Varsavia – Anche la Polonia ha la sua Stonewall.
Il Gay Pride, contro ogni aspettativa, ha sfilato, e sta ancora sfilando, per le vie della Capitale polacca anche se, per il secondo anno consecutivo, il sindaco di Varsavia Lech Kaczynski per questioni di decenza e pubblico decoro lo aveva vietato.
Avevano protestato, nei giorni scorsi, per evidente lesione del’art. 13 del trattato d Amsterdam, sia l’ILGA, le lega europea che riunisce le principali associazioni GLBT dei paesi dell’Unione Europea, che l’intergruppo gay e lesbico al Parlamento Europeo che aveva promosso un’interrogazione sull’argomento.
A dare man forte ai gay polacchi anche le associazioni gay Europee, i Socialisti e i Verdi tedeschi.
Il veto alla manifestazione sembrava comunque un ostacolo insormontabile.
Oggi, data scelta dagli organizzatori per la manifestazione, è accaduto ciò che nessuno alla vigilia si aspettava.
Gli organizzatori, in una conferenza stampa boicottata dai media polacchi, alle 10.30 di questa mattina hanno annunciato che avrebbero marciato comunque.
La primavera arcobaleno di Varsavia era appena incominciata.
Alle 12 davanti al Parlamento polacchi mille persone, tra gay lesbiche e simpatizzanti, si sono riunite e hanno incominciato a scandire slogan tra lo sventolio di bandiere arcobaleno e bandiere europee. Il primo Gay pride polacco, in barba ad ogni divieto, aveva proso il via.
Poco dopo, sempre davanti al Parlamento polacco si è riunita una contro manifestazioni antigay con cartelli come “Abbasso la propaganda omosessuale” e ancora “Vogliamo i nostri valori tradizionali” e hanno incominciato un lancio di uova che ha colpito anche il capo della delegazione di gay italiani Renato Sabbadini, responsabile esteri di Arcigay nota associazione di gay e lesbiche italiani, presente in piazza.
La tensione era palpabile e un cordone di polizia ha separato i due gruppi di manifestanti.
Mentre il gruppo di gay e lesbiche accorsi in piazza, complice il passaparola, cresceva, la Polizia ha invitato il gruppo omofobo a non lanciare slogan aggressivi contro i gay.
È giunta in piazza, tra lo stupore dei manifestanti, la vice prima ministro polacca che ha dato il via al corteo.
Due manifestazioni parallele, da una parte gli antigay che lungo il percorso si sono sfilacciati, hanno incominciato a percorrere la Capitale.
“Oggi a Polonia è entrata a pieno titolo in Europa, la folla accorsa guarda con curiosità e simpatia al questo Gay pride”, commenta emozionato Renato Sabadini, responsabile esteri di Arcigay, presente al primo Gay pride polacco : “Per il movimento gay polacco – continua - è un grande giorno perché l’anno scorso le proteste internazionali non hanno avuto seguito.
Quest’anno si è rotto il circolo del divieto. Di qui in avanti avremo i Gay pride anche in Polonia. Sto assistendo ad una rivoluzione…”.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=32663