Parla il padre che ha ucciso il figlio qualche giorno fa a Monza.
MILANO - «Sapevo da almeno dieci anni che mio figlio era omosessuale e la cosa non mi ha mai creato problemi». Flavio Vescovini, il direttore di banca 57enne in pensione che domenica ha ucciso con dodici colpi di pistola il figlio Gabriele, 29 anni, durante un litigio accetta di parlare e spiega di essere «allibito» per le dichiarazioni rilasciate da Franco Grillini. Giovedì il presidente onorario dell'Arcigay ha affermato che il giovane ucciso, Gabriele, sarebbe stato vittima di un delitto provocato dall'omofobia del padre. A scatenare le polemiche è stata soprattutto la scarcerazione del 57enne disposta dal gip Claudio Tranquillo. Decisione quest'ultima che ha spinto l'onorevole Franco Grillini a chiedere al ministro Clemente Mastella di fare chiarezza sulla decisione del gip.
«INCAPACE DI GESTIRE LA PROPRIA VITA» - «Il problema di mio figlio e della nostra famiglia - spiega Flavio Vescovini - non era la sua omosessualità ma la sua incapacità di gestire la propria vita. Era sempre pieno di debiti e più volte io stesso glieli avevo ripianati. Anche il suo viaggio in America era stato un tentativo, purtroppo fallito, di dare un nuovo ordine alla propria vita. Quando è tornato nessuno della famiglia voleva riaccoglierlo in casa: sono stato io a insistere perchè rientrasse in casa nostra».
ENESIMO FATALE LITIGIO - Vescovini ha confermato dunque che la causa dell'uccisione è nell'ennesimo alterco scoppiato domenica e causato dalle intemperanze di Gabriele. Sabato è previsto un sit-in davanti al Tribunale di Monza da parte dell'Arcigay, che ribadisce la tesi di Grillini del delitto a sfondo omofobo.
da corriere.it
Questa volta, è vero, l'omofobia non c'entra niente, anzi abbiamo di fronte un padre che sapeva da tempo che il figlio era gay.