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Padova: Margherita, niente mozione sui Pacs

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2005 16:27
16/12/2005 11:12
 
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Il partito di Rutelli si mette di traverso: rinviata la mozione. "Ne discute prima il parlamento". Rifondazione all'attacco.

E’ la parola rinvio ad agitare le acque in casa della Margherita padovana. La causa è nota: la mozione sui diritti per le unioni civili che il consigliere comunale Ds Alessandro Zan, presidente Veneto di Arcigay e responsabile nazionale promozione dei Pacs (patti civili di solidarietà), avrebbe dovuto presentare in consiglio comunale lunedì prossimo. La linea politica tenuta dell’onorevole Andrea Colasio e dal vicesindaco Claudio Sinigaglia è la medesima («se ne occupi prima il parlamento»). Le divergenze, tuttavia, emergono sui contenuti della proposta, mal digeriti da alcuni componenti della Margherita.

Che l’argomento metta alla prova l’omogeneità della coalizione del governo locale non c’è dubbio, sebbene pare non ci sia all’orizzonte alcuno strappo. Ci pensano però Giuliana Beltrame consigliere comunale indipendente di Rifondazione e l’assessore alla Casa Daniela Ruffini a testarne la tenuta. «La presa di posizione della Margherita padovana ci sembra francamente penosa e imbarazzante - scrivono in una lettera congiunta - Come si fa a parlare di “problema personale di Zan” quando sono migliaia le coppie di fatto che anche nella nostra città, per necessità o per scelta, convivono? E’ da mesi oramai che si sta discutendo di adottare una chiara scelta in merito al riconoscimento della pari dignità nell’unione delle persone: prima dell’estate la Margherita aveva chiesto una pausa di riflessione sono passati sei mesi e malgrado la chiara presa di posizione di Prodi e dell’Unione, la Margherita padovana chiede tempo». Rincara la dose Giampiero Avruscio, consigliere di Forza Italia, che tenta di inserirsi come un cuneo fra Margherita e Ds.

«Cosa intendono i Ds per coppie di fatto? - chiede - E’ scritto nella loro proposta: “due persone legate da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno e aventi dimora abituale a Padova”. Si sa che la città di Padova è affollata da persone che rispondono ai suddetti requisiti: studenti, amici, religiosi/e che vivono in appartamento. Non sono forse tutte persone, maschi o femmine che siano, che possono essere legati da un vincolo affettivo? Equiparare per esempio nel diritto ai mutui agevolati o al “buono casa” due studenti-amici alla famiglia tradizionale, cosa c’entra con le coppie di fatto? Risultano evidenti alcune contraddizioni. La verità è che la mozione dei Ds così concepita è servita solo ad alimentare le promesse non mantenute verso il popolo delle associazioni gay». Getta acqua sul fuoco Colasio: «La mozione di Zan non è presentabile per una questione di metodo - spiega - Gli accordi nazionali di Perugia sono stati sottoscritti sia da Margherita che dai Ds, dunque non c’è alcuna visione divergente. Tuttavia, la questione non va risolta con una mozione locale. Pensare di imporre una propria visione significa non aver capito che certe questioni vanno risolte tutti insieme. Sulle coppie di fatto non si può procedere unilateralmente». Allineato con la visione di Colasio anche il vicesindaco Claudio Sinigaglia. Con una sostanziale differenza: prima la famiglia tradizionale. «Anzi, no - precisa - la famiglia senza tradizionale, perché la famiglia è una sola. Dobbiamo avere più attenzione verso genitori e figli. Il Registro per ora non ci convince. Semmai la questione va dibattuta a livello nazionale. Non c’è alcuna discrimazione in tutto questo».
18/12/2005 01:04
 
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COPPIE DI FATTO. PADOVA DIVENTA UN CASO NAZIONALE.
Ultimatum del deputato diessino Ruzzante: se la Margherita non cede sarà necessario l'intervento di Romano Prodi


