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Chiesa contro Ds e Radicali: dopo referendum cancellata loro egemonia culturale

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2005 15:34
14/06/2005 15:34
 
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Roma, 13 giu. (Adnkronos) - ''L'antica egemonia culturale di radicali e diessini non esiste piu', l'assioma modernizzazione=secolarizzazione si e' rivelato falso, la rovente campagna elettorale promossa dal comitato per il ''Si''' non ha raggiunto lo scopo. Non solo: si registra un'ampia convergenza, una rinnovata unita' del mondo cattolico italiano, che ha rotto gli schemi tradizionali; inoltre il risultato del referendum dimostra che le ragioni della scienza possono accompagnarsi al criterio del rispetto della vita dal suo concepimento al termine naturale''. La prima reazione ufficiale della Chiesa italiana arriva dal Sir, l'agenzia stampa dei vescovi italiani, che in una nota ufficiale diffusa questo pomeriggio elenca le ragioni della soddisfazione della Chiesa italiana.''Emerge in particolare - si legge nella nota del Sir - la corposa realta' di un'astensione consapevole e mirata. Sulla scelta del mondo cattolico, mai come in questa occasione propositivo e coeso, si e' realizzata una spontanea e larghissima convergenza. E questo e' tanto piu' significativo di fronte a una campagna elettorale rovente in cui il Comitato per il ''si''', promosso da radicali e diessini, aveva esplicitamente evocato il filo rosso di una antica egemonia culturale, trovando su questo vecchi e nuovi compagni di viaggio. In questo quadro abbiamo assistito in queste ultime settimane a una sorta di trionfo del politicamente corretto: dai grandi organi di stampa a un certo mondo dello spettacolo, a politici di vecchio e nuovo corso.E invece no: e qui c'e' il punto"

''Chi ha voluto il referendum -proseguono i vescovi- per riaffermare un vecchio orizzonte culturale tipico del secolo scorso, che si basava tra l'altro sul vecchio (e gia' falsificato) assioma modernizzazione=secolarizzazione, si e' trovato improvvisamente solo''. Nell'affluenza al voto ferma al 25,9% viene letto un successo che va ben oltre l'astensionismo fisiologico che caratterizza ogni tornata elettorale e referendaria.

''L'opinione pubblica del Paese (e in concreto i cittadini elettori) - spiega ancora il comunicato dell'agenzia dei vescovi - hanno percepito una sensazione di vuoto, hanno colto non solo il merito dei problemi, ma la 'questione antropologica' sottostante, hanno espresso insomma un'esigenza di autenticita' e di chiarezza. Che molti giovani condividono esplicitamente, come non e' difficile rilevare''.

Dal voto arrivano due messaggi: il primo e' dato dalla possibilita' di costruire ampie alleanze culturali e politiche ''in nome della vita e della ricerca dimostrando in concreto che le ragioni del progresso scientifico non sono in contrasto, ma presuppongono il rispetto della vita 'dal concepimento al suo termine naturale' e il quadro etico che ne consegue''.

Lo scorso 29 maggio Ratzinger disse chiaramente di ''essere vicino'' ai vescovi italiani impegnati nella battaglia referendaria, e poi, di nuovo, il 6 giugno, intervenendo al convegno della diocesi di Roma sulla famiglia spiego' ''quanto sia contrario all'amore umano, alla vocazione profonda dell'uomo e della donna, chiudere sistematicamente la propria unione al dono della vita, e ancora piu' sopprimere o manomettere la vita che nasce''. Parole pesanti accompagnate da giudizi duri sulle coppie di fatto, le unioni gay, l'aborto. E' stato lo stesso Ruini, chiudendo il convegno giovedi' scorso, a ricordare che la Chiesa ''vuole illuminare, non forzare le coscienze''.

Eppure, ricordo' il cardinale, ''non siamo noi ad aver voluto il referendum, non siamo e non saremo noi ad esacerbare i contrasti e le contrapposizioni; non vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle; non siamo contro nessuno, lavoriamo invece per qualcuno: per la vita umana nascente, certo, e per i figli che hanno diritto a conoscere i propri genitori, ma anche per le donne e gli uomini di oggi e di domani, che devono sempre essere considerati e trattati come persone e non come prodotto di laboratorio o oggetto di sperimentazione, e che anche nel loro giusto desiderio di essere genitori vanno aiutati a non dimenticare che il figlio rimane sempre, prima che una propria soddisfazione, una persona da accogliere in dono''.

E' la nuova linea interventista della Chiesa che sentendo di essere diventata minoranza nelle societa' occidentali, vuole ridisegnare l'identita' cristiana e il proprio ruolo pubblico attraverso una riaffermazione dei propri principi morali e di una visione forte del mondo, della vita, dei rapporti fra uomini e donne, della fede. In questo scontro il cardinale ha tessuto pazientemente una tela che ha portato dalla sua parte gran parte dei vescovi italiani, e ha riunito, dopo gli anni delle contrapposizioni ideologiche, le grandi organizzazioni del laicato cattolico.

Cosi' il Forum delle famiglie, Comunione e liberazione, Comunita' di Sant'Egidio, Cisl, volontariato cattolico, Focolarini, Legionari di Cristo e movimenti neocatecumenali, si sono ritrovati tutti insieme sotto le bandiere dell'astensione. Certo tutto questo non cancella le statistiche che continuano a descrivere un calo progressivo della partecipazione alla messa da parte dei fedeli o la difficolta' a far nascere nuove vocazioni, tuttavia e' indubbio che si e' aperta la stagione di una nuova unita' dei cattolici italiani.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=32691
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