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GIORNATA STORICA: Unioni civili nel programma di Prodi

Ultimo Aggiornamento: 07/12/2005 08:42
02/12/2005 18:40
 
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Care compagne e cari compagni,



ieri sera la mia fidanzata mi ha chiamato dicendomi che un suo amico è morto e che il suo compagno, con il quale conviveva da 15 anni, è stato cacciato di casa dalla sorella. E mi ha detto: “Paola, per favore, fai qualcosa!”. Che posso fare io? Che possiamo fare NOI?



Bersani ieri nella sua bella relazione forse per una distrazione, forse per esigenze di tempo, forse per una cultura politica che fa ancora fatica ad affermarsi in questo partito – come ha rilevato l’Arcigay – non ha elencato tra le priorità programmatiche dei DS la proposta sul Patto Civile di Solidarietà, che pure è tra i temi più discussi negli ultimi mesi nell’opinione pubblica italiana.



Non vogliamo essere prevenuti, ma nelle ultime settimane più volte abbiamo sentito dirigenti autorevoli del nostro partito affermare nella modalità comunicativa molto semplificatoria alla Celentano che “il matrimonio gay è lento”. Noi che pure proponiamo una cosa diversa dal matrimonio, riteniamo che dire queste cose altro non è che un’offesa alla dignità delle lesbiche e dei gay del nostro paese.



La proposta sul PACS, frutto generoso del lavoro ventennale del movimento omosessuale italiano, REGALATA ai Democratici di Sinistra e fatta propria da questo partito, fino al punto di costruire su di essa una campagna di comunicazione, oggi che siamo al dunque della discussione sul programma di governo, che fine fa?



Grazie al lavoro di GAYLEFT al Congresso Nazionale era stato votato all’unanimità un ordine del giorno che impegnava questo partito a fare di questo tema uno dei temi prioritari della campagna elettorale. Grazie al lavoro responsabile dei gay e delle lesbiche del nostro partito nel mese di settembre siamo riusciti a far pronunciare Romano Prodi a favore di questa proposta. Ora non vorremmo che i frutti di questo lavoro li raccogliesse qualcun altro.



E’ vero che dobbiamo mantenere i voti dei cattolici, ma come facciamo a mantenere i voti dell’area laica e libertaria di questo Paese quando altre forze politiche come i socialisti e i radicali si stanno impossessando di una proposta che è NOSTRA?



C’è un solo modo per farlo. Noi non vi chiediamo di avere lo stesso coraggio di Zapatero che ha fatto approvare i matrimoni gay, ma almeno di avere la stessa moderazione dei Popolari e dei vescovi spagnoli che hanno proposto il Patto Civile di Solidarietà.



Noi vorremmo che questa Conferenza Programmatica tributasse al coraggio di Adele Parrillo, vedova di Nassirja esclusa a forza e trascinata fuori da quel contesto così simbolico della consegna delle medaglie alla memoria dei nostri caduti in quell’attentato, nonché a tutti i fantasmi conviventi di questa società l’onore dell’esistenza e il diritto di cittadinanza.



Quante altre Adele Parrillo ci sono in questo Paese? Quante umiliazioni devono ancora subire i rapporti d’amore, d’affetto e di solidarietà che sono riconosciuti dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione?



Noi che a differenza del centrodestra vogliamo ascoltare e dare risposte alla vita vera delle persone, a quella vita che Michael Cunningham dice di essere “Carne e sangue”, non ci possiamo permettere di distrarci, perché la distrazione o anche solo la semplice omissione di questi temi dalle relazioni dei nostri dirigenti e dai nostri documenti sarebbe colpevole.



Care compagne e compagni, ieri PERSINO la Corte Costituzionale del Sudafrica, un Paese che fino a non molti anni fa viveva nell’apartheid, ha intimato al Governo di quel Paese di regolarizzare entro un anno i matrimoni tra persone omosessuali. Stiamo parlando di una giovane democrazia uscita da poco da un orribile regime razzista.



Ma è mai possibile che la sinistra riformista di questo Paese non riesca a rivendicare con coraggio e determinazione ALMENO i Patti Civili di Solidarietà?



Questa non è una battaglia avulsa dalla nostra storia. Ed è per questo che proporremo nella prossima assemblea che la nostra Consulta venga dedicata a “Nilde Jotti”, in memoria della più autorevole dirigente donna di questo partito che per prima ha firmato una proposta di legge sulle unioni civili.



Care compagne e cari compagni, chiudo facendo un appello:

se è vero che tutte e tutti vogliamo rendere migliore questa società, più giusta, più libera,

vi chiedo di IMPARARE ad ascoltare, a guardare E a VIVERE l’omosessualità COME UNA CONDIZIONE NORMALE DELLA VITA…



PERCHE’ FARE QUESTO DA UN SENSO CONCRETO AL NOSTRO ESSERE UNA SINISTRA MODERNA CHE GUARDA ALL’ALTEZZA DEGLI OCCHI I CITTADINI E LE CITTADINE DI QUESTO PAESE.
02/12/2005 18:44
 
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02/12/2005 18:59
 
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Re:

Scritto da: GayAbruzzo 02/12/2005 18.44
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...ma io non avevo dubbi che i ds fossero pro-pacs; era la margherita sinceramente che mi preoccupava ...
06/12/2005 12:01
 
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"Non si chiameranno pacs, ma una soluzione legislativa alle unioni civili, alle cosiddette coppie di fatto, ci sarà nel programma dell'Unione".

