Ruini riconfermato al vertice della Chiesa italiana
Benedetto XVI ha nominato per la quarta volta il porporato emiliano a Presidente della Conferenza Episcopale italiana. Stoppato sul nascere il dibattito sorto dopo la diffusione della lettera confidenziale del Nunzio in Italia ai Vescovi della penisola.
“Donec aliter provideatur”, letteralmente “fino a che non si provveda altrimenti”; questa la formula utilizzata da Benedetto XVI per la riconferma del Cardinale Camillo Ruini a Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Si potrebbe dire che anche nella Chiesa Cattolica è entrata in uso la prassi dei contratti a tempo determinato, ma le motivazioni che hanno spinto Papa Ratzinger a seguire questa procedura sono altre.
Innanzitutto il desiderio di spegnere sul nascere le voci, i dibattiti, sorti dopo la diffusione a mezzo stampa della lettera confidenziale inviata dal Nunzio in Italia a tutti i Vescovi per sondare eventuali indicazioni di nome sul dopo Ruini.
Il Porporato emiliano, Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, si trova quindi riconfermato per un quarto mandato; Ruini è infatti presidente della CEI da quindici anni e nei cinque anni precedenti la sua presidenza è stato segretario dell’organismo sotto la conduzione del Cardinale Poletti.
La Chiesa Italiana trova quindi confermato il suo leader in un momento sicuramente molto delicato viste le prossime elezioni politiche.
Ruini ha sicuramente un potere d’influenza sulla vita politica italiana dimostrato recentemente attraverso la sua convinta presa di posizione in occasione del referendum sulla fecondazione assistita; vanta ottimi rapporti con i leader del centrodestra, ma anche con le forze più moderate del centrosinistra, in primis con la Margherita di Francesco Rutelli, mentre sono in ricomposizione quelli con Romano Prodi con il quale esiste un antico rapporto, visto che il giovane coadiutore di Reggio Emilia benedì le nozze del Professore con la signora Flavia.
Negli anni in cui la balena bianca democristiana andava a scomparire Ruini è riuscito a traghettare la Chiesa italiana a un rapporto meno coinvolto direttamente nella vita politica del paese, non mancando però di far sentire la sua voce al riguardo dei temi più importanti come la scuola e la vita.
Le bacchettate da lui distribuite nelle varie prolusioni lette in occasione delle Assemblee CEI si sono ripartite equamente tra destra e sinistra.
Il Cardinale emiliano si sta avvicinando all’età pensionabile canonica dei settantacinque anni. A dimostrare l’attenzione del Papa a questo aspetto è la formula scelta, a tempo determinato.
Non si è lontani dal vero nell’immaginare la delusione dei Vescovi italiani nel vedere interrotta sul nascere la loro consultazione per il dopo Ruini.
I candidati alla successione sono sicuramente diversi; si fanno i nomi tra gli altri di Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova, di Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano oltre che di Angelo Scola, Patriarca di Venezia.
Ognuno di essi ha un diverso curriculum e esperienze, chi più curiale e vaticano, chi uomo di studi, chi pastorale.
Bisognerà osservare quale tra questi aspetti prevarrà il giorno del dopo Ruini.