E il Vaticano poteva stare a guardare? NOOOO
Pollice verso dell'Osservatore Romano alla versione soft delle unioni civili, prospettata da Romano Prodi, Francesco Rutelli e Piero Fassino. Il giornale vaticano attacca a fondo, denunciando tentativi ostinati di "scardinare la famiglia".
Non è bastato che venisse messo in soffitta il termine "Pacs" né che persino Giuliano Pisapia di Rifondazione comunista abbia chiarito (come riconosce lo stesso Osservatore) che la scelta "non ha nulla a che fare con i matrimoni o forme paramatrimoniali". Oltretevere dà comunque fastidio che si voglia arrivare "al riconoscimento da parte dello Stato di differenti forme di convivenza".
"Si sente a questo punto il dovere, oltre che l'esigenza - sottolinea il giornale della Santa Sede - di ribadire l'assoluta contrarietà a false concezioni del matrimonio e della famiglia, che non rispettino il progetto originario di Dio". E, in crescendo, arriva un'altra sciabolata: "Si chiamino coppie di fatto, Pacs, unioni civili e via così in un vuoto esercizio di fantasia, la realtà è una sola: si cammina ostinatamente verso lo scardinamento della famiglia, deformandone l'autentica concezione e la sola ragione d'essere".
L'Osservatore se la prende anche con quei cattolici che hanno deciso di militare a sinistra. "Qualcuno, cattolico secondo i suoi personali parametri - scrive il giornale vaticano - ha ritenuto nei giorni scorsi di sorvolare sui precedenti interventi dell'Osservatore Romano, liquidandoli come obsoleti". Si tratta di "cattocomunisti", suona la definizione sprezzante del giornale, e nei corridoi vaticani si afferma che la frecciata è indirizzata al senatore ds Giorgio Tonini, già presidente della Fuci.
E' evidente che in questa corsa continua da parte ecclesiastica a condannare e cancellare qualsiasi termine ("patto" non va bene, "contratto" non va bene, "unione" non va bene), i fautori di una regolamentazione pubblica delle coppie di fatto non potranno che arretrare sino a quando non si attesteranno sulla stessa linea di semplicità, chiarezza e determinazione, che ha portato alla legge sul divorzio.
Anche l'Avvenire, giornale dell'episcopato, continua a lavorare ai fianchi l'Unione. Pur riservandosi di leggere le future proposte, il quotidiano della Cei esprime in un suo corsivo "turbamento" e opposizione all'idea che vengano concessi "diritti privati e pubblici" alle coppie di fatto. La contrarietà è netta e rispecchia la linea dettata mesi fa dal cardinale Ruini: "E' molto difficile - scrive l'Avvenire - attribuire rilevanza pubblicistica a impegni di natura indefinita e volutamente labile". Il corsivo conclude con una frase vagamente minacciosa: "Davvero questo è lavorare per il futuro e attirare consenso?".
Mentre la gerarchia ecclesiastica interviene quotidianamente nei dettagli specifici di ciò che il Parlamento dovrà discutere, prosegue la campagna contro la presunta esclusione del cristianesimo dalla vita civile. "Una società che volesse escludere o solo emarginare il cristianesimo sarebbe per ciò stesso destinata ad un'inevitabile distruzione", ha ribadito ancora una volta il rettore della Lateranense monsignor Rino Fisichella durante un convegno sul Concilio.
oh ma che vogliono ancora??? che palle