A volte anche l’Ulivo sembra una coppia di fatto, dove sinistra e centristi alternano slanci d’affetto a sonore litigate. Capita così che l’istituzione del controverso Registro delle unioni civili - primo firmatario il consigliere diessino e gay Alessandro Zan - incontri l’altolà della Margherita: «Non è una priorità del Comune di Padova e noi siamo contrari a un registro privo di senso e di valore giuridico» dichiara il capogruppo Antonino Pipitone; «No alle iniziative che riguardano pochi» fa eco il senatore Paolo Giaretta «I problemi di tutti sono la famiglia. Poi, senza giudizi di valore, ci sono gli altri». Un «primato costituzionale», quello della famiglia fondata sul patrimonio, ribadito non più tardi di ieri dai consiglieri Gianni Berno e Giorgio Noventa.

In tale situazione il voto del consiglio comunale - rinviato sine die dopo vani tentativi di mediazione - rischia di sancire una frattura verticale nell’Unione: Ds, socialisti e rossoverdi schierati per il sì; Margherita contraria in sintonia con la Casa delle Libertà. «Siamo oltre ogni limite» è il commento di Piero Ruzzante, deputato della Quercia schieratissimo sul fronte dei diritti civili «Io comprendo le differenze di sensibilità ma è sconcertante che a Padova, e solo a Padova, la Margherita accenda una polemica su un obiettivo, la tutela giuridica delle coppie di fatto, già accolto dal programma di Romano Prodi e sottoscritto da Francesco Rutelli. Non capisco questa analogia di toni rispetto alla destra, tanto più dopo le accorate parole di Giaretta che ha invitato, proprio dalle colonne del mattino, a non mortificare le aspettative di migliaia di cittadini padovani che condividono, magari da anni, un rapporto di amore, affetto e solidarietà».

Il parlamentare, molto vicino a Zan nei mesi non facili che precedettero il Padova Pride, sottolinea l’equilibrio che ha ispirato l’azione del giovane esponente diessino: «Il percorso personale di Zan avrebbe potuto spingerlo verso una linea analoga a quella di Zapatero e Blair, invece la ricerca del dialogo e la volontà di costruire anziché dividere, l’ha spinto alla moderazione. Il Registro mira al riconoscimento, anche simbolico, di una situazione in crescita esponenziale sia tra i giovani che tra gli anziani. E’ un progetto di civiltà non uno scontro ideologico. In proposito mi piace sottolineare l’assenza di ogni tono aggressivo da parte, e nei confronti, della Diocesi nonostante i maldestri tentativi di interferenza da parte del centrodestra».

Ma le distanze restano e anche nella Quercia c’è chi storce il naso alla prospettiva di incrinare la maggioranza... «La mia proposta, dopo il ritiro della mozione, è un ordine del giorno unitario del centrosinistra che impegni il prossimo Governo dell’Ulivo a legiferare in favore delle unioni civili in materia sanitaria, previdenziale e di successione. Se la Margherita padovana si dichiarasse indisponibile anche a questo passo, scegliendo una posizione di retroguardia, allora si aprirebbe un caso politico nazionale e l’intervento di Prodi diventerebbe inevitabile».

Toni ultimativi che non piaceranno ai centristi cattolici... «Tutt’altro, è il tentativo di ricucire una collaborazione fondata sui valori non sulle piccole furbizie. In dieci anni non ho mai espresso una critica nei confronti degli alleati ma stavolta è una questione di coscienza: a Padova ci sono moltissime persone - diverse per sesso condizioni ed età - che attendono di essere protette e tutelate nei loro diritti elementari. E’ una battaglia giusta e sono pronto a combatterla, anche da solo».
19/12/2005 06:01
 
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L'assessore all'Istruzione Claudio Piron, Margherita, bolla così il Registro sulle coppie di fatto che vorrebbero i Ds
«Pensiamo prima alle famiglie»


E il consigliere Berno: «Se presentassero una mozione su questo piano voteremmo contro»

