PARMA - Mori' poco dopo il sequestro il piccolo Tommaso Onofri, ucciso con un colpo di badile alla testa e quindi nascosto sul greto del fiume Enza.
Nella notte il corpicino e' stato trovato quando le fotoelettriche dei vigili del fuoco lasciavano prevedere una notte di ricerche. Le speranze di trovare vivo Tommaso si erano pero' azzerate gia' dalla confessione di Mario Alessi, il primo a crollare davanti agli investigatori ed a quella successiva di Salvatore Raimondi.
Sarebbero loro due i sequestratori, entrambi fermati con decisione dei pm della Dda di Bologna, dopo oltre otto ore di interrogatori nella questura di Parma e nella caserma dei carabinieri. Con loro e' stata fermata anche Antonella Conserva, compagna di Alessi. ''Per tutti - ha precisato il pm, Lucia Musti - l'accusa e' in concorso di sequestro di persona a scopo di estorsione. Per adesso'', ha aggiunto. L'imputazione infatti diventera' ancora piu' pesante dopo il ritrovamento del corpo.
Tremendo e sballato pareva da subito il sequestro. Tragico e assurdo si e' rivelato l'epilogo. Alessi e Raimondi, entrambi con precedenti penali, avrebbero portato via Tommy la sera del 2 marzo su uno scooter. Secondo la versione data da Alessi, dopo pochissima strada, pero', ci sarebbe stata una caduta dallo scooter ed il piccolo avrebbe cominciato a piangere cosi' forte da preoccupare i sequestratori di essere scoperti. Per questo Tommaso fu ucciso o nascosto gia' gravemente ferito dalla caduta. Diversa la versione di Raimondi, il quale ha ammesso di aver preso parte al sequestro, non ha parlato della caduta dallo scooter ed ha detto che la morte del piccolo e' avvenuta in sua assenza.
Alessi era da giorni formalmente indagato per sequestro di persone, Raimondi era tremendamente sospettato per quell'impronta digitale lasciata sullo scotch utilizzato per legare i genitori di Tommaso ed il fratellino: un marchio che e' stato la sua condanna.
In mattinata era scattato il blitz dei carabinieri e della polizia con 28 perquisizioni e decine di persone portate negli uffici per essere interrogate. Soprattutto i manovali che lavorarono nella ristrutturazione di Casalbaroncolo, l'abitazione degli Onofri, il teatro del sequestro: fra questi Alessi e la sua compagna. Ore ed ore di incroci, verifiche, fino alla confessione finale. Alessi e' uscito in manette poco dopo le 19,30, spinto dentro la macchina della squadra mobile per accompagnare oltre sette pattuglie della polizia sul luogo dove il piccolo Tommaso fu nascosto.
Doveva essere un sequestro lampo, forse per estorcere denaro a Paolo Onofri, il padre di Tommaso, facendo leva sul suo incarico di direttore postale che fece gola. Un colpo improbabile e maldestro. Finito a pochi metri dall'argine del fiume Enza, dove nell'oscurita' i vigili del fuoco hanno cercato il piccolo cadavere, e dove la gente, curiosa, attirata dai lampeggianti, si e' fermata. Qualcuno anche per pregare e, forse, a pensare che un mese fa, Tommy era a casa sua, a cenare con i genitori e il fratellino.
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