Scalfarotto ha preso un decimo dei voti di Mastella, si può serenamente rispondere: nessuno. Aveva ragione lui, quando diceva: «Mi finanzia il mio bancomat». La società civile si è volatilizzata, o forse ha semplicemente votato Prodi. I trentenni si sono confermati incapaci della solidarietà che lega le generazioni precedenti e successive, le quali infatti continueranno o cominceranno presto a comandarli. Eppure le cose su cui Scalfarotto aveva ragione erano molte. Perché l’Italia è davvero un Paese ingessato, in cui i giovani si rassegnano a «vite di ripiego», dove non solo per diventare registi o farmacisti ma anche per condurre Quark è bene essere figli di conduttori di Quark , e le energie nuove come direbbe il filosofo Masullo sono schiacciate dal «peso delle cose empiriche». Dev’essere andata così anche domenica: 0,6%.

19/10/2005 23:09
 
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Re: SCALFAROTTO, IL CANDIDATO WEB «TRADITO» DALLA SOCIETÀ CIVILE
serviva una vittoria forte di prodi!



20/10/2005 10:18
 
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Re: Re: SCALFAROTTO, IL CANDIDATO WEB «TRADITO» DALLA SOCIETÀ CIVILE

Scritto da: GayAbruzzo 19/10/2005 23.09
serviva una vittoria forte di prodi!



Aveva il 5 per cento nei sondaggi; adesso ha preso solo lo 0,6.

La sua sconfitta va ben oltre la "necessaria forte vittoria di Prodi".
20/10/2005 12:49
 
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Re: Re: Re: SCALFAROTTO, IL CANDIDATO WEB «TRADITO» DALLA SOCIETÀ CIVILE

Scritto da: zon@ venerdi 20/10/2005 10.18


Aveva il 5 per cento nei sondaggi; adesso ha preso solo lo 0,6.

La sua sconfitta va ben oltre la "necessaria forte vittoria di Prodi".


vabbè ma se in italia votano mastella...



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