Ad annunciarlo è stato lo stesso Romano Prodi in una breve pausa dei lavori del 'conclave' programmatico del centrosinistra.

"Senza specificare il nome - ha spiegato il professore - c'è un accordo sulle unioni civili per stabilire diritti privati e pubbllici".

L'intesa raggiunta è "unitaria".

"Non è stato usato volutamente il termine pacs - ha aggiunto - per evitare tutte le polemiche e gli equivoci che ci sono stati fino ad ora".

E' l'inizio della svolta? [SM=x432718] [SM=x432718]



06/12/2005 12:02
 
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GAYLEFT esprime soddisfazione per la decisione dell'Unione


GAYLEFT esprime grande soddisfazione e gioia per la notizia dell’accordo unitario al Tavolo programmatico dell’Unione, annunciato poco fa da Romano Prodi, sulla regolamentazione dei diritti pubblici e privati delle unioni civili. L’annuncio di Prodi rappresenta l’esito felice di una battaglia politica condotta da molti di noi negli ultimi anni dentro al centrosinistra e conferma l’impegno di tutta l’Unione ad affrontare i temi etici nel rispetto del principio della laicità dello Stato. Finalmente le coppie omosessuali italiane possono tornare a sperare di poter vivere in un paese fino in fondo europeo dove potranno essere rimossi tutti gli ostacoli e le discriminazioni che hanno finora impedito loro di essere cittadini a tutti gli effetti.

[SM=x432734]

[Modificato da GayAbruzzo 06/12/2005 12.03]




07/12/2005 08:42
 
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E il Vaticano poteva stare a guardare? NOOOO
Pollice verso dell'Osservatore Romano alla versione soft delle unioni civili, prospettata da Romano Prodi, Francesco Rutelli e Piero Fassino. Il giornale vaticano attacca a fondo, denunciando tentativi ostinati di "scardinare la famiglia".

Non è bastato che venisse messo in soffitta il termine "Pacs" né che persino Giuliano Pisapia di Rifondazione comunista abbia chiarito (come riconosce lo stesso Osservatore) che la scelta "non ha nulla a che fare con i matrimoni o forme paramatrimoniali". Oltretevere dà comunque fastidio che si voglia arrivare "al riconoscimento da parte dello Stato di differenti forme di convivenza".

"Si sente a questo punto il dovere, oltre che l'esigenza - sottolinea il giornale della Santa Sede - di ribadire l'assoluta contrarietà a false concezioni del matrimonio e della famiglia, che non rispettino il progetto originario di Dio". E, in crescendo, arriva un'altra sciabolata: "Si chiamino coppie di fatto, Pacs, unioni civili e via così in un vuoto esercizio di fantasia, la realtà è una sola: si cammina ostinatamente verso lo scardinamento della famiglia, deformandone l'autentica concezione e la sola ragione d'essere".

L'Osservatore se la prende anche con quei cattolici che hanno deciso di militare a sinistra. "Qualcuno, cattolico secondo i suoi personali parametri - scrive il giornale vaticano - ha ritenuto nei giorni scorsi di sorvolare sui precedenti interventi dell'Osservatore Romano, liquidandoli come obsoleti". Si tratta di "cattocomunisti", suona la definizione sprezzante del giornale, e nei corridoi vaticani si afferma che la frecciata è indirizzata al senatore ds Giorgio Tonini, già presidente della Fuci.

E' evidente che in questa corsa continua da parte ecclesiastica a condannare e cancellare qualsiasi termine ("patto" non va bene, "contratto" non va bene, "unione" non va bene), i fautori di una regolamentazione pubblica delle coppie di fatto non potranno che arretrare sino a quando non si attesteranno sulla stessa linea di semplicità, chiarezza e determinazione, che ha portato alla legge sul divorzio.

Anche l'Avvenire, giornale dell'episcopato, continua a lavorare ai fianchi l'Unione. Pur riservandosi di leggere le future proposte, il quotidiano della Cei esprime in un suo corsivo "turbamento" e opposizione all'idea che vengano concessi "diritti privati e pubblici" alle coppie di fatto. La contrarietà è netta e rispecchia la linea dettata mesi fa dal cardinale Ruini: "E' molto difficile - scrive l'Avvenire - attribuire rilevanza pubblicistica a impegni di natura indefinita e volutamente labile". Il corsivo conclude con una frase vagamente minacciosa: "Davvero questo è lavorare per il futuro e attirare consenso?".

Mentre la gerarchia ecclesiastica interviene quotidianamente nei dettagli specifici di ciò che il Parlamento dovrà discutere, prosegue la campagna contro la presunta esclusione del cristianesimo dalla vita civile. "Una società che volesse escludere o solo emarginare il cristianesimo sarebbe per ciò stesso destinata ad un'inevitabile distruzione", ha ribadito ancora una volta il rettore della Lateranense monsignor Rino Fisichella durante un convegno sul Concilio.

oh ma che vogliono ancora??? che palle [SM=x432719] [SM=x432719] [SM=x432719] [SM=x432719] [SM=x432719] [SM=x432719]



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