La vicenda dell'istituzione del Registro delle Coppie di fatto di cui primo propositore è il consigliere diessino Alessandro Zan (uno degli organizzatori del gay pride) rischia di essere il solo argomento sul quale lo straordinario accordo manifestato finora dal centrosinistra potrebbe incrinarsi. Non è un mistero infatti che da mesi una parte del centrosinistra, Ds in primis, ma anche Sdi, Rifondazione, Verdi e "Padova per Padova" spinge per la presentazione in consiglio di una mozione che sancisca garanzie giuridiche per le coppie di fatto, soprattutto dunque per le coppie omosessuali. Ma i centristi, ovvero la Margherita, frenano, più attenti ad un'idea più tradizionale di famiglia, sulla quale, dicono, è strutturata la società italiana.
Il documento doveva essere presentato in consiglio comunale nell'estate scorsa. Il 18 luglio venne depositato all'Ufficio di presidenza. Ma la sua discussine è stata sempre rimandata, prima a dopo l'estate, e ora all'anno prossimo. Non mancano nel frattempo le polemiche con alcuni esponenti dei Ds come il deputato Ruzzante che spingono perché l'Unione di Padova voti il Registro. Ma la Margherita ha le idee chiare e non sono assolutamente su questo piano. Parla l'assessore alla Pubblica Istruzione, Claudio Piron, ex presidente delle Acli.

«Io credo che ci sia un equivoco sul metodo e sulla sostanza della discussione - comincia - su temi così delicati che riguardano il rispetto della persona credo che un parlamentare dovrebbe sapere quali sono i tavoli e le persone da contattare. Così si fa politica, altrimenti si fa solo propaganda elettorale. Per quanto riguarda il merito la Margherita ha affrontato questa problematica senza preclusioni studiando la situazione da questa estate con i consiglieri Berno e Noventa. Il risultato è che i Comuni non hanno nessuno strumento giuridico per sostenere i diritti delle coppie di fatto. Possiamo solo impegnare il Palramento a farlo. E se questo governo se n'è fregato fino ad ora possiamo pensare di farlo col prossimo. Ecco, questa è una strada, non perorare una causa che fra l'altro non era ai primi punti della campagna elettorale che ha fatto vincere il centrosinistra. Non solo: dobbiamo tenere presente il rispetto che dobbiamo alle decine di migliaia di famiglie che si sono assunte responsabilità morali e civili sposandosi e mettendo al mondo dei figli e che oggi hanno più oneri che onori. E queste sono la stragrande maggioranza e ci chiedono aiuto perché non hanno un asilo nido, perché non c'è sufficiente assistenza agli anziani non autosufficienti, perché mancano i servizi sociali. Ecco, distinguiamo le situazioni, dando a ciascuna il peso che ha. Perché se il registro non è supportato da una legge nazionale, poi non serve. A Pisa dove lo hanno da qualche anno si sono iscritte 40 persone, significa che così con funziona e che la questione va risolta in Parlamento».

«Sono contento che i Ds abbiano ritirato la mozione sull'istituzione del Registro delle coppie di fatto che si sarebbe dovuta discutere lunedì in consiglio, perché noi avremmo votato contro» continua Gianni Berno. «Siamo favorevoli invece a redarre un documento che sulla falsariga di quello sottoscritto da Prodi e Rutelli, fissando il principio che il primato va alla famiglia identifichi diritti e doveri anche delle coppie di fatto. Come vede non ci sono preclusioni, ma il tema andrà approfondito col nuovo parlamento».
19/12/2005 16:26
 
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PADOVA. MARGHERITA CONTRO IL REGISTRO, MA DISPONIBILE SULLE UNIONI CIVILI
Forse un documento sulle unioni civili votato dal consiglio comunale.

