Ilaria D'Amico in un talk show in prima serata su La7
«È un talk show, ma non è un talk show, è un programma di inchieste, ma non è un programma di inchieste».
Gioca con le parole Ilaria D’Amico, volto del calcio su Sky e ora anche new entry di La7. Maniente pallone in questo caso. «Farò il programma che ho sempre avuto nel cassetto — racconta —, su temi che amo molto: approfondimento sociale e costume. Sarà un occhio aperto su quello che succede, una fotografia dell’attualità».
Di cosa si parlerà? «Di una storia o un caso, che ha per protagonisti persone sconosciute o volti noti. Avremo tanti ospiti o una sola intervista a un grande personaggio che esaurisce l’argomento che trattiamo».
Questa è la parte che Ilaria preferisce: «L’incontro one to one, labig interview, come è successo con Gheddafi, è la parte più stimolante».
Che programma sarà? «Ci sarà solo ciò che serve, non il superfluo: non sarà un programma barocco.
Nel corso della puntata affronteremo due o tre temi e faremo sempre un parallelo tra quello che succede in Italia e all’estero, per vedere se ci sono soluzioni o alternative al problema di cui parliamo guardando fuori».
Quando? «In prima serata, in diretta, fine gennaio tempo minimo». Anticipazioni su temi e ospiti, nessuna. In tv hanno tutti paura che qualcuno si freghi l’idea.
Corteggiata da Rai e Mediaset, ha scelto La7. Perché? «Ho preferito prendere rischi, anziché un format di successo. Sento il bisogno di cimentarmi con generi diversi. Se ami il cibo, apprezzi la varietà di sapori e la mia curiosità non si esaurisce col calcio».
Su La7 ci sono già Le invasioni barbariche, non rischia di sovrapporsi a Daria Bignardi? «Abbiamo un taglio diverso—riprende Ilaria D’Amico —. Daria punta sul costume con occhio ironico e scanzonato. Qui l’ossatura centrale è l’attualità che tende al sociale. E poi non abbiamo similitudini nel trattare le cose».
Il modello? «Mi manda Raitre: mi piace il modo diretto in cui affronta un tema. Si parla di un caso e dell’ipotetica soluzione, non è un programma dove la rissa e l’ideologia sostituiscono il fatto e la soluzione».
Genere vecchio come il giornalismo, l’intervista sembra tornata di moda: Baudo, Bignardi, Costanzo, Fazio... Ora anche lei? «I programmi che non sono varietà o reality, non possono prescindere dall’intervista. E se guardi un’intervista di Fazio o Mentana, il risultato è diverso. Ognuno ci mette la sua personalità».
Gioco scemo: deve dare l’ultima intervista della sua vita, chi sceglie? Ride, fa le corna, ma non si sottrae:
«Daria Bignardi, è donna e ora gioco in casa».
Altra scemenza: gran successo per La pupa e il secchione, se lei è la pupa chi è il secchione di Sky? «Non sono la pupa di Sky, il secchione è Giorgio Porrà. A Sky comunque segnalo la totale assenza di pupe, mentre abbondano i secchioni».