La vicenda dell'istituzione del Registro delle Coppie di fatto di cui primo propositore è il consigliere diessino Alessandro Zan (uno degli organizzatori del gay pride) rischia di essere il solo argomento sul quale lo straordinario accordo manifestato finora dal centrosinistra potrebbe incrinarsi. Non è un mistero infatti che da mesi una parte del centrosinistra, Ds in primis, ma anche Sdi, Rifondazione, Verdi e "Padova per Padova" spinge per la presentazione in consiglio di una mozione che sancisca garanzie giuridiche per le coppie di fatto, soprattutto dunque per le coppie omosessuali. Ma i centristi, ovvero la Margherita, frenano, più attenti ad un'idea più tradizionale di famiglia, sulla quale, dicono, è strutturata la società italiana.

Il documento doveva essere presentato in consiglio comunale nell'estate scorsa. Il 18 luglio venne depositato all'Ufficio di presidenza. Ma la sua discussine è stata sempre rimandata, prima a dopo l'estate, e ora all'anno prossimo. Non mancano nel frattempo le polemiche con alcuni esponenti dei Ds come il deputato Ruzzante che spingono perché l'Unione di Padova voti il Registro. Ma la Margherita ha le idee chiare e non sono assolutamente su questo piano. Parla l'assessore alla Pubblica Istruzione, Claudio Piron, ex presidente delle Acli.



«Io credo che ci sia un equivoco sul metodo e sulla sostanza della discussione - comincia - su temi così delicati che riguardano il rispetto della persona credo che un parlamentare dovrebbe sapere quali sono i tavoli e le persone da contattare. Così si fa politica, altrimenti si fa solo propaganda elettorale. Per quanto riguarda il merito la Margherita ha affrontato questa problematica senza preclusioni studiando la situazione da questa estate con i consiglieri Berno e Noventa. Il risultato è che i Comuni non hanno nessuno strumento giuridico per sostenere i diritti delle coppie di fatto. Possiamo solo impegnare il Palramento a farlo. E se questo governo se n'è fregato fino ad ora possiamo pensare di farlo col prossimo. Ecco, questa è una strada, non perorare una causa che fra l'altro non era ai primi punti della campagna elettorale che ha fatto vincere il centrosinistra. Non solo: dobbiamo tenere presente il rispetto che dobbiamo alle decine di migliaia di famiglie che si sono assunte responsabilità morali e civili sposandosi e mettendo al mondo dei figli e che oggi hanno più oneri che onori. E queste sono la stragrande maggioranza e ci chiedono aiuto perché non hanno un asilo nido, perché non c'è sufficiente assistenza agli anziani non autosufficienti, perché mancano i servizi sociali. Ecco, distinguiamo le situazioni, dando a ciascuna il peso che ha. Perché se il registro non è supportato da una legge nazionale, poi non serve. A Pisa dove lo hanno da qualche anno si sono iscritte 40 persone, significa che così con funziona e che la questione va risolta in Parlamento».



«Sono contento che i Ds abbiano ritirato la mozione sull'istituzione del Registro delle coppie di fatto che si sarebbe dovuta discutere lunedì in consiglio, perché noi avremmo votato contro» continua Gianni Berno. «Siamo favorevoli invece a redarre un documento che sulla falsariga di quello sottoscritto da Prodi e Rutelli, fissando il principio che il primato va alla famiglia identifichi diritti e doveri anche delle coppie di fatto. Come vede non ci sono preclusioni, ma il tema andrà approfondito col nuovo parlamento».
19/12/2005 16:27
 
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Cos'è?

La vicenda dell'Istituzione del Registro delle Coppie di fatto si trascina ormai da un anno. «Il registro darebbe il giusto riconoscimento a migliaia di persone che vivono nella nostra città e che meritano attenzione e tutela». dice Zan. Al Registro potranno iscriversi due persone legate da vincoli affettivi coabitanti da almeno un anno nel Comune. Potranno accedere a benefici e servizi di competenza comunali come le graduatorie per le case popolari. Se viene meno la coabitazione o la dimora nel Comune o la reciproca assistenza avverrà la cancellazione. «Noi non abbiamo preclusioni - sostiene Gianni Berno - ma la politica e l'amministrazione pubblica si devono far carico di un progetto più organico e ampio di interventi e servizi per le famiglie».
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